25 apr 2009

Un ricordo di Paride Batini, capo popolare, nella ricorrenza del 25 Aprile



Oggi voglio festeggiare la Resistenza con un ricordo di Paride Batini, capo dei camalli genovesi, scomparso solo 2 giorni fa, dopo una vita di lotte per la dignità del lavoro e per la difesa dei diritti. Uno che, pur diventato manager e "console" della compagnia portuale, ricordava recentemente "che aveva il compito di mettere insieme il pranzo con la cena", e dichiarava (a chi gli chiedeva di un'ennesima inchiesta della Procura sul Porto di Genova, dove faticosamente si tentava di coinvolgerlo..) "53 anni di contributi e 2000 euro di stipendio lordo".
Paride Batini, capo storico della classe operaia genovese e poi "manager per forza" aveva anche scritto, in tempi non sospetti, del lavoro "occasionale", centrando, a partire dall'esperienza portuale, una questione cruciale dei nostri tempi, quella del precariato e dell'incertezza "liquida" dei nostri tempi (per tutti i lavoratori).
Che c'entra, tutto questo, con la lotta di Liberazione? Beh, credo che la speranza "riformista" e innovatrice dei ceti popolari (e dei loro capi, come Batini), che pur si è adeguata intelligentemente alle trasformazioni del mondo, fosse il vero spirito popolare di riscossa al centro di quella lotta contro tutte le prepotenze e le oppressioni
(non solo) nazifasciste. Una lotta che i camalli di Batini dovettero assicurare (penso al governo Tambroni del '60) anche durante l'adolescenza della nostra Repubblica, contro i ricorrenti tentativi di sovvertire le regole costituzionali. Oggi mi sembra che si vogliano soltanto "rimuovere" QUELLE ragioni..e confondere tra loro partigiani e repubblichini di Salò (così almeno pensa Berlusconi!), come vittime uguali (?) di una stagione lontana di guerra, ormai molto "sfuocata". W Batini

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