Un ricordo di Paride Batini, capo popolare, nella ricorrenza del 25 Aprile
Oggi voglio festeggiare la Resistenza con un ricordo di Paride Batini, capo dei camalli genovesi, scomparso solo 2 giorni fa, dopo una vita di lotte per la dignità del lavoro e per la difesa dei diritti. Uno che, pur diventato manager e "console" della compagnia portuale, ricordava recentemente "che aveva il compito di mettere insieme il pranzo con la cena", e dichiarava (a chi gli chiedeva di un'ennesima inchiesta della Procura sul Porto di Genova, dove faticosamente si tentava di coinvolgerlo..) "53 anni di contributi e 2000 euro di stipendio lordo".
Paride Batini, capo storico della classe operaia genovese e poi "manager per forza" aveva anche scritto, in tempi non sospetti, del lavoro "occasionale", centrando, a partire dall'esperienza portuale, una questione cruciale dei nostri tempi, quella del precariato e dell'incertezza "liquida" dei nostri tempi (per tutti i lavoratori).
Che c'entra, tutto questo, con la lotta di Liberazione? Beh, credo che la speranza "riformista" e innovatrice dei ceti popolari (e dei loro capi, come Batini), che pur si è adeguata intelligentemente alle trasformazioni del mondo, fosse il vero spirito popolare di riscossa al centro di quella lotta contro tutte le prepotenze e le oppressioni
(non solo) nazifasciste. Una lotta che i camalli di Batini dovettero assicurare (penso al governo Tambroni del '60) anche durante l'adolescenza della nostra Repubblica, contro i ricorrenti tentativi di sovvertire le regole costituzionali. Oggi mi sembra che si vogliano soltanto "rimuovere" QUELLE ragioni..e confondere tra loro partigiani e repubblichini di Salò (così almeno pensa Berlusconi!), come vittime uguali (?) di una stagione lontana di guerra, ormai molto "sfuocata". W Batini
Etichette: politica
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