31 mar 2008

E il Cargo H24 a Malpensa?

Quando leggo le notizie sul traffico merci a Malpensa, e soprattutto che CHINA CARGO scalerà questo scalo, mi chiedo se i piagnistei LUMBARD siano solo moine. Lo spazio c'è, ed i servizi pure: sembra che sia molto performante anche il sistema automatico delle Dogane in aeroporto. Forse è solo un problema, per carità, rispettabilissimo, dei piloti Alitalia (che dovranno cambiare casacca), ma non certo di Logistica e Trasporti, su scala globale. Se Air France non vuole - giustamente - replicare le sue facilities cargo, Malpensa certo non ne muore!

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30 mar 2008

Bipartisan per il Sud?

Ieri sono passato a salutare il prof. Mike Bell dell'Imperial College a Palazzo Fizzarotti (sede del Piano Strategico per Bari 2015) e perciò mi sono perso la scena buffa dei parlamentari (passati e futuri) del PD che presentavano il Programma SUD sui marciapiedi del Porto (sol perchè hanno trovato la porta sbarrata della "fulgida" Bari Porto Mediterraneo...direttamente governata dal più ineffabile centrodestra barese, con teste d'uovo tirate bene a lucido). Grazie ai buoni uffici di amici comuni ho comunque tra le mani tutti i documenti e i primi DDL preparati da Francesco Boccia (in foto) per il "lieto evento" della difficilissima (e improbabile) vittoria del PD il 14 aprile prossimo. Sono i DDL che il Governo Veltroni approverebbe per il Sud.

ORBENE, LA METAFORA DELLA CONFERENZA STAMPA PER IL SUD, SVOLTA GROTTESCAMENTE PER STRADA (e nel Porto di Bari!) LA DICE LUNGA ANCHE SUL CLIMA BIPARTISAN PER L'EMERGENZA NAZIONALE SUD, CHIESTA A GRAN VOCE DA RAFFAELE FITTO E (FIN TROPPO) GIOCOSAMENTE ACCETTATA DA NICOLA ROSSI E BOCCIA...

Ma come si fa a pensare alle larghe intese proprio sull'impervio campo del Mezzogiorno? Ha ragioni da vendere, come al solito, Massimo D'Alema, che giustamente si è limitato a qualche acido sfottò al "vecchio" giovin Presidente della Puglia. Ma non tanto per i motivi politicisti della incombente presenza della Lega Nord nell'eventuale Governo Berlusconi, quanto per l'irriducibilità del divario programmatico su OBIETTIVI TUTTI DIVERSI su Infrastrutture, Competitività, Sistemi d'Impresa, Lavoro/Merito e Credito. Da un lato la minacciata ripresa del Ponte di Messina, dall'altro l'alta capacità ferroviaria tra Bari e Napoli! C'è da dire altro? SI, PURTROPPO! Devo dire ai miei amici e compagni del PD che ci sarebbe davvero un obiettivo "di grado zero", indispensabile e PRE-POLITICO, ADDIRITTURA! Ad es.: SULLA QUALITA' DELLA SPESA FINO AL 2013 ( E INTANTO SE NE E' ANDATO GIA' UN ANNO DEL NUOVO SETTENNIO DI PROGRAMMAZIONE DEI FONDI UE) DI BIPARTISAN C'E' UN'INERZIA TALMENTE FORTE DELLE MACCHINE PUBBLICHE E UNA TALE ASSENZA DI CULTURA E PROGETTUALITA' (A DESTRA E A MANCA) CHE VERAMENTE CI VUOLE UNA SVOLTA RADICALE DI BUON SENSO (E SE SI VUOLE PERFINO "ANTIPOLITICA", così da sottrarre queste nuove "droghe pesanti" dei Fondi UE alle solite cricche). I vertici pensanti dei Partiti, come si è visto, c'entrano poco! Insomma a me basterebbe sapere che, perfino con obiettivi sbagliati come il Ponte sullo Stretto, ci si convinca a mettere l'opportunità di governo della trasformazione del Sud in poche mani competenti e con la massima trasparenza delle procedure. Ne verrebbe comunque gran bene a tutti, e soprattutto ai nostri figli e nipoti...FORSE E' PER QUESTO CHE NICOLA E FRANCESCO - IN OGNI CASO - NON DISPERANO SULL'INTESA SACRAMENTALE DI "NON DISPERDERE AL VENTO" TALI E TANTE RISORSE (100 MILIARDI DI EURO).,

