20 mag 2007

Ma quando cambia il management Telecom?

Leggo oggi che Riccardo Ruggiero, l'AD di Telecom, immemore dei suoi recentissimi e debolissimi piani di investimento - formulati all'epoca di Tronchetti Provera - sembra riprender fiato...Promette la Rete di Nuova Generazione e la fibra in casa dei milanesi in un solo anno (e data la quantità di fibra lì sotterrata posso addirittura crederci, Moratti permettendo). Non solo: è proiettato sulla banda larga e sulla ripresa dell'Unico (il telefono convergente fisso - mobile, bocciato qualche tempo fa da AGCOM) e dichiara che il 65% degli investimenti (15 G€ fino al 2009) andrà nell'Internet a banda larga....Con Telefonica ne sta già parlando!

Scusate, ma che succede in Telecom? E soprattutto tra i nuovi azionisti, e ancor di più nell'AGCOM? Tutta la dscussione sulla Rete d'accesso e sulla separazione funzionale/strutturale si sta insabbiando? Dal buon Pistorio a Ruggiero son tutti protesi a chiedere libertà d'azione e POCHE REGOLE, in omaggio ad una rinnovata voglia di capitalismo predatore nel campo delle NUOVE RETI TLC. L'occasione dello scorporo e dell'ipotesi di una costruzione "consortile" e " regolata" dell'accesso di TUTTI alla Rete e alle sue evoluzioni in fibra sembra svanire, O MI SBAGLIO?

Sembra, appunto, che la nuova proprietà italo-spagnola di Telecom non c'entri nulla con il futuro moderno delle Reti: abbiamo soltanto aiutato la Pirelli a uscirne senza naufragare? Calabrò, l'Antitrust e il Governo ( che assistono imbelli alle concentrazioni bancarie-finanziarie) hanno già rinunciato ad un qualsiasi ruolo REGOLATORE?

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