24 giu 2008

Porti, tasse e semplificazione!

C'è qualcosa che non va nei porti italiani! Capisco le proteste sulla tassazione dei canoni di banchina, proposta da una contestatissima circolare dell'Agenzia delle Entrate in questi giorni, ma lo stato di declino del paese e gli elementi di deriva, raccontati da Stella e Rizzo
consiglierebbero toni meno tesi e una pacata consapevole presa d'atto che la Legge 84 non va proprio più bene. Ha dato tutto quel che poteva, ma intanto la liberalizzazione e la privatizzazione degli ALTRI porti (in Europa e oltre) ha galoppato alla grande, lasciandoci qui, invece, un manipolo frammentario di persone e burocrati, abbarbicati alle proprie poltroncine, e che spesso con i Trasporti hanno un rapporto di tipo feudale, da signori del demanio... altro che promozione intelligente della logistica o dello sviluppo economico. Ci sono ovvie differenze di stili, politiche e qualità (ed anche ottimi presidenti): ma la legge 84 ha generato ancora una volta altri enti pubblici "strani", una dispersione inutile ed eccessivamente "federalistica" di centri di decisione, che alla fine si incartano in mille inefficienze proprie e "di sistema". La soppressione e l'accorpamento di molte Autorità Portuali sarebbe non tanto un colpo ai privilegi di 4 gatti, quanto una seria mossa di modernizzazione: non va del resto in questa direzione l'aggregazione regionale di molti porti, anche minori, nella debolissima (spesso millantata) ricerca di una maggiore efficienza? Il centrosinistra aveva immaginato una riforma regionalistica coerente con il nuovo Titolo V della Costituzione, ma non ha combinato quasi nulla; il centrodestra, oggi, con un Tremonti sempre più no-global, e che minaccia di chiudere i porti alle odiate merci cinesi (se non ci pensa il petrolio da solo), ventila un serio affossamento degli investimenti...Spero che siano pazzie da foresta di Sherwood, ma si può star certi che l'aria che tira non è affatto buona; con Prodi e Di Pietro sembrava che dovessimo dragare immediatamente tutti i porti del Sud, adesso si può star certi che Tremonti ramazzerà ancora negli ecobonus (l'ha già fatto!) e nel taglio di qualche ricca prebenda, magari con l'abilitazione di sole 7 in luogo di ben 23 Autorità Portuali. Purtroppo non siamo affatto un popolo di navigatori, ma piuttosto di permalosissimi custodi dello statu quo! Ovviamente non si parla di gente che lavora sul mare e del mare, ma di percettori di taglie legalizzate e di gestori di Lavori Pubblici: ma alla fine di questi, quanti ce ne servono davvero? E possono davvero esistere/resistere 23 strategie portuali in un solo paese? Per carità: anche qui! Eviterei un confronto con il sistema portuale spagnolo, ma mi affretterei a imitarlo; tra un po' anche i greci, che ci arrancano dietro (ma per quanto ancora?), ci supereranno nell'attrarre capitali e investimenti internazionali sulle loro coste!

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