4 gen 2007

Verso il Partito Democratico che non c'è...mentre Nicola Rossi lascia i DS

Nicola Rossi non rinnova la tessera dei DS. Sono sicuro che anche per Nicola, alla fine, non sia una grande novità, non lo è neanche per me...i motivi del dissenso riformista e innovatore dalla morta gora dei partiti italiani erano fin troppo chiari da due anni in qua. La vittoria alle Amministrative, alle Regionali e alle Politiche non sembra che abbia cambiato granchè, anzi...Mi pare più sensato dire che il Partito Democratico (che D'Alema vorrebbe fare BENE e con calma) non nascerà così in fretta, ostaggio delle botteghe di piccoli politicanti (soprattutto in periferia) e di giochi di potere centrali,... o peggio nascerà molto male (alla faccia dei Giavazzi, Rossi e Salvati - cui immodestamente mi associo ).
Michele Salvati dedica l'editoriale di oggi del Corriere alla "notizia", giustificando in qualche modo lo stupore di Fassino, che è tenuto, come lui scrive, alla gestione diplomatica dei "comunisti" dell'Unione, i quali hanno in grande odio la parola stessa "liberale", figuriamoci una politica di riforme coraggiose in grado di rimettere meriti e capacità al centro del rinnovamento del Paese. E' triste doverlo ammettere: proprio dai cosiddetti comunisti (non lo dico ovviamente con lo stesso accento di Berlusconi!) viene il freno principale al cambiamento; e dai mediatori scivolosi come anguille (alcuni DS, per necessità o vocazione) la irresolutezza a qualsiasi battaglia coraggiosa, soprattutto nelle Regioni.
CERTO, ALLORA, CHE LO CAPISCO NICOLA! E MICA SOLO LUI, CHE IN PARLAMENTO GIA' CI STAVA! Capisco che molti pezzi della società civile si allontanano disgustati e/o depressi dalle politiche imbandite a tutti i livelli da questa "simpatica" armata Brancaleone...Io sono tra questi, e nonostante appelli e consigli, ho visto continuare la più bieca autoreferenzialità del ceto politico dei DS e dei DL.

TUTTO CIO' PREMESSO: l'unica cosa su cui non concordo con Nicola è la tenuta della PASSIONE IDENTITARIA (continuare la straordinaria missione civile e democratica dei comunisti italiani, quelli del PCI, mica quelli del PSI/CGIL come il Fausto nazionale, o come i fighetti parolai alla Diliberto). Ma mi è chiaro, Nicola Rossi non viene dal PCI, può più facilmente rinunciarci, e poi spesso - anche lui - "provocare" mortalmente i luoghi comuni della sinistra italiana, antica e moderna. A me , che pure apprezzo il liberismo di sinistra di Giavazzi (per es. quando dice che l'unica cosa buona per la Ricerca Italiana ed Europea sarebbe non fargli dare neanche una lira dallo Stato e smantellare la Direzione Europea della Ricerca...!!!) rinunciare ai simboli e ai sentimenti è davvero più difficile. Si tratta di una altro piano, non necessariamente razionale (appunto!). La stolidità dogmatica dei vari Diliberti e Giordano mi irrita non poco, proprio perchè questi compagni sanno bene di sbagliare rispetto allo stile PCI, ma proprio non riesco a considerarli "di sinistra". Non credo che la difesa corporativa sia mai stata di sinistra..loro lo credono, poverini, e si sbagliano alla grande. So bene, ormai, anche grazie a Nicola, che battersi per la libertà e il merito è ben più di sinistra di quanto immaginino i Diliberti e a volte i compagni della CGIL...ma non riesco, io, a tagliare i ponti alle spalle. Lo so: sono retrò-romantico, e credo che anche per Nicola non sia poi così facile staccarsi dalla sua sezione di Canosa! Che dire? Così va il mondo, e a volte bisogna davvero dargli una scossa; speriamo che questa di Nicola serva almeno a Fassino e Rutelli per capire tutto il disagio che c'è su questa astratta e contorta costruzione del P.D..

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