20 mar 2008

Sboom dell'e-government?


Le anticipazioni del Rapporto Assinform 2008 sono da "venerdi santo", cupe quanto basta. Provo a commentare un punto dolente, che è poi quello più sottolineato da Guerci (Thinktel) e Capitani (Net consulting):

Insieme alla discesa degli investimenti infrastrutturali in tlc, passati dal -1,5% nel 2004 rispetto al 2003, a - 4,7% nel biennio 2007-06, il quadro che emerge è quello di un fallimento della politica pubblica sull'informatica. Così invece di essere uno stimolo dello sviluppo, come avviene in tutte le economie mondiali che affrontano la globalizzazione come un'opportunità di sviluppo, l'informatica pubblica frena gli slanci d'innovazione del Paese.

"Gli italiani hanno una vera e propria fame d'innovazione e appaiono ben più lungimiranti di chi amministra la cosa pubblica"
I miei lettori ricorrenti sanno quale sia da anni la mia posizione in merito alle mitologie dell'egov; non per questo mi rallegro della situazione.. e degli esiti già previsti.Per cambiare passo, serve una professione di umiltà e di consapevolezza di "non sapere" da parte dei responsabili dei progetti di innovazione pubblica. Ed invece posso testimoniare che ogni giorno avviene il contrario: una burocrazia degna dei racconti di Gogol sugli impiegati della Russia zarista "lavora" quotidianamente a smontare la tela di Penelope dell'innovazione. Con argomenti allucinanti e irresponsabili, dai Comuni a tanti altri Enti Pubblici. Non a caso posso egualmente testimoniare le lodevoli eccezioni: di quadri e dirigenti che lavorano come tutti noi (altri) nelle aziende, ma si tratta appunto di un pugno di eroi, perfino malvisti quando si fermano negli uffici fino a tarda sera...PER USCIRE DALLA SOGGETTIVITA' E DALLE FACILI CRITICHE: il dato della mia opinione trova conferma in quello statistico dell'Assinform.
..la riduzione della spesa informatica riguarda solo la parte che viene posta sul mercato. Oltre la metà, infatti, pari a 1,5 miliardi di euro, finisce direttamente nelle casse delle società pubbliche in house, cifra che cresce di oltre 100 milioni di euro l'anno. I risultati di un'informatica che continua a essere applicata al di fuori di ogni criterio concorrenziale, scelta non attraverso selezioni sulle migliori offerte, ma per aumentare l'occupazione politica del mercato, si vedono in un e-government che non decolla, anzi arretra: i siti pubblici, infatti, sono gli unici il cui utilizzo è in netto calo.

Quindi: la spesa in ICT (quando faticosamente si mette in moto - specie al Sud) si orienta solo verso strane creature fuori del mercato. L'in-house + il gogolismo dei funzionari produce disastri annunciati. E SICCOME MI TOCCA ESSERE OTTIMISTA, BISOGNERA' AVERE ANCORA PIU' PAZIENZA: ALLA FINE TRA VESSAZIONI BUROCRATICHE E DILETTANTI ALLO SBARAGLIO (consulenti rigorosamente selzionati dalla politica) QUESTI DATI SI RITORCERANNO CONTRO LE STESSE AA.LL., E ALLA FINE TORNEREMO A RIVEDER LE STELLE. Speriamo che non sia troppo tardi.

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