7 ott 2008

Il "mistero" del PIL pugliese nel 2007

Da alcuni mesi si dibatte a Bari , dopo il rapporto SVIMEZ 2008, della straordinaria crescita del nostro PIL (+1,8%) rispetto a quello di tutto il Paese, mica solo delle altre regioni meridionali! I servizi hanno contribuito per quasi il 3% e l'industria manifatturiera "regionale" per circa lo 0,9%; l'agricoltura arretra "regolarmente" di un -8,8%. Tutto il Sud era a uno stentato 0,7% nel 2007. I dati Istat hanno confermato, grosso modo, quelli della Svimez (www.svimez.it). FIOCCANO INTERPRETAZIONI ESAGERATE SULLA SPECIFICITA' PUGLIESE, COME SE DAVVERO NOI AVESSIMO INVENTATO UN MODELLO DI SVILUPPO DIVERSO! Mi sembra davvero strano che economisti e sociologi da sempre criticamente attenti alla scarsa perspicuità degli indicatori classici del PIL , ne diventino improvvisamente novelli cantori; mi sorprende che il buon Nichi faccia il governatore "primo della classe", rivendicando risultati record - da lui attribuiti (ovviamente) alle politiche della sua giunta- nonchè a distretti tecnologici in formazione e a sistemi di imprese che starebbero riuscendo a superare la frammentazione e l'isolamento delle PMI...Tutto bello, ma occorrerebbe molta più sobrietà, tanto più in questa fase di cambiamenti epocali che DEVONO RIPORTARE LA NOSTRA ATTENZIONE AI FONDAMENTALI DELL'ECONOMIA REALE. Può la Puglia, con i suoi numeri, aiutarci a spiegare nuovi " nuclei motori" di sviluppo? Siamo sicuri di questi trend, siamo certi che non siano in circolo anfetamine finanziarie connesse alla chiusura del ciclo di spesa comunitario 2006-2008? Mi permetto di suggerire un'analisi MICRO dei settori di servizi in crescita nella nostra Puglia e una valutazione ravvicinata e "sul campo"...Magari poi scopriamo davvero i nostri punti di forza! Ma, insomma, una buona classe dirigente deve scavare più a fondo nella sua struttura e nelle sue dinamiche, per capirci davvero di più! Non mi sembra il caso di piegare questi buoni numeri alle diverse versioni ideologiche pre-costituite sul Sud "da abolire" o da "dimenticare": viviamo in una stagione di cambiamenti che motivano maggiori riflessioni in economia, il ripudio dello stucchevole dualismo pessimismo-ottimismo, e soprattutto una visione a 360° gradi delle agende degli interventi pubblici e delle strategie di impresa. IN UN MOMENTO STORICO DI CRISI GLOBALE, IN CUI TUTTI SI RISCOPRONO NAZIONALIZZATORI, SOCIALISTI E KEYNESIANI, VORREI CAPIRE DAVVERO SE LE DIFFERENZE PUGLIESI SONO DAVVERO (EVENTUALMENTE) DOVUTE AGLI SPIRITI "ANIMALI" DEI NOSTRI IMPRENDITORI.

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