5 dic 2006

Quando i saggi del digitale sono sfiduciati in partenza....


Da ieri circola la notizia che un Gruppo di Super Saggi (tra i quali alcuni rispettabilissimi amici da decine d'anni) hanno messo a punto per Key4Biz un dossier di proposte per l' “Italia Digitale 2010: Per il rilancio della competitività e della crescita del Sistema Paese”. Non mi riesce di trovare una sola linea-guida o proposta che non abbia ascoltato negli ultimi 10 anni! Nè su come uscire dal nanismo dell'ICT italiana, nè sui modelli virtuosi dei Progetti Paese per la P.A. italiana (peraltro proclamati già da mesi dai neo Ministri competenti). Questo vuol dire che le ricette condivise ormai ci sono e che tocca soltanto al Governo agire? Cos'è che non va, o rischia di non andare, di fronte all'universale e quasi banale consenso sull'agenda 2010?

Le vie dell'inferno sono lastricate sempre da buone intenzioni e, in questo caso, da significative ipocrisie. Porrò tre questioni semplici semplici (famo a capisse...):
a) il modello della Grande Azienda ICT appartiene a un'epoca tecnologica tramontata da almeno 5-6 anni. Una gran parte delle cause sta proprio nella tecnologia della DISTRIBUZIONE, del WEB 2.0, della CONVERGENZA. Se è vero, come è vero, che le prime aziende private di ICT italiane sono in vendita (allo straniero?), non sarà il caso di privilegiare un modello ecologico/federativo di crescita di PMI specializzate? Chi è pronto a giurare, non in Italia, ma perfino in USA, che il modello competitivo sia centrato sulla DITTA MONOLITICA? Guardate, cari saggi, che il problema di ogni grande azienda ICT, OGGI, (come dovreste ben sapere) è come dimagrire e trasformarsi un un ecosistema di business units artigianali. ALTRO E' IL BRANDING INTERNAZIONALE, da far valere sui mercati esteri (e qui per ragioni di riservatezza non dico verso quali mercati si può fare di piu'...).
b) E' in atto la più gigantesca implosione dei modelli di business tradizionali delle Telecomunicazioni (non devo certo ricordarlo io a Decina o a Capitani): la maturità di mercato e la calante redditività delle telefonie fisse e mobili DEL MONDO intero richiedono un salto coraggioso nel nuovo mondo del TUTTO IP, della GENERAZIONE autonoma dei contenuti multimedia da parte degli utenti, quindi un modello di business davvero USER-CENTRIC (altro che bugie monopolistiche, protezioni e privilegi cui siamo stufi da anni, ma che subiamo chissà perchè in gran silenzio). SUBITO IL WIMAX (e senza bardature strane), cari amici, è una parola d'ordine rivoluzionaria: vediamo chi ci sta davvero!
c) THE CONTENT IS THE KING ? Ce lo siamo dimenticati? La transizione al nuovo digitale significa, perciò: AGGREGAZIONE, SYNDICATION, (i)-DRM, ecc. ecc. Altro che front office e back office della P.A....Per carità siamo davvero a zero in questa Italietta poco digitale, che ha solo scherzato con il front-office e l'egovernment in questi anni di sballo sull'orlo del baratro. Ma vogliamo forse spendere i pochi denari pubblici disponibili come negli ultimi 5 anni? a rifare le ruote già storte delle macchine burocratiche con mille programmi tutti diversi l'uno dall'altro? I servizi della P.A. a cittadini e imprese sono CONTENUTI, non LICENZE d'USO. E se no il RIUSO, così difficile (guarda caso!) da far partire a che serve? Basta qualche saggia indicazione (ahimè) dirigistica e le cose andranno subito meglio, con buona pace degli amici commerciali dell'ICT nostrana che passano la vita a far rapine sempre più magre di Enti Locali (sperabilmente sempre meno sprovveduti) con ignobili arlecchinate di programmi vecchissimi (e all'epoca del WEB 2.0)!

Insomma: sappiamo bene dove sono gli ostacoli, le muraglie cinesi e le ipocrisie fondamentali...NON CHIEDIAMO AL GOVERNO DI ESSERE PIU' CORAGGIOSO DELLA MEDIA DEL SETTORE ICT, MA DIAMOGLI UNA MANO DAVVERO, COMINCIANDO A CAMBIARE I COMPORTAMENTI MEDI DEL "NOSTRO" SISTEMA IMPRENDITORIALE.
Ad un giro di boa così difficile può cadere lo spinnaker in acqua se non stiamo tutti ACCORTI!

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