27 giu 2006

l'onore ai tempi dei mondiali, in questa Italietta meschina

Un grande gregario, campione di fatica e serietà, salta nel vuoto. Credo che sia proprio lui, oggi, a pagare una depressione che è qualcosa di più di una vicenda personale. Viviamo tempi di una meschinità impressionante che ci tolgono il sorriso, da cui non ci si può difendere facilmente, per colpa dell'inarrestabile invadenza mediatica del peggio. Il calcio nella merda, le vallette di tutti i tipi sui divani del "potere", il declino economico e lo sfarinamento delle istituzioni (alle quali non basterà l'utile no del referendum), una deriva di quotidiane notizie sensazionali, dai principi puttanieri ai furbetti di tanti quartierini: queste scene di continue "invasioni barbariche" sono l'oggettiva dimostrazione di un marasma civile dal quale non riusciamo a venir fuori o solo la schiuma che viene a galla e che un nuovo spirito pubblico rimuoverà presto?
Questo nei media. Ma nella società italiana ci sono veleni ancora più forti, strutturali, che finiscono per intossicare con maggiori rischi: lo "spaesamento", il senso di precarietà del lavoro, il futuro senza valori (quali più difendibili, senza apparire ridicoli?).
Tutti contro tutti appassionatamente, tutti alla ricerca del proprio più meschino e debole tornaconto. Ahimè non ci sono poi troppo grandi differenze neanche nei due schieramenti politici.... Tempi bui, cui è giusto rimediare con la vacanza e la minor lettura possibile delle cronache. Purtroppo ci sarà sempre qualcuno che ne sarà sopraffatto, e che purtroppo cederà, per un lutto, un abbandono, un senso dell'orgoglio e dell'onore spezzato. Forse chi salta è un debole, forse un testimone scomodo di un malessere sempre più diffuso. Detto da uno juventino indignato.

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