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23 mar 2008

On the Road in Cina: il libro di Gifford sulla R 312

Oggi ne parla Rampini su Repubblica. Sta per uscire l'edizione italiana del libro di Robert Gifford, che la 312 se l'è fatta tutta, raccontando tutto ciò che serve a capire UNO DEGLI SQUILIBRI FONDAMENTALI DEL NOSTRO TEMPO. Che spiega perfino tutto ciò che avviene oggi in Tibet: è in atto un esodo biblico verso le coste industrializzate della fabbrica del mondo, ma contemporaneamente avviene l'opposto: una nuova tendenza NEO-COLONIZZATRICE, che muove dal mare verso il Tibet ed oltre, lungo la Route 312, riempie il DESERTO (che c'è ed è immenso!) e costruisce nuuove città per MILIONI DI PERSONE. Credo che tantissimi equilibri ecologici del nostro tempo si giochino lungo quella strada, e su come una più bilanciata densità abitativa in Asia favorisca una nuova Rete di Energie alternative per il mondo intero, altrimenti la Costa Cinese divorerà presto il patrimonio fossile di tutti noi..

Il libro italiano si chiamerà CINA. VIAGGIO NELL'IMPERO DEL FUTURO. Edizioni Neri Pozza.

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22 mar 2008

L'UFO del Piano Strategico di Bari Metropolitana

Oggi sul Corriere del Mezzogiorno l'amico Giandomenico Amendola, in un sintetico editoriale, conia la giusta metafora dell'UFO per segnalare l'Autoreferenzialita', il Costo eccessivo e la Vacuità dello strano "oggetto" che la cosiddetta MTB o Area Metropolitana di Bari si permette di far volare nel vuoto più assoluto di strategie e veri obiettivi di pianificazione territoriale. Buon ultimo, ma solo in ordine di tempo, Giandomenico - che forse è più competente di tanti giovanissimi Soloni lanciati allo sbaraglio dalla Città di Bari - si associa alle critiche molto dure dei Comuni limitrofi, delle Associazioni, del Nucleo di valutazione della stessa Regione. Bisogna fermare assolutamente l'UFO, non perchè si debbano negare soltanto i costi della politica nascosti dietro l'operazione (tutti debbono campare, soprattutto i giovani rampanti e "premiati"!), ma perchè - come il Comitato Scientifico del Piano sa bene - si rischia - lasciando andare giovani dilettanti allo sbaraglio - di lacerare proprio una trama intelligente di decisioni e valutazioni strategiche; e, alla fine, di perder tempo, soldi e la "faccia".

La stessa cosa, beninteso, avviene anche nei ranghi dell'Amministrazione Comunale su altri fronti improbabili di innovazione (ad esempio progetti "ICT" malpensati, malscritti e difficilissimi da raddrizzare), ma sul Futuro non si può scherzare così tanto e far finta di ignorare un assordante e diffuso coro di proteste (in tutti i 31 Comuni dell'Area).
Se è ancor lecito trastullarsi con i portali metropolitani (dove alla fine il mercato può risolvere a buon fine le malefatte dei tanti "consulenti" e cottimisti di passaggio, a misura delle precedenti campagne elettorali..), sulla programmazione partecipata non è proprio possibile far finta di niente. In questo campo non è serio - faccio un solo esempio - far circolare l'idea che la Città (?) pensi che il suo Porto sia da adibirsi solo al traffico crocieristico e/o che il nascente Porto di Molfetta prenderebbe in carico le merci..."lasciate" da Bari !!!! Ma chi sono questi marziani? Quali cocktail allucinogeni assumono? Ma, soprattutto, pensano davvero che un Piano strategico si possa fare senza neanche studiare un po'? Davvero siamo ridotti così male a Bari? Credo proprio di no! E basterà, senza dubbio, la saggezza del Comitato Scientifico a impedire che si continui a tener su una baracca di "giovani studiosi" senza chiare indicazioni, però, su quali volumi aprire e consultare... Spero che l'appello pubblico di Giandomenico Amendola non cada nel vuoto. Lo dico con la chiara consapevolezza che i "ragazzi" stanno sbagliando, non perchè incapaci, ma perchè deviati su fantastiche VISIONI, che nulla hanno a che fare con la realtà.

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20 mar 2008

Sboom dell'e-government?


