21 lug 2006

Dai Blogger del Libano...

"Nobody knows how many rebellions, besides political rebellions, ferment in the masses of life which people earth."

"Il Mediterraneo si veste di nero". Sulle spiagge di Beirut si accumula il catrame e l'olio degli scarichi dei mezzi militari. Fino a pochi giorni fa c'era gente a prendere il sole...
Vedo, per fortuna, che D'Alema riesce a tenere a Roma mercoledi prossimo una conferenza diplomatica con molti paesi arabi, sia per preparare una tregua vera, sia per affrontare con gli USA la via d'uscita da questo nuovo pericoloso budello mediorientale.
Una volta tanto come cittadino italiano sono fiero di ciò che fa il mio governo; credo che non ci si debba rassegnare e che il pessimismo vada bandito attraverso azioni concrete.
Discettare di chi abbia iniziato lo scontro o interrogarsi su come si possa attestare una tregua "alla pari", mi sembra una sciocchezza, mentre nessuno si preoccupa dello Stato e del territorio del Libano violato ogni giorno. L'Iraq e le due guerre del golfo dovrebbero aver insegnato che la potenza militare genera e moltiplica disastri duraturi. Una missione ONU con il ritiro immediato di Israele è indispensabile, quasi quanto una continua pressione diplomatica sull'Iran e sulla Siria per fermare gli Hezbollah.
Ai purissimi della sinistra radicale proporrei di pensare, ancora una volta, che gli interventi umanitari (ma con forza militare ONU o Nato che sia) è necessaria come nel Kossovo. Per evitare guai peggiori!
Oggi l'amministrazione Bush e e i neo-con (Condoleeza Rice per prima) sono in serie difficoltà, interne e diplomatiche: presentano, infatti, al mondo un quadro desolante del dopo Iraq. Questa volta l'Europa può contare un pochino di più!

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