4 ott 2009

Tecnologia delle Emergenze



Le dimensioni del rischio idrogeologico in tutto il Sud sono talmente note da provocare, oggi, molto più di uno scoramento passeggero, dopo Sarno, Messina e innumerevoli catastrofi in Calabria e Abruzzo.
Questa volta la Protezione Civile, scomodamente schiacciata sempre e solo nell'infausto ruolo del "pronto" soccorso, ha giustamente denunciato con parole dure chi non pensa MAI, ordinariamnete, a farsi carico della prevenzione della natura e dei territori.
Proprio mentre avveniva questa iradiddio venerdi scorso, ero in SMA a Noci, a perfezionare gli accordi industriali e commerciali per coprire tutte le esigenze di controllo, ispezione e allarme dei territori con un'alleata PMI d'eccellenza del nostro settore: la Faenzi di Grosseto
. La dimensione delle emergenze sismiche, idrogeologiche, fluviali, costiere e d'incendio boschivo hanno generato una gamma di soluzioni, di sistemi e di applicazioni che spesso, PUR USANDOLA, il Capo della Protezione Civile finge di dimenticare..Eppure le soluzioni e i mezzi di Faenzi e di SMA erano già al lavoro in Abruzzo a poche ore dal sisma, e garantivano anche il funzionamento delle infrastrutture elementari di primo intervento (comunicazioni, diagnostica dei guasti, ecc.).
In generale: non occorre, purtroppo, essere dei geni del marketing per scoprire che in Italia e ancor di più all'estero la nostra offerta nazionale in materia di Protezione Civile può diventare un marchio importante del Made in Italy...e tanto più se le tecnologie sono impiegate per la normale eliminazione progressiva delle cause dei disastri annunciati

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