Le anticipazioni del Rapporto Assinform 2008 sono da "venerdi santo", cupe quanto basta. Provo a commentare un punto dolente, che è poi quello più sottolineato da Guerci (Thinktel) e Capitani (Net consulting):

Insieme alla discesa degli investimenti infrastrutturali in tlc, passati dal -1,5% nel 2004 rispetto al 2003, a - 4,7% nel biennio 2007-06, il quadro che emerge è quello di un fallimento della politica pubblica sull'informatica. Così invece di essere uno stimolo dello sviluppo, come avviene in tutte le economie mondiali che affrontano la globalizzazione come un'opportunità di sviluppo, l'informatica pubblica frena gli slanci d'innovazione del Paese.

"Gli italiani hanno una vera e propria fame d'innovazione e appaiono ben più lungimiranti di chi amministra la cosa pubblica"
I miei lettori ricorrenti sanno quale sia da anni la mia posizione in merito alle mitologie dell'egov; non per questo mi rallegro della situazione.. e degli esiti già previsti.Per cambiare passo, serve una professione di umiltà e di consapevolezza di "non sapere" da parte dei responsabili dei progetti di innovazione pubblica. Ed invece posso testimoniare che ogni giorno avviene il contrario: una burocrazia degna dei racconti di Gogol sugli impiegati della Russia zarista "lavora" quotidianamente a smontare la tela di Penelope dell'innovazione. Con argomenti allucinanti e irresponsabili, dai Comuni a tanti altri Enti Pubblici. Non a caso posso egualmente testimoniare le lodevoli eccezioni: di quadri e dirigenti che lavorano come tutti noi (altri) nelle aziende, ma si tratta appunto di un pugno di eroi, perfino malvisti quando si fermano negli uffici fino a tarda sera...PER USCIRE DALLA SOGGETTIVITA' E DALLE FACILI CRITICHE: il dato della mia opinione trova conferma in quello statistico dell'Assinform.
..la riduzione della spesa informatica riguarda solo la parte che viene posta sul mercato. Oltre la metà, infatti, pari a 1,5 miliardi di euro, finisce direttamente nelle casse delle società pubbliche in house, cifra che cresce di oltre 100 milioni di euro l'anno. I risultati di un'informatica che continua a essere applicata al di fuori di ogni criterio concorrenziale, scelta non attraverso selezioni sulle migliori offerte, ma per aumentare l'occupazione politica del mercato, si vedono in un e-government che non decolla, anzi arretra: i siti pubblici, infatti, sono gli unici il cui utilizzo è in netto calo.

Quindi: la spesa in ICT (quando faticosamente si mette in moto - specie al Sud) si orienta solo verso strane creature fuori del mercato. L'in-house + il gogolismo dei funzionari produce disastri annunciati. E SICCOME MI TOCCA ESSERE OTTIMISTA, BISOGNERA' AVERE ANCORA PIU' PAZIENZA: ALLA FINE TRA VESSAZIONI BUROCRATICHE E DILETTANTI ALLO SBARAGLIO (consulenti rigorosamente selzionati dalla politica) QUESTI DATI SI RITORCERANNO CONTRO LE STESSE AA.LL., E ALLA FINE TORNEREMO A RIVEDER LE STELLE. Speriamo che non sia troppo tardi.

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Riconoscere i facili errori delle previsioni tecnologiche

Mi ha molto colpito, per l'onestà intellettuale, questo recente articolo di Wired. Nel '97 (vedi copertina) si dava da fare per lanciare "utili" consigli contro il possibile rovinoso fallimento della Mela. Sappiamo tutti come è andata a finire, e forse ancora non misuriamo bene la rivoluzione dei Media operata CON L'HARDWARE, piuttosto che con lo sviluppo di software e servizi. Wired suggeriva allora che si vendessero a IBM o Oracle e - odi, odi! - che migrassero tutti i propri sistemi operativi verso Windows NT....Oggi l'iPhone e gli iPod non solo sbancano i mercati consumer, ma cresce (anche per questo!) la penetrazione di Safari, la cui quota di mercato nei browser "mobili" è di oltre il 64% nei primi mesi del 2008.
Wired ha fatto pubblica ammenda! Mi chiedo se siamo capaci anche noi - esperti, capitani di ventura e accademici dell'ICT in Italia - di mostrare altrettanta onestà autocritica su MOLTE PREVISIONI spesso saccenti e/o arroganti. E comincio da me...ho avuto - per anni - troppi sospetti critici sui costi nascosti dell'Open Source, ho sempre avversato APPLE come se fosse una mera fabbrica di gadget un po' fighetti o un'aristocratica nicchia di "creativi" sostanzialmente ignoranti di ICT; e via discorrendo..

