4 set 2006

IV LIBRO BIANCO sull'Innovazione DALL'ICT

Bene! E' uscito il IV Libro Bianco della Margherita, dall'Osservatorio ICT dello stesso partito.
Io che sono uno che viene dal grande PCI, e proprio per questo, appartengo a una tradizione politica intelligente, capace di guardare oltre l'appartenenza al futuro del paese, fingendo un po' ipocritamente che il nuovo Partito Democratico sia davvero dietro l'angolo, me ne congratulo e mi ci riconosco al 95%.
Dalla mia prima lettura deduco che molta della "verve" polemica degli altri precedenti Libri Bianchi cede il passo alla mediazione politica "governativa".
Era prevedibile. Non mi dolgo di questo! Condivido le priorità indicate, che sono nel solco dei precedenti indirizzi forti sulla Larga Banda e sulla centralità dei Contenuti Digitali. Questo documento parla molto di strumenti e non di singoli atti concreti: si vedrà....certo gli strumenti della partecipazione e del confronto tra Stato e Autonomie sono importanti, ma si deve ben capire il programma dei "100 giorni", altrimenti ci si avviterà in un dibattito senza fine.
Ciò detto, due cose: la prima sul concetto della neutralità della Rete, la seconda sui Piani per la Larga Banda.

Non mi convince il ragionamento sulla neutralità della rete, che rifiuta in modo esplicito il modello inglese (indicato come "difficilmente applicabile")

Esiste una concezione “pura” della neutralità della rete in base alla quale i dati in
transito non devono essere gestiti in alcun modo,l’attività deve essere di mero trasporto. Concezioni più evolute (che condividiamo) arrivano a considerare gli
elementi della QoS (Quality of Service), il livello di servizio per il quale ciascun utente paga un prezzo diverso. La rete deve, in base a tali concezioni,rispettare, in maniera neutra, i livelli di QoS per cui ciascuno ha pagato: se si paga una tariffa base il servizio deve essere base; se si paga, per la medesima banda, un supplemento, il provider deve specificare chiaramente a cosa tale supplemento corrisponde in termini di QoS. Ciò significa applicare trasparenza sulla gestione che si applica. Senza tale regolamentazione, anche prevedere un’infrastruttura di base di connettività a banda larga “all’inglese” sarebbe inutile.


Così la strada all'editore Telecom Italia è più aperta che mai, bisognerebbe essere molto più chiari sulle asimmetrie da introdurre nel nascente mercato IPTV. C'è da studiare più a fondo l'esprienza OFCOM! Senza farsi prendere dal panico di assestare qualche colpo a mamma Telecom (lo si fa per il suo bene alla fine!).

Seconda questione: cosa sono i piani regionali per la Larga Banda? Mi fa piacere, ancora una volta, apprendere che sono allo studio del Governo e delle Regioni. Ma di che si tratta, concretamente? Quando il sipario si alzerà troveremo ancora, al Sud, la Infratel? Vogliamo creare o no un mercato nuovo di ISP e WISP che puntino, oltre al servizio di trasporto, a fare ALMENO un po' di IP-TV (o di servizi multimediali) su Reti di accesso a Larga banda? Non mi sembra ancora chiaro l'approccio.....anche perchè Paolo Zocchi scrive sul suo blog, a proposito delle esperienze territoriali:

E’ però altrettanto fondamentale che questo approccio non lasci poi aperta la strada alla proliferazione dei “sotto-approcci”, che sia, in modo aperto, rispondente ad una regia e ad alcuni basilari indirizzi di fondo che ne garantiscano l’armonizzazione a livello nazionale. In altri termini autonomia nella scelta del meccanismo di innovazione nel quadro di una tutela e di un supporto garantito da una forte capacità di regia e di indirizzo che fino ad oggi è mancata e che, da ora, il Governo centrale dovrà fornire.
Il nostro intento è dunque quello di dare corpo agli strumenti per ridare ai processi di innovazione quella regia che sino ad oggi è sembrata mancare. E per fare questo abbiamo bisogno essenzialmente di due elementi molto concreti, ovvero la continua concertazione intergovernativa e il lavoro della Commissione Permanente sull’Innovazione Tecnologica nelle Regioni e negli Enti Locali, prevista dal Codice dell’Amministrazione Digitale e operativa a partire da Luglio 2006, un luogo di concertazione con le Regione e gli Enti Locali che dovrà assicurare l’indirizzo e la regia dell’innovazione tecnologica che oggi, sempre di più, vede protagonisti i territori.


D'accordo Paolo! La concertazione è importantissima, ma cerchiamo di capire come spingere ancora le iniziative sub-regionali (tipo Firenze wireless) senza far metter le braghe al mondo da nuovi regolatori "neo-centralisti". Il rischio è che ci siano troppe regole imposte da enti di Programmazione (e non di Gestione) come le Regioni, oltre quelle già forti del Codice delle Comunicazioni. In fondo sto ancora cercando di capire cosa succede della Larga Banda Infratel in Puglia E NON SOLO!

Insomma c'è da lavorarci non poco!

3 Commenti:

Alle 8:33 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Mi sembrano osservazioni coerenti. Forse potrebbe essere utile fare un punto, assieme. Credo davevro che la verve polemica sia un po' smarrita, ma non c'è dubbio che dobbiamo ritrovarla, anche stando al governo.
PZ

 
Alle 12:42 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

Su uno dei contenuti del Libro Bianco ti segnalo un mio post :http://cst.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1148917

Sulla prima questione che poni nel tuo invece ti rinvio a: http://cst.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1127598
Sicuramente la neutralità della rete nella PA sarà un tema che vorrei approfondire e che forse renderebbe qualificanti i contenuti della seconda questione che poni.
Il panorama su cosa contengono i piani territoriali telematici è meno entusiasmante infatti dell’idea di dotarsi di questi strumenti, perché da una parte rischiano di essere consuntivi (ho Y comuni in adsl su X enti locali) e dall’altra di ribadire quello che già si sta facendo (che è più open access che net neutralità).
Sulla concertazione e il ruolo delle Regioni ho le idee abbastanza chiare, poi le pondero constatando i costi della governance e la difficoltà a sostenerli e divento più tollerante. Ecco a loro l’ambiguo rischio che si gestisca e non si programmi e viceversa (a qualsiasi livello di governo territoriale ci si ponga). A proposito che succede con INFRATEL?
CST

 
Alle 9:20 AM , Blogger (Sa)verio massari ha detto...

Non l'ho voluto dire ESPLICITAMENTE, ma Open Access e Net Neutrality vanno a braccetto soltanto se si fa un'Agenzia Pubblica delle Reti, con qualunque gradualismo....Mi dispiace vedere che la spinta della Margherita si affievolisce sul TEMA CALDO di Telecom Italia. Non vorrei che il tronchetto, per dirla con Grillo, ci prepari un piattino indigeribile con Murdoch e Berlusconi. Ci vuole più accesso libero AND più editoria pubblica (sperimentale a livello regionale)con pari dignità dei colossi: altrimenti non si va da nessuna parte!

 

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