6 gen 2007

Ancora su Nicola Rossi. NIL DIFFICILE VOLENTI

Volli e sempre volli, fortissimamente volli....(V. Alfieri)
a proposito dei "volenterosi" del prossimo 29 gennaio.

Le reazioni dilaganti alle "dimissioni" di Nicola Rossi dai DS, anche strambe alcune (sol che si pensi al "dalemiano" Cossiga), hanno il merito di sollevare molti più problemi di quanti ne volesse segnalare il mio amico professore. Segno che ancora una volta lui ci ha visto giusto. Delle possibili soluzioni psico-politiche dirò in fondo, con una citazione dal manifesto dei volenterosi (che appunto mi ricorda il mio Alfieri scolastico). Ma torniamo a noi: altro che disagio nei DS. C'è un clima di sofferenza acuta, quasi quanto quello del pianeta! I problemi che non si possono e NON si devono rimuovere, quelli della Fase II, son sempre lì, e fuori-escono dai tappeti nazionali e regionali sotto i quali li si nasconde da mesi. Ad esempio: il tappeto della Sanità , qui in Puglia, nasconde ormai tonnellate di polvere. Non parlo della scontata malasanità, per cui ci si dovrebbe incazzare ancor di più, ma della Sanità che serve alla "politica". In questo quadro non esaltante sarebbe bello se la discussione "con" Rossi portasse da qualche parte (i DS e i DL), ma ne dubito molto. Del resto anch'io l'ho messa piuttosto sull'identitario e sul sentimentale nel mio precedente commento, ma soltanto per spiegare (a me stesso) perchè non sbatto la porta...(e poi la tessera dei DS è un mero optional nel clima organizzativo che caratterizza ormai da anni i magri terreni della Quercia pugliese, almeno per me che sto alla larga dalla "politica". Del resto a che servono le tessere, se si fanno solo manifestazioni pre-confezionate nei teatri?).

Sul piano razionale, invece, è davvero difficile dar torto al pessimismo di Nicola Rossi ( a meno di qualche imbecille che si è affrettato a compiacersi della partenza del LIBERAL). Ho visto che oggi un valente compagno della Murgia (Onofrio Pepe) gli ha indirizzato sul Corriere del Mezzogiorno un invito patetico a "restare". Ma l'affiliazione ad un partito non è un fatto di fede, tranne che per gente come Onofrio e i "vecchi" PCI come me, ( che non a caso abbiamo saltato tanti "muri"...)
E allora ragione ed emozione siano un attimo distaccate. Questo mio blog, da quando esiste, è (anche) la sistematica manifestazione del disagio di tanti ex militanti di sinistra, ex PCI, ex dirigenti politici disinteressati, ex fautori del P.D., ecc. (oltre, guarda caso, del fastidio di tanti innovatori delusi dal claudicante passo riformista dei governi locali, e non, del c.s.). Posso allora permettermi di porre la domanda: "fino a quando si potrà ancora sopportare questa mediocrità della politica?", cui allude giustamente anche Onofrio Pepe (uno che nella sua Associazione eno-gastronomica annovera ai primi posti D'Alema e Ferilli conterà pure qualcosa, no?). Non è "nostra politica" quella che vediamo/leggiamo da lontano solo sui giornali, questa roba è sempre più simile ormai ai mercatini e ai teatrini degli altri.., "comunisti" inclusi! NON A CASO SI SCADE, IN QUESTE DISCUSSIONI SU NICOLA ROSSI, ANCORA UNA VOLTA, NELLA VOLGARE ( E DEMOCRISTIANA) CONTABILITA' DI CHI DA' E CHI RICEVE DAL PROPRIO PARTITO. Ma per favore! Noi certamente, con Nicola Rossi in testa, non si chiede proprio nulla, si è dato che si è dato, altro che! E proprio perciò si rimane disgustati dalla pochezza e dalle miserie morali di certi nuovi dirigenti, che invece passano il tempo a fare spartizioni di sottogoverno ( e manco finalizzate a grandi obiettivi; se mai al controllo della spesa di un'ASL, non proprio insomma l'assalto al Palazzo d'Inverno). Insomma, a un certo punto, anche la corda o il cappio dell'identità sentimentale si spezza; ad es. quando si interrompe la stessa possibilità democratica di discutere, di parlare del futuro , beh? che si fa? Sembra davvero fatale, allora, il passo dell'uscita. Perchè diventa più facile uscire da qualcosa che non si riconosce più. A proposito, la lista del Comitato costituente del Partito Democratico a Bari è stata purgata di quei membri che notoriamente non l'hanno mai voluto (da Alba Sasso a Peppino Caldarola), ma che vi sono stati iscritti automaticamente? SE LE COSE VANNO IN QUESTO MODO:
COSA RIMARRA' DI UNA POLITICA DAI TRATTI RIFORMISTI? beh, comunque tanto, magari fuori da schemi rigidi di appartenenza, ormai sclerotici : ripeto lo slogan latino dei volenterosi, che è proprio un buon auspicio: NULLA E' DIFFICILE PER CHI HA VOLONTA'.

E’ necessario rovesciare la prospettiva. Immaginare una scuola per gli studenti prima che per gli insegnanti, una sanità per i malati prima che per i medici, una previdenza per i pensionati di domani prima che per quelli di oggi o di ieri, incentivi alle imprese che accettano la sfida del mercato prima che a quelle in crisi, sostegno per chi cerca un lavoro prima che per chi già lo ha e magari non ha più troppa voglia di impegnarsi, ferrovie e linee aeree che si occupano di chi viaggia prima che di chi vi lavora protetto dall’inamovibilità, una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini prima che dei dipendenti pubblici. Chiedere tutto questo è difficile, è vero. Ottenerlo difficilissimo. Ma è terribilmente necessario. Noi pensiamo che sia un dovere volerlo fortissimamente. Il futuro è meno lontano di quello che crediamo.

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