12 lug 2009

Superior stabat lupus



Sì, il lupo sta sempre a monte degli agnelli che "inquinano" le acque, come nella vecchia favola!
Se ci pensate bene, è vero quasi sempre: chi domina le leve della paura e del ricatto non perde mai occasione di prendersela con i più deboli, e pretende quasi sempre di aver ragione.
Alcuni esempi:i poteri forti del petrolio e dell'energia contro i poveri del mondo in attesa di improbabili riscatti industriali; gli speculatori di Wall Street che giocano con i derivati finanziari, connessi ai prezzi delle derrate alimentari, e che se la prendono con gli africani che non sanno coltivare le terre "diserbate"; gli organizzatori del non-lavoro nell'amministrazione pubblica che poi fanno a pezzi i fannulloni "per vocazione", che - chissà perchè - si girano i pollici tutto il giorno anche perchè non saprebbero far altro; i sapienti cultori dell'emergenza che sbraitano tutto l'anno sulle fragilità "naturali" dei territori anche al fine di organizzare il "brillantemente" il pronto soccorso continuo, piuttosto che la prevenzione e la difesa dell'ambiente e delle persone; i fustigatori della malasanità che periodicamente si svegliano da quel torpore molto malato del cervello sociale che avrebbe potuto portare "accountability" e controllo informatico ai sistemi clinici e ospedalieri...
In generale, come già diceva Brecht dei banchieri che fondano nuove banche - i quali sono spesso più malvagi dei propri rapinatori (e con quanta ragione Brecht lo diceva solo qualche decennio fa..) - un buon pensiero critico deve svegliarsi dal sonno del senso comune ed esaminare con una buona lama tagliente le motivazioni dei lupi che si lamentano DALL'ALTO dello stato del mondo...
INTELLIGENTI PAUCA, in attesa di togliersi qualche sassolino fastidioso il più presto possibile!

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1 Commenti:

Alle 12:52 PM , Anonymous anna schena ha detto...

Caro Verio, il problema è che siamo un Paese ormai abituato a vivere in un perenne stato di emergenza e di certo la PC si intona alla perfezione in questo mediocre scenario. Siamo un popolo che dà il meglio di sé nelle emergenze (vedi le vicende Abruzzo, terremoto, l’avventura politica di Berlusconi). E’, infatti, dai tempi della Seconda Repubblica che si è consolidata in Italia una kafkiana cultura dell’emergenza non accompagnata da una correlata profilassi. Siamo un popolo precario e rassegnato e disarmato di fronte alle crisi economiche, ambientali e sociali che ci travolgono.
E’ accaduto a Napoli che nonostante le diverse denunce e l’appello accorato di Roberto Saviano, la questione rifiuti è stata affrontata solo dopo che il territorio è stato sommerso dalla “monnezza”. Così come è accaduto all’Aquila dove solo oggi ci si ricorda che esiste l’edilizia antisismica. Accade ogni giorno sotto i nostri occhi che un intero paese piegato da una delle più pesanti crisi economiche dai tempi del ’29, adotta provvedimenti che si rivelano prima ancora di essere applicati dei banali e inutili palliativi.
Se è vero che la necessità è la madre di tutte le invenzioni, allora perché ormai da circa 15 anni , a destra come a sinistra, i vari governi perseverano in politiche ignave, di gattopardiana memoria e per nulla credibili sotto il profilo morale ed etico?
Allora vale l’indicazione che il Gatto del Cheshire fornisce ad Alice: “Se non sai dove andare qualunque strada ti ci porta”…meditate gente!

 

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