7 ott 2006

Da Livorno a Orvieto: nascita o morte del Partito Democratico?


Non sono Matusalemme, ho due anni meno di D'Alema e tanti in più di quelli di Gianni Cuperlo. Sono sufficientemente vecchio ("ho fatto il '68") per sorridere, senza incazzarmi, delle cronache da Orvieto del blogger Adinolfi, con il quale posso solo condividere la fede juventina. Già prima dell'89 Enrico Berlinguer (ma anche Ingrao, Pintor e Rossanda) mi avevano insegnato a diffidare del socialismo reale e a mantenere una costante ipocrisia tra palingenesi sociale e "riformismo" (qualunque cosa significhi questa parola...).
Pur avendo fatto il maoista a 20 anni, non mi considero un coglione: già nel '69 a Praga litigavo con i giovani comunisti duri e puri, e non solo per solidarietà con le ragazze di Praga. Ho abbandonato tutti i miti della tradizione comunista italiana, a fatica, ma con assoluto spirito critico (perfino verso Berlinguer).Ho capito, pur con tanti mal di pancia, il ruolo storico-politico di Craxi negli '80, sono d'accordo con il mio amatissimo Reichlin che Togliatti, se fosse vivo, lo farebbe subito il PD! Va bene! Ma tanto io al ceto politico dell'Unione, da Mussi a De Mita, da Mastella a Giordano, e tanto più ai loro nodi periferici non do molto credito, mica "vivo di politica". La politica vera, per me, è un'altra cosa, ma (scusate l'imprinting) sempre quella per cui il '68 incontrò la Sinistra: passione civile per l'equità sociale, la democrazia, la libertà. Allora: facciamo il Partito Democratico dal basso, sciogliamo e/o rimescoliamo le oligarchie senza troppi trucchi, seguirò il processo (la corrente) nuotando anche forte nello stesso verso, ma a due condizioni! La prima: non voglio buttare alle ortiche la mia stessa esperienza critica (personale e collettiva, di così tanti compagni) del Socialismo in Europa dal dopoguerra in poi, posso dimenticare la fondazione del PCI a Livorno (l'ing. Bordiga!), ma non tutto quello per cui originalmente lottavano Gramsci Togliatti Longo e Berlinguer, guai a chi mi chiede di rinnegare quella storia; la seconda: nessuna fusione fredda di interessi neo-corporativi, serve un programma coraggioso di trasformazione del mondo all'epoca di Internet, con una visione chiara
delle poste in gioco globali (e anche qui, se la politica politicante vuole soltanto giocare ad occupare posti di potere in ogni singola Comunità Montana di questo paese, fatevi tutti i PD che volete, io a questi giochini non partecipo da sempre...)

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2 Commenti:

Alle 12:09 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Non è che sorridendo soltanto senza l'arrabbiatura del caso lasciamo che la polemica per la polemica o meglio lo sberleffo per esseere poi osannati da 100,200 ecc... sia anteposto alla politica? Mi piacerebbe un suo parere.

 
Alle 4:40 PM , Blogger Undo ha detto...

Verio, sottoscrivo ogni tua riga!
Bravo
Flavia

undo.ilcannocchiale.it

 

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