18 nov 2006

Ma quale Luna?


E' un periodo di pausa che mi consente molte letture. Estranee alla cultura digitale e più vicine alle mie antiche passioni politiche. La lettura di "Io volevo la Luna" mi ha davvero sconcertato; messa da parte la simpatia per l'uomo Ingrao, il suo autoritratto politico - inclusa la tardiva autocritica sul suo silenzio nella scissione del Manifesto - mi ha cambiato la percezione di un mito. Che mi appariva già ingrigito da tanto tempo.....ma sapere da lui stesso come si discuteva (?) con Togliatti o come lui stesso si negava allo scontro interno del PCI (con Giorgio Amendola, ai tempi della "sinistra" ingraiana) restituisce - forse volutamente? - una figura molto poco coraggiosa, quasi quella di un oscuro travè di una politica sostanzialmente opportunista, immutata per decenni. Ma sei sicuro, compagno Ingrao?
Infinitamente più appassionante è stata la lezione del libro della Rossanda, sulla storia del glorioso PCI, qualche mese fa !
Mi ha urtato di Ingrao il racconto delle sue relazioni con Togliatti ( e il Togliatti che ne viene fuori!) , e per altri versi la percezione corretta del '68 attraverso gli occhi delle figlie e dei generi, ma appunto vissuto come se lui stesso fosse un marziano e non un dirigente politico (fin da allora? Ma la luna non era forse anche quella?). Pari stupore da cronista (non da protagonista, come io credevo...) sul nascente movimento operaio del '69.
Insomma pessime rivelazioni da una biografia assolutamente NON EPICA...che gigioneggia continuamente con l'Ingrao che non fu (regista, sceneggiatore, poeta/autore, molto più avanti dello stalinismo culturale medio del PCI di quegli anni). Per carità chi la legge si legge una bella storia d'Italia, ma non so se afferra il pathos della tradizione politica e culturale che INGRAO STESSO HA RAPPRESENTATO IN QUESTO PAESE ! MI SEMBRA UN TORTO MASOCHISTA A SE STESSO.
In compensazione: mi ha divertito di più il racconto della sua clandestinità nei boschi di SPEZZANO SILA (uno di quei posti che frequento anch'io, a volte con la scusa dell'innovazione telematica in Calabria) e tutta la vicenda umana di un pezzo del suo Lazio a ridosso della rocca di Gaeta.

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