Il problema delle previsioni è quello delle MICRO-ROTTURE paradigmatiche che avvengono sotto i nostri occhi e di cui non ci accorgiamo per anni. Fino a che non diventano Google, YouTube, wimax, iPhone, etc.,... in qualche settimana. AMICI DI WIRED, MA TUTTO QUESTO E' POSITIVO! SPERO ANCORA CHE LE IMPRESE DI SUCCESSO DI DOMANI NON SIANO ANCORA NATE...E CHE FORSE NASCANO ANCHE NEL SUD DEL MONDO. Per noi italiani, che contribuiamo da sempre ai successi degli ALTRI (da Google all'iPhone) il solito monito: cerchiamo di credere di più in noi stessi e non facciamoci distrarre da inutili sermoni depressivi. E' nei momenti di crisi che si cambiano i rapporti di forze, anche tecnologici. I fondamentali, nonostante tutto, ce li abbiamo: lasciamo "chiagnere" da soli i piagnoni professionali..è ciò che dico sempre ai giovani che si stanno facendo le ossa in queste terre occupate dalla burocarzia e dalla "malapolitica".

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16 mar 2008

L'innovazione nascosta

L'ultimo numero di Nova di giovedi scorso ha scatenato un'interessante discussione anche in alcuni degli ambienti industriali che più frequento. Ricordo l'assunto di ITALIA INSIDE: gli indicatori tipo EIS (European Innovation Scoreboard) penalizzano il ranking italiano (al livello del Portogallo, ormai!)perchè tali indicatori non colgono a sufficienza il SENSO del made in Italy ed a volte non riescono proprio a catturare il valore degli investimenti nascosti o "sommersi", come dicono IDC e l'on. Realacci. Non so se l'accelerometro della ST di Catania e Agrate, "embedded" nell'i-Phone e nell'i-Touch, sfugga davvero alle statistiche dello Scoreboard: ma so per certo che non basta raccontarci quanto son buoni i NOSTRI COMPONENTI! Sappiamo fare l'innovazione moderatamente efficiente ed efficace (e gli esempi si sprecano) ma non riusciamo a fare prodotti e sistemi (riusciamo infatti a dare solo senso al gusto e allo stile, ed è già tantissimo, per fortuna!). Non perdiamo la testa a chiederci ancora una volta perchè esportiamo a valori crescenti verso la Cina (alla faccia di Tremonti), e cominciamo a fare i conti con tre fardelli terribili che ci portiamo dietro: a) "questa" Università e questo Sistema di Ricerca senza merito, ma con tanti diritti di anzianità ; b) la P.A. locale - e non - più ignorante del mondo e tecnologicamente analfabeta, amante degli arzigogoli barocchi come e peggio che nel Regno delle due Sicilie (...ed incapace di spendere bene una vera e propria fortuna di fondi europei per circa 21 anni); c) l'irresponsabilità "federalistica" degli 8000 campanili e delle 20 regioni che giocano a fare gli staterelli... altro che reti "lunghe" e "concentrazione" degli investimenti. Montagne di sprechi che generano nani...in tutti i sensi!

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In un castello di Federico...parlando di containers


Venerdi nel castello di Lagopesole con gli amici della Basilicata abbiamo fatto l'ultimo workshop di SIMCODE. C'era il prof. Agostino Cappelli, che lavora da anni allo IUAV di Venezia e che (guarda quanto è piccolo il mondo!) ha cominciato il suo lavoro di Trasportista proprio all'Università della Basilicata (dove ha lasciato la buona squadra dei nostri amici urbanisti di PZ). Abbiamo condiviso due o tre idee strategiche in materia di Multimodalità e Programmazione che da sole valevano la pena dell'incontro di Potenza. Mi ha fatto molto piacere condividere con Agostino e gli altri l'idea della Basilicata come retroporto di Taranto; inoltre da molto tempo apprezzo i toni di moderazione e riflessione "cauta" che vengono proposti dallo IUAV in materia di containerizzazione, che troppo spesso viene considerata l'ultima spiaggia della logistica europea. Ci dimentichiamo spesso che noi, qui, trattiamo solo il 4% dei TEUs mondiali nell'area MED (10 MTEUS in Italia su 500) e che il ro-ro merita davvero molta più attenzione, anche in un porto di transhipment come quello di Taranto. Non è l'unico modo di uscire dalla sindrome da "buco nero" della Basilicata in materia di programmazione territoriale, ma senza dubbio è una tratto della strada...

