30 set 2006

Digital Media in Italia e non solo

Leonardo Chiariglione è un ricercatore italiano illustre, di quelli che hanno cambiato il mondo (creando MPEG e MP3 fino ad arrivare poi a MPEG 4,7 e 21), e che proprio per questo è forse molto più famoso fuori dei nostri confini. Per me non è soltanto uno che guarda dritto al futuro, costruendolo, ma è un piemontese "tosto", che indipendentemente dai vincoli che avrà certamente incontrato nelle sue varie vicende "aziendali" dallo CSELT in poi, se si mette in testa un sogno, forse alla fine ce lo farà vivere. La sfida attuale sta nel manifesto e nell'iniziativa DIGITAL MEDIA in ITALIA (che trovate da un po' di tempo tra i miei link importanti), e sulla quale non è mai inutile intensificare la "propaganda".
Si tratta di salvaguardare la NEUTRALITA' DELLA RETE, proponendo una GESTIONE DEI DIRITTI DI PROPRIETA' INTELLETTUALE a salvaguardia di tutti (utenti, autori, web/broadcaster, costruttori di decoder e operatori TLC) nell'epoca della Larga Banda tutta IP. IL PUNTO FOCALE E' LA PROPOSTA DI UN SISTEMA DRM (digital rights management) INTEROPERABILE, che consenta l'accesso ai Contenuti Digitali senza discriminazioni di sorta, in un quadro di regole condivise, fino alla facilitazione dei micro-pagamenti elettronici per produrre una svolta radicale anche nel rapporto, sempre molto difficile in Rete, tra i clienti fruitori e i produttori/dententori di legittimi diritti.
La proposta è complessa dal punto di vista politico, normativo e giuridico (la tecnologia per l'interoperabilità dei DRM invece c'è già!), dovendo necessariamente tagliare le unghie ai decoder chiusi e alle varie proposte di business pronte a sfruttare le più diverse piattaforme digitali per capitalizzare vantaggi competitivi in esclusiva. Il lancio dell'iniziativa DIGITAL MEDIA IN ITALIA ha il grandissimo merito di essere una proposta IN POSITIVO per difendere anche la neutralità e l'interoperabilità del digitale nelle RETI A LARGA BANDA: come negli USA le telecom europee premono, infatti, per distribuire i new-media su reti a larga banda "proprie" che si chiudono al normale utente Internet non "abbonato" a quel provider/operatore particolare.
La risposta dei puri di Internet (alla Google o attraverso circuiti P2P più o meno pirati alla fine ) non è convincente dal punto di vista della difesa dei diritti di proprietà intellettuale fino a che non si inventano nuove regole di disciplina DRM, per es. sul modello delle licenze Creative Commons, ovvero del "copyleft" anzichè del "copyright". Ma lo scontro feroce tra questi due mondi rischia di generare nuovi fenomeni repressivi e mettere contro l'Internet l'industria crescente dei CONTENUTI DIGITALI.
E' un problema mondiale, chiaramente, ma Leonardo Chiariglione ci invita tutti a tentare per davvero qualcosa di originale e innovativo, proprio a partire dal nostro paese. " L'Italia ...potrebbe proporsi al mondo intero come nuovo paradigma di un Paese che ha saputo sfruttare pienamente le opportunità offerte dalla convenza digitale"
Non è un percorso facilissimo, ma credo che sia giusto e sacrosanto tentarlo a vantaggio del mercato, della libertà e dell'innovazione.
Bisognerà sentire un po' tutti, le autorità regolamentari, l'industria dei contenuti, Telecom Italia, DgTVi, Mediaset e SKY, Fastweb, Wind, i partiti, ecc. ecc....L'idea che mi viene subito è che valga la pena sperimentare PER QUALCHE PO' DI TEMPO il modello proposto dal manifesto DMIn.IT su una scala minore dell'intero Paese, magari con un decoder aperto, una sede RAI regionale, 1 TV locale pronta al DTT, un gruppo di autori musicali, una comunità di vidoeoblogger (alla Nessuno TV), un "canale" di ALICE TV ed uno del bouquet SKY.....Di più non posso dire, ma credo proprio che ci siano tutte le condizioni tra Bari e Napoli per fare un esperimento di questo tipo (con almeno 200 utenti di un Set Top Box aperto) e comincerei a lavorarci da Ottobre, con chi ci sta, nel quadro del nascente Centro di Competenza sull'ICT promosso dal Ministero della Ricerca e dalle Regioni Meridionali. Si tratta, rispondendo a questo bando, di fare una consortile mista non profit per diffondere e creare nuove condizioni di sviluppo innovativo tra e per le PMI del settore terziario del Sud: perchè non costruire una piattaforma di sperimentazione e supporto di nuovi processi di lavoro e produzione di contenuti multimediali che provi a metter su nuovi COMMONS e METODI OPEN SOURCE per applicazioni edutainment e business su IPTV e Multimedialità over IP? Magari a partire da una sperimentazione del tipo che ricordavo prima, con la logica di DMin.IT?

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