9 set 2006

Oltre la Fiera dei Luoghi Comuni.


Poche cose sono ad alto rischio di retorica, per un cittadino barese, come le inaugurazioni della Fiera del Levante: uno spettacolo rituale di buone intenzioni (sempre a rischio) e di autocelebrazioni imbarazzanti.A parte l'ascolto del Presidente del Consiglio, contano tantissimo le istanze che i politici locali rivolgono al Governo, nella giornata inaugurale.
Nichi Vendola, che pure avrebbe potuto liricamente cadere nella solita trappola della Porta d'Oriente e del Mediterraneo Mare di Pace, ha fatto oggi un discorso, come al solito bellissimo, ma straordinariamente concreto. Appassionato dalle terribili vicende umane di questi giorni nel Tavoliere ( come pochi leader politici sanno fare), non ha dimenticato il neoschiavismo degli immigrati, ma, in generale, ha tenuto un discorso molto ben centrato sulla verità della situazione regionale: in bilico tra una possibile imminente catastrofe economico-sociale e una speranza (finalmente credibile) di cambiamento e di futuro, articolata su fatti e misure concrete (a partire dalle infrastrutture).
Il Presidente ha offerto una sponda eccellente al successivo discorso di Prodi: credo che finalmente Vendola sia entrato in partita davvero, è stato preciso e decisivo sulle infrastrutture e sull'innovazione come mai mi era capitato di sentire da lui. E per fortuna le dispute sui rigassificatori sono rimaste sullo sfondo, dato che solo qualche giorno fa ha minacciato le dimissioni (cosa per me inspiegabile, ma perchè mai un rigassificatore dovrebbe fare "boom"? a Brindisi o dovunque?). Meno male che si punta a eolico-solare,e soprattutto sull'idrogeno.
Devo dire che Prodi, dopo di lui, è andato in cattedra ed ha spiegato ancora una volta cosa significa fare del Mezzogiorno la piattaforma centrale dell'interscambio Europa-Asia e quale ruolo decisivo abbiano i porti pugliesi. Certamente Taranto, ma anche Bari e Brindisi, vista l'enfasi che ritorna sul Corridoio VIII. Insomma, l'aria nuova si sente, pur con tutte le difficoltà, e per la prima volta si spera che l'asse omogeneo, politicamente, tra Roma e Bari possa fare la differenza.
Alla condizione che la "piccola" classe politica della coalizione, fatte le solite eccezioni, sia all'altezza di Nichi Vendola e Romano Prodi, e che quindi la smetta di litigare su nomine e poltrone, sulla miseria del sottogoverno quotidiano e si metta a lavorare (o far lavorare) chi ha voglia ed entusiasmo per cambiare davvero.
Prodi ha detto chiaramente che dopo la prima fase positiva dei Porti mediterranei, stiamo perdendo la competizione con la Spagna, e che dobbiamo vincere la "terza fase". Credo di sapere cosa intenda, e ne riparlerò diffusamente anche su questo blog, ma Prodi e i suoi ministri devono consentire rapidamente di MUOVERE i finanziamenti (perfino comunitari, non nazionali) per opere e servizi bloccati dalle Finanziarie di quel genio di Tremonti fin da fine 2004! Da cui discende l'assurdo dell'impossibilità di spendere un solo euro dei tanti fondi di investimento bloccati nei Porti (di tutta Italia), all'insegna del tetto di spesa sciagurato del 2%.

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