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10 mar 2008

Il progetto ULISSE in Campania








Oggi sono stato a Napoli in Unione Industriali alla presentazione di ULISSE (con contributi dell'assessore ai Trasporti, prof. Cascetta, del prof. Vito Mauro, presidente di Mizar, presenti tutti gli attori coinvolti (da Logica e EAV ai Porti e agli Interporti Campani, e naturalmente tutti i sopra citati Realizzatori del sistema).

ULISSE è un Intelligent Transport System pensato dalla Regione Campania per la salvaguardia del territorio dall'attraversamento di Merci Pericolose. In realtà si tratta di un ITS molto simile negli scopi e nelle funzionalità al SITIP Pugliese, che è invece prevalentemente centrato sui Porti. Piano piano, a dispetto delle fatiche immense che si debbono fare quando si tenta di "FAR SISTEMA", si realizza una strategia di successo tra reti diverse e si pongono le BASI CONCRETE delle soluzioni Logistiche che servono al Paese. Puglia e Campania, in questo campo, sono all'avanguardia, ed hanno molto da dire in merito al piano di INDUSTRIA-2015 sull'ULTIMO MUGLIO MARE - PRIMO MIGLIO TERRA": un Programma di Innovazione a carico delle aziende dell'Offerta (e non solo, pensiamo all'Autotrasporto e alle Compagnie Marittime), che peserà almeno per il 50% dei costi (per le Grandi Imprese), ma che forse potrà ricevere un forte supporto anche dai fondi UE - nel Sud - per la continuazione degli ITS multimodali che abbiamo cominciato a sviluppare (....secondi a nessuno, e con grandi capacità di internazionalizzare e vendere i relativi prodotti e servizi ad un mercato sempre più vasto)

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9 mar 2008

Il '68 dopo 40 anni: che tempi!


Nel diluvio di memorie quarantennali di quell'anno indimenticabile mi ha fatto piacere leggere d'un fiato il bel libretto "scientifico" di Pasquale Martino, sul '68 a Bari (Laterza). Operazione niente affatto nostalgica e condotta seriamente sulle cronache del tempo. Io facevo politica tra i giovani del PCI già dal '66 (a 15 anni!), per "colpa" del Vietnam e della Grecia dei colonnelli, e Pasquale (come altri cattolici di sinistra) l'ho incontrato, infatti, la prima volta nel mitico Circolo Gramsci, promosso allora dai compagni del liceo Flacco (e tra tutti da Francesco Laudadio e, ahimè, da Denni Gadaleta, entrambi scomparsi, come del resto Guido Chiaia e pochi altri, e... che, per fortuna nostra, sono tra i pochi di cui Pasquale ha giustamente deciso di fare i nomi, proprio perchè assenti dall'eventuale diatriba sulle citazioni dei singoli protagonisti). HO VISTO CHE ANCHE FRANCO PIPERNO E MARIO CAPANNA HANO DEDICATO I LORO LIBRI SUL '68 ALLE CRONACHE MOLTO SPECIFICHE DELL'ANNO CHE CAMBIO' TUTTO, PIUTTOSTO CHE A UNA STERILE POLEMICA DI IDEE CON IL "ROVESCIARE IL '68" DELL'INTELLETTUALE DI DESTRA PER ANTONOMASIA, MARCELLO VENEZIANI, IL QUALE - COME SARKOZY - PENSA CHE IL MONDO VADA A RAMENGO DA ALLORA...La verità, notata da molti, è che la destra ancora oggi non ha fatto per niente i conti con quella ventata di libertà e di innovazione vitale che i Veneziani e molti come lui (ma altri adddirittura..in camicia nera!) tentarono allora, vanamente, di contrastare e/o di "assimilare" (sic!), nella sciocca speranza di non essere GIà stati sepolti dalla lotta antifascista e per sempre, appunto, dal '68 anti-autoritario, creativo, confuso, contraddittorio, ma VITALE RIVOLTA contro un mondo vecchio, da spazzare per sempre. Oggi, a rovesciare il '68, non ci sono certo quelli di destra, ma tanti pesanti soloni della "sinistra riformista" o della "borhgesia illuminata" che pure l'"hanno fatto", (c'erano, eccome!), hanno imparato non poco (esempi: da Paolo Mieli a Gad Lerner, per stare solo ai media..), ma che oggi son pronti a rinnegarlo saccentemente da comode posizioni di potere biograficamente costruite tra rimozioni e compromissioni di ogni tipo, e come se fosse stato scientemente la fucina dell'egualitarismo assoluto e della lotta al merito....Bah! Allora molto meglio i non nostalgici contributi di Mario Capanna e Franco Piperno (in libreria), che almeno le loro responsabilità se le presero alla grande, allora e anche dopo...
Voglio chiudere con un ricordo personale del '68, e di un evento appena accennato da Pasquale Martino: la battaglia contro l'autoritaria gestione della scuola degli apprendisti operai di Bari, il CIAPI (dove oggi c'è un assessorato della Regione), a due passi da quelle Fucine Meridionali dove ci fu la prima mitica "occupazione" di una fabbrica. Voglio ricordare l'eroismo e la determinazione di un giovane comunista che fu il leader di quei movimenti, ed il capo indiscusso e coraggiosissimo di quella lotta a fianco dei giovani apprendisti. Era Francesco Laudadio, scomparso due anni fa: fu lui, in una una mattina di picchettaggio per lo sciopero al CIAPI , a sdraiarsi di colpo a due centimetri dalle ruote anteriori dei bus che forzavano i nostri picchetti umani davanti allo stabilimento.Eravamo studenti medi, giovani antimperialisti che avevano già guidato fiaccolate per il Vietnam, o incontrato "gli operai" e i "braccianti" di Puglia fin dai nostri 14 anni,...lo dico perchè qualche mese più tardi saremmo stati nel "movimento", anche contro il PCI e il sindacato, da cui pur venivamo (e al quale tornammo!), ma che non capirono il '68 (anche ALLORA!). COME SAREBBE BELLO SE QUALCUNO DELLA TRADIZIONE EX-PCI DEL NUOVO PARTITO DEMOCRATICO SI RICORDASSE OGGI DEL VALORE DI QUELLE ESPERIENZE E, CERTO, DI QUEGLI ERRORI "SINCERI", SENZA AVERE TROPPA FRETTA DI ARCHIVIARE IL '68 COME UNO SBAGLIO...

