30 nov 2009

Innovare i porti: navigare necesse est!


Dopo tre anni di attività, ieri si è concluso lo studio di sistema del progetto EFFORTS, guidato dall'italiana D'Appolonia, con un sacco di idee giuste e buone.
Certo, non si tratta di grandi dimostratori, ma il bello di EFFORTS, in quanto progetto europeo di ricerca è di tracciare una strada comune per alcuni temi spesso sottovalutati (l'ambiente e la sicurezza del lavoro, tra i tanti), che qui in Italia siamo costretti a impiantare come "desideri", spesso con bislacche architetture di consorzi di "Ricerca", che ruotano sempre intorno ai soliti nodi irrisolti della portualità italiana. Magari disconoscendo quello che si è già fatto di buono, e ripresentando "a finanziamento", pari pari, "nuovi" obiettivi di sviluppo su cose che rappresentano già "buone prassi" consolidate (e che si tratterebbe soltanto di mettere in VERO ESERCIZIO).
Ho visto in EFFORTS un ottimo lavoro su requisiti diversi dalla solita solfa italiana: spero sia una buona dritta per una nuova stagione di serietà anche qui da noi.
Come molti dei miei lettori più affezionati sanno, sull'agenda dell'innovazione logistica e portuale mi vado incarognendo sempre di più: è insopportabile che i Grandi sistemi nazionali e le ormai mitiche Autostrade del Mare continuino a rimanere sogni "immaginari", dopo tutti i nostri pubblici denari ampiamente versati nel vaso stracolmo delle retoriche e nelle tasche piene di alcune aziende privilegiate, con cui stride la povertà evidente dei risultati...

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