16 mar 2008

L'innovazione nascosta

L'ultimo numero di Nova di giovedi scorso ha scatenato un'interessante discussione anche in alcuni degli ambienti industriali che più frequento. Ricordo l'assunto di ITALIA INSIDE: gli indicatori tipo EIS (European Innovation Scoreboard) penalizzano il ranking italiano (al livello del Portogallo, ormai!)perchè tali indicatori non colgono a sufficienza il SENSO del made in Italy ed a volte non riescono proprio a catturare il valore degli investimenti nascosti o "sommersi", come dicono IDC e l'on. Realacci. Non so se l'accelerometro della ST di Catania e Agrate, "embedded" nell'i-Phone e nell'i-Touch, sfugga davvero alle statistiche dello Scoreboard: ma so per certo che non basta raccontarci quanto son buoni i NOSTRI COMPONENTI! Sappiamo fare l'innovazione moderatamente efficiente ed efficace (e gli esempi si sprecano) ma non riusciamo a fare prodotti e sistemi (riusciamo infatti a dare solo senso al gusto e allo stile, ed è già tantissimo, per fortuna!). Non perdiamo la testa a chiederci ancora una volta perchè esportiamo a valori crescenti verso la Cina (alla faccia di Tremonti), e cominciamo a fare i conti con tre fardelli terribili che ci portiamo dietro: a) "questa" Università e questo Sistema di Ricerca senza merito, ma con tanti diritti di anzianità ; b) la P.A. locale - e non - più ignorante del mondo e tecnologicamente analfabeta, amante degli arzigogoli barocchi come e peggio che nel Regno delle due Sicilie (...ed incapace di spendere bene una vera e propria fortuna di fondi europei per circa 21 anni); c) l'irresponsabilità "federalistica" degli 8000 campanili e delle 20 regioni che giocano a fare gli staterelli... altro che reti "lunghe" e "concentrazione" degli investimenti. Montagne di sprechi che generano nani...in tutti i sensi!

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