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8 mar 2008

Brunetta contro Tremonti no-global


Sul Riformista di oggi Renato Brunetta difende l'economia sociale di mercato da quel pericoloso sovversivo di Tremonti, sempre più no-global e protezionista. Ormai Tremonti cinguetta con Bertinotti e spara cazzate cosmiche sul valore fondante dell'etica nel pensiero politico-economico moderno (e nella politica della sua parte).
Lo dico dopo aver letto LA PAURA E LA SPERANZA, cui come antidoto proporrei i libri di Rampini, per non cominciare una eticissima "guerra ai gialli"...Per fortuna nostra, anche a destra, permangono liberisti e innovatori, sia pure nel solco tradizionale della tedesca economia sociale di mercato...anche se tutti poi si accodano a Berlusconi. SEGNO DEI TEMPI: a furia di non saper fare più differenze tra destra e sinistra, ci ritroveremo legittimamente nelle Grandi Intese, prima o poi! La sinistra di cui blatera il Cavaliere comprende ovviamente i trucidi comunisti destinati all'estinzione, mentre questi ultimi si offendono se si rivolge il tragico epiteto al PD. Mentre Tremonti adesso si diverte a scavalcare a sinistra Fausto&C.

Non ho la versione on line dell'articolo "colto" del prof. Brunetta, ma vi consiglio di seguire l'eventuale diatriba anche in futuro. Ne vedremo e sentiremo delle belle, sempre sulla linea (forse) prevalente del Giulio nazionale, che tra l'altro è anche a caccia di container vuoti che girano per l'Europa....Lui vorrebbe, infatti, che non ne venissero proprio! Complimenti al dottor sottile anti-globalizzazione...

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Alta velocità su treni "grand vitesse"

Il wimax mobile è stato provato con successo sui treni francesi a grande velocità. Anche sui prototipi a 350 KM/H! Banda larga per passeggeri che vanno (evidentemente) di gran fretta! Pensiero semi-ironico: e sui lentissimi treni italiani, non sarebbe a maggior ragione necessaria una connettività efficace? Il wimax dà il meglio di sè in mobilità, molto più che l'UMTS: per la semplice ragione che è nato su protocollo IP, mentre l'UMTS è figlio del passato, di un'elettronica che digitalizzava solo la voce! La concorrenza alla 3G sarà sempre più rapida ed efficace da parte del wimax, ma solo nella misura in cui si inventino servizi appropriati.I terminali e gli smartphone nascono come funghi, quest'anno Intel mette fuori i primi chip wimax e wi-fi "n". Ancora una volta l'elettronica Nokia e Blackberry darà una grande scossa, Bravi coloro che ci hanno creduto...

