9 mar 2008

Il '68 dopo 40 anni: che tempi!


Nel diluvio di memorie quarantennali di quell'anno indimenticabile mi ha fatto piacere leggere d'un fiato il bel libretto "scientifico" di Pasquale Martino, sul '68 a Bari (Laterza). Operazione niente affatto nostalgica e condotta seriamente sulle cronache del tempo. Io facevo politica tra i giovani del PCI già dal '66 (a 15 anni!), per "colpa" del Vietnam e della Grecia dei colonnelli, e Pasquale (come altri cattolici di sinistra) l'ho incontrato, infatti, la prima volta nel mitico Circolo Gramsci, promosso allora dai compagni del liceo Flacco (e tra tutti da Francesco Laudadio e, ahimè, da Denni Gadaleta, entrambi scomparsi, come del resto Guido Chiaia e pochi altri, e... che, per fortuna nostra, sono tra i pochi di cui Pasquale ha giustamente deciso di fare i nomi, proprio perchè assenti dall'eventuale diatriba sulle citazioni dei singoli protagonisti). HO VISTO CHE ANCHE FRANCO PIPERNO E MARIO CAPANNA HANO DEDICATO I LORO LIBRI SUL '68 ALLE CRONACHE MOLTO SPECIFICHE DELL'ANNO CHE CAMBIO' TUTTO, PIUTTOSTO CHE A UNA STERILE POLEMICA DI IDEE CON IL "ROVESCIARE IL '68" DELL'INTELLETTUALE DI DESTRA PER ANTONOMASIA, MARCELLO VENEZIANI, IL QUALE - COME SARKOZY - PENSA CHE IL MONDO VADA A RAMENGO DA ALLORA...La verità, notata da molti, è che la destra ancora oggi non ha fatto per niente i conti con quella ventata di libertà e di innovazione vitale che i Veneziani e molti come lui (ma altri adddirittura..in camicia nera!) tentarono allora, vanamente, di contrastare e/o di "assimilare" (sic!), nella sciocca speranza di non essere GIà stati sepolti dalla lotta antifascista e per sempre, appunto, dal '68 anti-autoritario, creativo, confuso, contraddittorio, ma VITALE RIVOLTA contro un mondo vecchio, da spazzare per sempre. Oggi, a rovesciare il '68, non ci sono certo quelli di destra, ma tanti pesanti soloni della "sinistra riformista" o della "borhgesia illuminata" che pure l'"hanno fatto", (c'erano, eccome!), hanno imparato non poco (esempi: da Paolo Mieli a Gad Lerner, per stare solo ai media..), ma che oggi son pronti a rinnegarlo saccentemente da comode posizioni di potere biograficamente costruite tra rimozioni e compromissioni di ogni tipo, e come se fosse stato scientemente la fucina dell'egualitarismo assoluto e della lotta al merito....Bah! Allora molto meglio i non nostalgici contributi di Mario Capanna e Franco Piperno (in libreria), che almeno le loro responsabilità se le presero alla grande, allora e anche dopo...
Voglio chiudere con un ricordo personale del '68, e di un evento appena accennato da Pasquale Martino: la battaglia contro l'autoritaria gestione della scuola degli apprendisti operai di Bari, il CIAPI (dove oggi c'è un assessorato della Regione), a due passi da quelle Fucine Meridionali dove ci fu la prima mitica "occupazione" di una fabbrica. Voglio ricordare l'eroismo e la determinazione di un giovane comunista che fu il leader di quei movimenti, ed il capo indiscusso e coraggiosissimo di quella lotta a fianco dei giovani apprendisti. Era Francesco Laudadio, scomparso due anni fa: fu lui, in una una mattina di picchettaggio per lo sciopero al CIAPI , a sdraiarsi di colpo a due centimetri dalle ruote anteriori dei bus che forzavano i nostri picchetti umani davanti allo stabilimento.Eravamo studenti medi, giovani antimperialisti che avevano già guidato fiaccolate per il Vietnam, o incontrato "gli operai" e i "braccianti" di Puglia fin dai nostri 14 anni,...lo dico perchè qualche mese più tardi saremmo stati nel "movimento", anche contro il PCI e il sindacato, da cui pur venivamo (e al quale tornammo!), ma che non capirono il '68 (anche ALLORA!). COME SAREBBE BELLO SE QUALCUNO DELLA TRADIZIONE EX-PCI DEL NUOVO PARTITO DEMOCRATICO SI RICORDASSE OGGI DEL VALORE DI QUELLE ESPERIENZE E, CERTO, DI QUEGLI ERRORI "SINCERI", SENZA AVERE TROPPA FRETTA DI ARCHIVIARE IL '68 COME UNO SBAGLIO...

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