Pistorio e Calabrò: l'AGCOM in punta di piedi...

ONE NETWORK - direbbe Quinta ed afferma ancora oggi BELTEL!. Devo dire, a onor del vero, che più di 10 anni fa Mario Citelli, fu il primo a spiegarmi lucidamente che sarebbe valsa la pena di metter su una seria politica di sinistra per nazionalizzare le infrastrutture TLC (c'era la STET, del resto...E IL PIANO SOCRATE ERA GIA' FALLITO,... Mario allora guidava Transpac/Telecom France in Italia).
LA QUESTIONE STRUTTURALE SERIA STA NELLA CADUTA IRREVERSIBILE DELLA REDDITIVITA' DELLE VECCHIE RETI FISSE E/O MOBILI PENSATE SOLO PER LAVOCE.
Il mondo full IP richiede tanta più fantasia e creatività...NON ABBIAMO NEANCHE COMINCIATO A GRATTARE LA SUPERFICIE DEI FENOMENI CHE SI ANNUNCIANO NEI SERVIZI E NEI MEDIA DIGITALI (che, a mio modesto avviso richiedono fibra fino a casa, meno xDSL e tanto wimax a frequenze che buchino i muri come le onde della TV analogica.....). La competizione e la serietà richiedono che Pistorio, grande e indiscusso campione dell'Innovazione italiana - quantomai digitale - si arrenda al ddl Bersani, PRIMA CHE IL BUONISTA CALABRO' GLI ENTRI PIU' PESANTEMENTE IN CASA:
(VIA KEY4BIZ)
Per uscirne, ha sottolineato Calabrò, serve l’Ok del management della società, che è anche l’unico modo per evitare un’imposizione dall’alto.
"Tenterò fino all'estremo – ha concluso - la via dell'accordo prima di esercitare i poteri dell'autorità, perché si tratta di entrare in casa altrui”.
Senza un interlocutore con pieni poteri, reale forza decisionale e chiare strategie industriali, è però difficile intravedere la fine del tunnel, ora che - dopo 15 mesi di dialogo, la società fa dietrofront.
Per favore, Pistorio, non ci ostacolare anche tu, sol perchè siedi sull'alto soglio...
Etichette: politica ICT società
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