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7 mar 2008

TLC e caos

Il piano industriale di Telecom non sembra sia stato salutato con piacere dalla Borsa. Dopo il crollo, le notizie serie di oggi non sembrano cambiare i corsi deprimenti delle azioni TI.

Mi associo ai primi giudizi di Stefano: non si dirà mai abbastanza il vero sullo stato comatoso lasciato a Bernabè dai predoni precedenti, che hanno finito per spogliarla del tutto a vantaggio dei dividendi Pirelli.

Questo mio umile blog se ne occupa dall'11 settembre del 2006...Solo ora, di fronte al programmato ritorno nel 2010 ad una ripresa positiva dei ricavi (ed a EBITDA invariato), si può dire che il piano (sia pure espresso in modo contorto) si orienta a risolvere il problema del debito accumulato con il ricorso al capitale (non solo bancario....quindi ad altri azionisti). Credo di capire che lo scorporo della rete di accesso sia non soltanto una necessità industriale innovativa per l'Italia, qianto la "rottura" finanziaria necessaria al risanamento e al rilancio dell'azienda. L'intervento del Fondo di Vito Gamberale non sarebbe, allora, la mossa vincente?

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3 mar 2008

Ritornare sulla PA!


Pensavo di abbandonare per sempre il mercato dell'informatica per la P.A.
Avevo personalmente deciso di mollare: è un settore troppo scivoloso, burocratizzato, noioso, percorso da assurde fumisterie e frequentato da millantatori di ogni tipo (dai grandi Fornitori predoni ai project manager "inventati"). Non è certo il mio "core" business quello dell'egov e dei portali per la P.A.: vengo dalla progettazione di sistemi embedded ed in tempo reale, mi trovo ovviamente meglio a trattare sistemi tecnologici complessi e reti di comunicazione, piuttosto che qualche abbecedario di "servizi" di cosiddetto e-government(che davvero son poca cosa sul piano tecnico, eppure diventano montagne eternamente scalate e ri-scalate da novelli ipocriti Sisifi che non vogliono cambiare nulla nella "morta gora" della PAL italiana). E' vero che alla fine frequento tantissimo la PA centrale o varie Autorità Pubbliche, Enti, Agenzie, Comuni e Università. Quindi come sottrarmi alla richiesta di fare un po' d'ordine nella "terra desolata" dei programmi incentrati sui Portali e sui "CONTENUTI" per la PA? So come va il mondo dell'IT nazionale e chi veramente sa (e vuole) fare innovazione digitale nei Comuni. Allora, un po' tirato per i capelli, ho deciso di tornare a lavorarci. Per fortuna conosco le 10 aziende che possono davvero contribuire ad un cambiamento vero (ammesso che i Clienti lo vogliano davvero!). E TRA QUESTI 10 NON CI SONO MULTINAZIONALI... nè americane nè italiane. Ma botteghe artigiane appena industrializzate o PMI che faticano a vendere prodotti e servizi fuori casa, ed a CRESCERE E CONCENTRARSI. Eppure sono buoni campioni regionali! Insomma: ci si può provare ancora: le occasioni non mancano. Ad esempio date uno sguardo ad ADMINISTRA.IT (canale SKY 887) e scoprirete che i contenuti via satellite ci sono e che la Openet di Matera, ad esempio, può dire qualcosa di innovativo anche all'Africa e al Mediterraneo. Oppure SAGA nel back office dei Comuni o ancora LINKS per i DSS pubblici....
Diciamo alla Obama: si può (o almeno si spera). E' importante però che i cittadini VEDANO davvero qualcosa, non solo rendiconti immaginari di servizi virtuali: insomma che vedano sistemi funzionanti di infomobilità e sicurezza, carte di identità elettroniche operative, applicazioni web semplici e cooperative, non solo qualche paginetta web pagata dai contribuenti a caro prezzo!

