Curzio Maltese a Bari

Scrive Maltese che è andato via da Bari con
"il sentimento di chi ha lasciato a metà un romanzo e la curiosità di sapere come va a finire. Basta apettare e si vedrà."Questa è l'unica cosa giusta che ho letto: sono certo che Alessandro Laterza e Franco Cassano gli hanno indotto questo giusto stato d'animo e che gli hanno esposto con verità le contraddizioni di cui soffre questo pezzo di mondo tra vecchio e nuovo. Ma complessivamente l'agiografia dei grandi intellettuali che ha incontrato gli deve aver appannato la vista: ha scritto delle banali considerazioni e ha fatto ritrattini umoristici dei vecchi e dei nuovi rappresentanti della classe dirigente. Spero anch'io con lui che " per la prima volta un circolo filosofico coltissimo e cosmopolita viene promosso in blocco a classe dirugente". Ma la primavera non ha dato ancora alcuna spallata, questa è la verità, e c'è poco tempo per continuare a voler bene ai "due uomini soli al comando" che lui ha descritto (Emiliano e Vendola)..Il problema di Bari rimane, anche dopo questa "primavera": ed è che non c'è alcuna propensione a "far sistema" e che i nuovi arrivati si crogiolano un po' troppo sull'abbattimento dei "muri" e molto poco nella costruzione di "nuovi ponti". Le capacità ci sono, senza alcun dubbio, ma non bastano...serve anche agire senza tergiversare contro le resistenze dei vecchi gruppi di potere! Altrimenti non ci rimarrà che guardare a Bari con tutta la dolente simpatia umana dell'avvocato Guerrieri di Carofiglio e fingere che la "capa non giri più" ! Il Mal di Levante continua, ma in quella sofferenza c'è una leva per ricominciare!
Etichette: mediterraneo, politica società
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