23 dic 2008

I regali di Industria 2015

Confesso di nutrire molti sospetti sulle graduatorie di Industria 2015, soprattutto di quelle sulla Mobilità Sostenibile (che potete trovare sul sito del programma). Vedo un'encomiabile estensione dei partenariati industriali a PMI financo sconosciute (e spero che non siano solo bluff!), troppa ricerca accademica che "non pubblica su riviste straniere", i soliti noti "primi attori" del panorama nazionale (e ci mancherebbe!), ma il dato che più mi sorprende è la fantastica corsa verso la R&S in Trasporti e Logistica di aziende ICT pugliesi abituate più alla sanità che ai binari o agli interporti. Sarà che qualcuno in Puglia vuole occuparsi di "safety", e qundi di lavoratori a rischio di andare in ospedale...ma davvero vedo crescere molta confusione. La scommessa "critica" di Industria 2015 mi induce a riflettere anche sul post di ieri di Alfonso Fuggetta, in materia di sostegno pubblico all'innovazione.
Alfonso ha citato uno studio sui fondi pubblici destinati alla R&S anche in USA per testimoniarne la grande necessità generale un po' da per tutto nel nostro Occidente "sperduto". Di questi tempi mi sembra doveroso spendere qualche $ in più delle tasse anche là dove i valori assoluti di investimenti privati sono sensibilmente più alti...Ma proprio le note citate dal prof. Fuggetta segnalano giustamente qualche problema, in merito alla possibile e temuta sovrapposizione di fondi e di ruoli finanziari/decisionali di più agenzie USA verso gruppi di ricerca che fanno più o meno le stesse cose:

.....three major, interconnected weaknesses. First, the system carries decentralization to an unproductive extreme. Under current arrangements, it is entirely possible that five different government agencies might be supporting 30 different teams of technologists working on an identical problem without a full awareness of the duplication of efforts. This situation is a particular problem if different groups are unable to learn from each other in a timely fashion.


Ecco a me sembra che questo "errore" sia attivamente perseguito nel "nuovo" approccio nazionale di Industria 2015, con un'evidente gara a fare tutti un po' di tutto, alla faccia delle "masse critiche" di cui si parlava ai tempi di Bersani. Spero di sbagliarmi, ma sarebbe stato molto più saggio separare con maggiore nettezza i temi focali del lavoro di industrializzazione strategica, in modo da evitare qualche evidente duplicazione. A meno che i contributi finanziari alla R&S siano soltanto dovuti per evidenti ragioni cicliche... e che non sia il caso, allora, di piangerci addosso: meglio, sempre, che il convento passi qualcosa a qualcuno...la qualità sperata torna ad essere un optional.
Quella scarsa competitività internazionale che ci rimane in Italia, in qualche settore peraltro non banale, ha sempre bisogno di supporti pubblici (e su questo sono d'accordo!); ma si compete, alla fine, soltanto sui prodotti e servizi realizzati in ottica di mercato!

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