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2 mar 2008

Nokia Morph: un caso d'esempio per CURRENT TV



Ecco qui un esempio di contenuto HOT di Current TV. La TV "nuova" digitale o, meglio, il tipo di NEW_MEDIA pilotato, diretto, "guidato" da Al Gore, ma con serie ambizioni globali. Da quando ho saputo che Tommaso Tessarolo sta allestendo il palinsesto italiano, sono tornato spesso su CURRENT.com e mi sono sentito subito meglio, più empatico con notizie, eventi e discussioni di tutti i tipi, che mi fanno dimenticare le deprimenti stramberie italiane. Naturalmente uno USER_GENERATED medium di questo tipo in Italia sarà pur sempre specchio dei tempi....

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Detto tra noi

Una cosa spero sia chiara. Che questo blogger usa indipendentemente la sua testa, magari anche sbagliando. Posso sbagliare in politica (spesso), nel dominio tecnologico (credo, qui, un po' meno), nella valutazione di aziende/persone (è accaduto/accadrà ancora...), ma di un'altra cosa con me si può star certi: non nascondo mai da che parte sto e come la penso. Se sbaglio lo riconosco, se ho responsabilità le pago tutte. Non ho voglia di star simpatico a tutti, ma non mi dispiace certo il consenso. Non faccio sconti, ma sono generosamente pronto a dar la mano richiesta (anche a gratis, incredibile... vero?). Ho dimostrato a sufficienza ciò che so fare, mi piace quindi far bene quello che ancora non so fare, altrimenti mi annoio. ( Tanto, per gli anonimi commentatori delle ultime due settimane)
E a proposito di chiacchiere sparse in giro: si dovrebbe sapere che i miei veri piccoli allievi sono cresciuti bene, negli ultimi 20 anni, soprattutto all'estero e in domini diversi dell'ICT e della Robotica, di livello almeno nazionale. Ma insomma: non darei credito alle stupidaggini di alcuni indigeni frustrati, che mi attribuiscono (sic!) sfracelli immaginari negli ex- Parchi Tecnologici di casa. Quando me ne occupavo io, si parlava un'altra lingua (l'inglese?), non il dialetto barese....

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Un pezzo di Parigi a Barletta e viceversa


La mostra della Collezione del Petit Palais a Barletta (PALAZZO DELLA MARRA) è un doppio evento: da un lato viene nella patria di De Nittis tanta parte delle tele dei suoi coevi (ma c'è anche molto più degli impressionisti di quella Parigi, fino ai "fauves" e ai cubisti), MA SOPRATTUTTO SEGNA L'INIZIO DI UN RISARCIMENTO STORICO: infatti l'evento è il prologo di una cosa mai avvenuta prima. NELLA PRIMAVERA DEL 2010 IL PETIT PALAIS RESTITUIRA' UN GRANDE FAVORE A BARLETTA E ALLA PUGLIA, ci sarà la prima mostra del grande De NITTIS a Parigi. NON ERA MAI AVVENUTO PRIMA! Grazie anche ad EXPRIVIA, che fa da sponsor della bella mostra organizzata dagli amici di ARTHEMISIA

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1 mar 2008

I maschietti italiani contro la "figlia di": caos non calmo!

Marianna Madia è la giovane capolista del PD nel Lazio. Carina e brava: apriti cielo!Molti blogger "colti" e altri meno conosciuti si sono scatenati a rintracciare meriti e privilegi presunti di "nascita, di "letto" e di RAI...
Questa vicenda mi conferma quanto quotidianamente vado verificando nelle aziende e nelle amministrazioni che frequento: una sorta di rigurgito maschilista impotente. E' davvero difficile per le "carine" farsi strada, la loro colpa è presto immaginabile...Le vogliono tutte secchione e racchie, così sono tutti più sereni. Il mondo si è rovesciato:un tempo (un'epoca fa, nel '68) gli angeli del ciclostile (che ci stavano) si facevano strada più in fretta, ma poi le compagne ci bastonarono e ci insegnarono qualcosa. Fu vietato a lungo scherzare con la liberazione delle donne... Lezione presto dimenticata: oggi i maschietti - in generale - sono davvero spaventati dalla vagina senziente, figuriamoci da quella pensante. Certo qualche signora esagera con il fisico e ne approfitta per imbrogliare il maschio "debole" - ma è una minoranza "antica" e ben nota da sempre! - ma non è giusto che tutte le giovani brillanti, o anche aspiranti tali, debbano vedersela con questi ammuffiti pregiudizi maschilisti. Brutti tempi per le brave e belle...Io sono sempre - alla Catalano - dalla loro parte...

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