18 gen 2007

L'innovazione a rilento, le chiacchiere a mille...

Dopo la reggia di Caserta, mi sarei aspettato un po' di più! Nicolais ha lanciato 7 obiettivi prioritari tutti giusti (anche se qualcuno dice "sempre più osè"), ma è scivolato subito sulla "rottamazione" delle procedure software obsolete (ma che vuol dire? sarebbe questo, allora, il ri-uso?); Gentiloni straparla di cose che rischiano di non avverarsi mai, come le innovazioni del Servizio Pubblico RAI, soprattutto quando accelera sul wimax un po' troppo "al buio" (senza l'advisor) e vede l'AGCOM come il motore del cambiamento (ma non dovrebbe essere un organismo di controllo antitrust?)....Lodo l'entusiasmo e l'intraprendenza - figurarsi! - ma a me hanno insegnato a fare progetti FATTIBILI con un po' di ingegno: ovvero serve o no ricercare e studiare le condizioni e gli stati iniziali di un sistema (dinamico/non lineare come il sistema sociale nazionale) per anticiparne e tracciarne l'evoluzione realistica (magari anche discontinua e rivoluzionaria) verso lo stato finale desiderato?
E allora? nel lungo periodo quasi tutti i "progressisti" (e perfino i "comunisti") hanno una utopica e perfetta visione degli obiettivi. Il problema è l'insieme degli obiettivi e degli stati intermedi. Ma sappiamo davvero prevedere il futuro vicino del wimax? sappiamo valutarne il grado di rottura ovvero di possibile stentato decollo (con tutti i nemici che ha..)? E sull'egov: possiamo cavarcela soltanto col dire che l'informatica è un mezzo e che il back office è più importante di quanto pensasse Stanca?....
Sulle TLC e sull'ICT, sulla loro assunzione come vere leve di sviluppo, rischiamo di fare la replica delle chiacchiere sul Sud: sempre a dire che ci servono tanti soldi, salvo poi sprecarli in modo immondo. La qualità della spesa, la concretezza dei passi intermedi, i programmi a 12 mesi massimo, sono questi gli obiettivi che dovrebbero prevalere sui grandi affreschi...Sennò nessuno ci crede più.

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