
La coppia Servillo-Sorrentino colpisce ancora. Ho visto il divo Giulio di Servillo e mi sembra che la politica c'entri poco, a Cannes hanno giustamente premiato un grande film "tecnicamente" perfetto (del resto, quanti film su viventi interpreti del POTERE sono prodotti nel mondo, perfino dai radical americani?). Poi, c'è di più, ovviamente: c'è la storia inquietante di questo paese, che non può consentire anche alla "sinistra" (?) italiana di divertirsi - e basta - alle battute di Andreotti. Onore all'humour, ma penso che il "messaggio" del film, a ciò che resta della sinistra riformista italiana, sia da cercarsi nell'insofferenza di Livia Andreotti, quando si annoia una volta in più all'ennesimo motto di spirito del grande, cupo e immobile "statista", irrefrenabile produttore di ghigni cinici sul mondo....
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