11 mar 2009

Le ali di Dio


Questa creazione di Adel Abdessemed per LE ALI DI DIO, tra un po' in mostra a Torino (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), mi evoca tante ipotesi ironiche-dolorose su come ci rapportiamo alle notizie infauste di questi "primi" mesi di crisi.
In fondo ci accompagniamo alla crisi "dolcemente", come nella foto dell'algerino Abdessemed (che turba sempre la scena delle città che lo ospitano con crudezze forse anche eccessive - quando mostra anche la crudeltà umana sugli animali...e lì ne avrei da dire per un pezzo...).
L'occasione di questo forte stimolo visivo mi serve soltanto per ripensare alla "distruzione creativa" di J. Schumpeter, nelle parole di Luca De Biase:

L'imprenditore, come dice Pier Luigi Celli, esce dal solco: etimologicamente, delira. È visionario, non perché veda come un folle quello che gli altri non vedono: ma perché vede ciò che gli altri non vedono e sa come condurli a realizzarlo. L'imprenditore, dunque, dice Schumpeter è leader. Leader di innovazione. Non semplice gestore del processo ma vero e proprio creatore di nuove cornici interpretative. È colui che supera i limiti del possibile. È la forza della distruzione creativa. È rivoluzionario. Non è, per definizione, conformista. È un eroe.......

L'imprenditore di Schumpeter non è una classe sociale. Non è uno status. L'imprenditore di successo può raggiungere uno status, una ricchezza, un potere rilevanti: ma non per questo resta imprenditore. Ma la sua funzione imprenditoriale è legata alla sua capacità di realizzare innovazione, contro ogni conformismo. E quando si siede sui successi raggiunti, o quando usa i successi raggiunti dai suoi predecessori in azienda, l'imprenditore cessa di essere tale, per trasformarsi in gestore o in rentier.


Credo che bisognerà "delirare", soprattutto adesso! L'innovazione sarà l'unico motore per uscire dalle secche attuali, ma con qualche idea "MOLTO FATICOSA". Ho la fortuna di vivere questa avventura nel bel mezzo del crollo di antiche certezze, a fianco di imprenditori coraggiosi; vedo che - anzi - servirebbe molta più fatica intellettuale per uscire, con ben altri livelli di tecnologie, e con una conseguente ri-organizzazione dei fattori produttivi, dalla stanca routine del "business as usual"...Eppure oggi bisogna riscrivere in fretta i manuali e l'ingegneria delle TLC, delle energie, dei servizi logistici, della sicurezza. Niente sarà come prima, ma ancora non sappiamo bene come! Vietato deprimersi!

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