20 mag 2006

La concorrenza in Informatica...questa sconosciuta!


Mi considero ancora un "socio fondatore" del primo Parco Tecnologico italiano, pur essendone fuori ormai dal '95- per libera scelta! Nonostante tutto, ci sono ancora affezionato, tra nostalgie da "alpini" per il tempo glorioso che fu e l'indignazione per la sua attuale deriva inquietante verso il modello "tutto pubblico" dell'Agenzia Regionale. Se oggi ne parlo, dopo esserne stato volutamente alla larga per tanto tempo - anche per non fare polemiche con tanti amici attaccati come l'edera alla "stabilità" del proprio "posto di lavoro" -, è perchè mi forza non poco l'attualità politica. I miei (finora) 80 lettori sanno di cosa parlo: della straordinaria opportunità congiunturale, politica e temporale, di RIDISEGNARE il sistema dell'innovazione regionale in Puglia.
Qualcosa di cui la Giunta Vendola deve accorgersi al più presto, senza indulgere a ulteriori attendismi che manchino la svolta programmatica necessaria per una Puglia Migliore: migliore anche nelle "agenzie regionali", dalla neonata ARTI (e purtroppo neo-orfana... del Ministro Nicolais ) alla vecchia Finpuglia, dai futuri distretti tecnologici ai fantasmi, appunto, dei Parchi Scientifici che furono....(basti pensare anche a Brindisi, oltre che a Valenzano).
Tecnopolis è tutt'altra "cosa", oggi, dalla teoria, e soprattutto dalla pratica, di un Laboratorio di Conoscenza Applicata e da una virtuosa fucina di trasferimento di Tecnologie, Saperi ed anche di Know-how organizzativo al territorio: ormai è mille miglia lontana da quella fabbrica di innovazione competitiva che i padri fondatori avevano creato e sviluppato dai primi anni '70 (invidiati da troppi soloni in tutta Italia) fino ai '90 (quando chi scrive, con i suoi colleghi, si confrontava con il mondo dei parchi scientifici in USA e Giappone....).
Se mi decido a scriverne oggi è perchè al recente Forum P.A. ho finalmente capito come viene vista DA TUTTI in Italia l'Agenzia Regionale TECNOPOLIS CSATA (ma con scarsissime informazioni vere,... neanche trasmesse dalla Puglia). Basta leggersi il rapporto di Ricerca di FORUM PA e Netics sul BenchMarking delle Società ICT Regionali.Tecnopolis dunque come CSI Piemonte, Datasiel,Laziomatica, Lombardia Informatica, l'ex CRUED umbro e il CRS4 sardo?
I questionari e le statistiche offerte dalla ricerca presentata a Forum PA non contengono dati e valori riferiti a Tecnopolis, che evidentemente ha avuto qualche legittimo imbarazzo a fornirli, forse per non aprire un confronto improprio con vere e proprie holding pubbliche regionali che fanno da più tempo sia il mestiere delle stazioni appaltanti delle proprie Regioni che quello della gestione e dell'esecuzione diretta di affidamenti "in house" (senza gara, per intenderci...).
Recentemente sia Assinform che tanti riformisti amanti della vera "libertà di mercato" hanno giustamente criticato il fatto che CSI Piemonte come anche Lombardia Informatica, Insiel ed altri, abbiano volentieri invaso il campo altrui (in altre Regioni) spesso in alleanza con propri Fornitori/Partner. Di Laziomatica si son viste le recenti scandalose gesta, per non parlare della situazione calabrese... Sembra proprio che questo modello, variamente articolato in ciascuna singola situazione storica regionale, generi soltanto dei "mostri" in nome dell' Interesse Pubblico, ma con comprovata scarsa attenzione al rispetto delle minime regole della concorrenza europea. Della qual cosa si dolgono più o meno ipocritamente le grandi aziende dell'ICT, ma soprattutto le PMI informatiche, costrette a fare catene ignobili di subappalto per le prime (spesso illegali perfino!)a favore di grandi commesse (in cui più o meno sono coinvolte le stesse agenzie regionali di ICT): infatti, in un "mercato" di tale fatta anche le aziende di eccellenza finiscono per ingessarsi nella caccia a grandi finanziamenti che partoriscono topolini...ovvero scarsi, invisibili e inefficaci servizi online per i cittadini. Lo scenario che il rapporto ICS di ForumPA ci descrive non farà che peggiorare questo stato di cose: leggete le ultime due pagine!Per capirci: va benissimo affidare, anche qui in Puglia, a Tecnopolis, il ruolo della stazione appaltante per l'Informatica Pubblica - purchè sia garantita per davvero la trasparenza delle procedure valutative -, ma sembra davvero importante che cessino immediatamente tutti gli altri veri e propri affidamenti "in house" da parte degli Enti ( e alla fine ce ne sono tanti! ), su altre materie dell'intervento pubblico, magari travestiti da studi e ricerche pre-competitive che finiscono per "seminare" a priori indirizzi davvero pre-definiti, altro che pre-competitivi...e peraltro mai discussi, neanche in sede politica.
Ma poi, quanta gente, quanti esperti, servono a fare la "sola" Stazione Appaltante? Quanto personale dovrebbe, invece, assolvere a compiti di sviluppo software e di R&S, per non essere da meno di CSI o di Datasiel, se quello è davvero il modello "pubblico" di riferimento anche per Tecnopolis? E sempre ammesso che le due cose possano stare insieme...
Non sarebbe meglio fare finalmente chiarezza, scorporando anche societariamente le diverse funzioni della holding Tecnopolis? Come già si potrebbe fare, forse, per il Centro Tecnico RUPAR (interno a Tecnopolis), che ancor meglio dovrebbe essere dedicato a reti telematiche pubbliche ancora tutte da organizzare e sviluppare nella nostra Regione. E non sarebbe il caso di ricreare un'armatura di servizi di Trasferimento Tecnologico industriali, certo con nuova linfa umana, a favore dei distretti che verranno (o meglio dovranno venire!)? Perchè navighiamo ancora nelle nebbie, quando si è alzato finalmente il sol dell'avvenire, da Roma a Bari, almeno sul piano delle prospettive politico-strategiche?
Mi sembra che la polemica nazionale che ho citato prima e gli scenari che tale studio traccia per i prossimi 5 anni di ICT Pubblica configurino un vero disastro "funzionale" per Tecnopolis, e per il mercato ICT regionale se non si riesce in fretta a cambiare. Definire missioni chiare e distinte per funzioni pubbliche diverse, piani industriali credibili relativi a Ricerca/Formazione/Servizi da Agenzia, conseguente organizzazione societaria (sempre pubblica, se si vuole, ma tuttavia senza sgambetti al mercato )
Ovviamente chi scrive non è vicino alle segrete cose dei poteri regionali in tale campo (e, ben inteso, non ha alcuna voglia di partecipare a inciuci di vario tipo, se mai reclama una discussione pubblica e trasparente!), ma ha sicuramente una chiara percezione dei problemi che sentono le maggiori forze di mercato nell'Informatica e nelle Telecomunicazioni, che, quando guardano alla Puglia e all'implementazione delle politiche di innovazione regionale, mi chiedono sconsolati un segno del cambiamento dei tempi. Ed io sempre pronto a rassicurarli: pazienza, tra un po' si cambia davvero....

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