25 gen 2009

Novità fotovoltaiche a film sottile


La verità è che non c'è ancora alcuna centrale fotovoltaica attiva in Italia.
Mentre, invece, in Portogallo (apprendo dai forum di ecoblog):

Dopo circa tre anni passati fra la progettazione, il lungo iter burocratico e la costruzione della più grande centrale fotovoltaica del mondo, si è finalmente arrivati alla fine delle opere e quello che era solamente un progetto si è quindi convertito in realtà.
L’impianto in questione, che sorge nella città portoghese di Moura, ha una potenza di 46 MW e sarebbe capace di soddisfare i fabbisogni di energia elettrica di più di 30 mila famiglie, evitando l’emissione di 89.383 tonnellate all’anno di CO2. L’investimento ammonta a 261 milioni di euro e i lavori di costruzione e installazione sono stati eseguiti in un tempo di soli 13 mesi.
L’impianto è stato inugurato poche settimane fa e si presenta come un vero gioello di tecnologia capace, oltre che produrre elettricità dal sole, anche di desalinizzare l’acqua del mare.
La centrale di energia solare ha una superficie di 250 ettari nel quartiere di Amareleja, appartenente al comune di Moura (Regione Alentejo), vicino al confine con la Spagna.
La centrale è costituita da 2.520 pannelli fotovoltaici ognuno dei quali ha una superficie di 140 metri quadri (13 metri di lunghezza e 10,8 metri di altezza). Ogni pannello è a sua volta costituito da 104 moduli di silicio policristallino, per un totale di 262.080 in tutta la centrale. I pannelli sono capaci di muoversi e seguire i movimenti del sole in modo da poter captare maggior energia possibile.
La centrale di Amareleja aiuterà il Portogallo a conseguire gli obiettivi di un programma riguardante l’efficienza energetica e le energie rinnovabili, messo a punto dal governo del Portogallo e rispettare perciò gli impegni assunti. Per i prossimi anni l’obiettivo è quello di aumentare ulteriormente la potenza della centrale.


MA SIAMO ANCORA AL SILICIO POLICRISTALLINO, la cui efficienza è molto critica rispetto alle celle a film sottili.
Sto per occuparmi di questi aspetti (ma in generale, non certo solo nel merito dello specifico film sottile da depositare...) e mi sorprende comunque la cattiva informazione (ecologista?) sul Cadmio, come anche la frequenza degli sberleffi in rete alla Marcegaglia e all'ARENDI, che forse produrrà i primi moduli al tellorurio di Cadmio soltanto alla fine di quest'anno. La verità banale è che Corrado Clini (Min Ambiente) aveva ragione: questo è un mercato di utilizzazione certo, anche di questi tempi, ma che ancora una volta il sistema Paese non riesce a cogliere come opportunità di produzione. A meno che...ci vogliono progetti di produzione più innovativi!

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