8 dic 2007

Poltiglia sociale e mucillagine: fuori dal declino?




Dice De Rita nel Rapporto CENSIS 2007:

Al termine poltiglia di massa si può (con eleganza minore) sostituire il termine più impressivo di “mucillagine”, quasi un insieme inconcludente di “elementi individuali e di ritagli personali” tenuti insieme da un sociale di bassa lega, e senza alcuna funzione di coesione da parte delle istituzioni.
E’ noto che la frammentazione progressiva di tutte le forme di coesione e appartenenza collettiva ha creato una molecolarità che è stata una forza di sviluppo economico e imprenditoriale. Ma noi stessi che di quella molecolarità siamo stati cantori abbiamo potuto e dovuto constatare che essa sta creando dei “coriandoli”, i quali stanno insieme (meglio sarebbe dire “accanto”) per pura inerzia, per appagato imborghesimento, per paura di non tornare indietro, magari mitridatizzata da una sempre più generalizzata volgarità plebea.
............................
le offerte innovative devono supportare l’avventura personale e promuovere l’ampliamento degli scambi relazionali. E’ un’offerta, va sottolineato subito, che può venire solo dalle nuove minoranze attive:
- la minoranza che fa ricerca scientifica e innovazione tecnica è orientata all’avventura dell’uomo e alla sua potenzialità biologica;

la minoranza che, nella scia della minoranza industriale oggi rampante, fa avventura personale e sviluppo delle relazioni internazionali (si pensi ai giovani che studiano o lavorano all’estero, ai professionisti orientati ad esplorare nuovi mercati, agli operatori turistici di ogni tipo, ecc.);...........e le tante minoranze che hanno scelto l’appartenenza a strutture collettive (gruppi, movimenti, associazioni, sindacati, ecc.) come forma di nuova coesione sociale e di ricerca di senso della vita.


CONTINUA DE RITA: Chi crede oggi, sic et simpliciter, nel rilancio dell’azione per il Mezzogiorno, nel rafforzamento delle funzioni e dei poteri europei, nelle battaglie per una più o meno rivoluzionaria giustizia sociale, eccetera? Bisogna andare al resistente, magari piccolo, fondo di rifiuto dell’inclinazione al peggio, da cui può iniziare un faticoso percorso di nuova costruzione, dove la persona e gli scambi relazionali hanno peso strategico. Occorrono altre minoranze capaci di incidere sulla consuetudine regressiva.

ANCHE PERCHE' DE RITA COGLIE MOLTO BENE CHE LA RISPOSTA A QUESTA INCLINAZIONE AL PEGGIO NON PUO' VENIRE OGGI DALLA POLITICA PRESA DALLE PAURE DELL'ANTIPOLITICA E DALLA MERA PASSIONE MEDIATICA....

Anche perché, con più oggettività, la politica è fatta di “opinione larga” (le piazze, anche quelle mediatiche, sono le arene obbligate) mentre oggi il rilancio dell’offerta passa per una “coscienza stretta”, cioè di culture capaci di incidere sulla inerzia maggioritaria che appiattisce al peggio e di sviluppare codici semiotici anche un po’ faziosi, se necessario, ma mirati a perseguire obiettivi precisi, volutamente non rivolti al consenso della “opinione larga”.


Quanto sono d'accordo! Il vecchio sociologo ha colpito duro ancora una volta e nel segno: Minoranze di tutto il mondo (italiano) UNITEVI!

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