13 set 2006

La questione Larga Banda al Sud, alla luce del possibile scorporo della rete d'accesso

A maggio scorso l'associazione dei Providers - e quindi Stefano Quintarelli non può dimenticarlo - si è stabilito di lavorare di comune intesa tra gli ISP italiani e l'agenzia (tutto-fare) di Sviluppo Italia per la diffusione di infrastrutture e servizi di Larga banda al Sud. Salutai con grande piacere la notizia, anche perchè la societarizzazione dei nuovi km di fibra ottica "deposti" nelle Regioni meridionali (tipicamente da gestire con modelli di business "ancora" da inventare tra le diverse Regioni e gli Enti Locali) apriva la strada, in questo modo, ad un mercato concorrenziale di utilizzo di un'infrastruttura "neutra" da parte di possibili nuovi operatori (di trasporto, ma soprattutto - a mio avviso - di erogazione di servizi MoIP).
L'ipotesi di cablaggio ottico anti-digital divide al Sud era peraltro supportata (inaspettatamente per me, confesso!)dall'idea (buona) di investire anche in apparati attivi e possibilmente anche nella predisposizione di backahaul wireless (con tanto di stazioni radio base già predisposte al wimax).
Ciò che dico è supportato da delibere della Regione Puglia e dall'accordo tra la stessa Infratel e i 14 Comuni del Nord Barese per estendere e articolare il programma di Larga Banda nell'area (vastissima) del cosiddetto PIT 2 (PIT sta per Programma Integrato Territoriale).
L'accordo annunciato con AIIP a maggio e la disponibilità a discutere/progettare, insieme tra Infratel e Comuni, anelli ottici territoriali che potessero alimentare anche la banda IP per nuove "reti magliate" wireless, mi fece cambiare opinione su ciò che prima consideravo uno sciagurato caso di "sovietismo" dirigista (di impronta statalistica più vicina al centrodestra!), uno spreco di denaro pubblico (c'è tanta fibra di Telecom che basta e avanza, anche da noi!) e, tutto sommato, un modo per aprire il mercato "endogeno" dei servizi e dei contenuti digitali.
Abbiamo quindi un piccolo caso (o grande, scegliete voi!)di incubazione di una possibile agenzia "pubblica" delle reti. Resta ovviamente tutto da vedere non solo sulla proprietà finale delle nuove reti, ma soprattutto sugli oneri della gestione e manutenzione e, alla fine, sulle capacità tecniche di sfruttarla e valorizzarla.
ALLA LUCE DI QUANTO AVVIENE A TELECOM, TRA SORPRESE E INDIGNAZIONI VARIE, VORREI AUSPICARE CHE SE NE DISCUTA IN MODO APERTO E TRASPARENTE. C'è o no una linea di "scorporo rete d'accesso" già attiva in Italia?
Il programma Larga Banda al Sud, sia pure a fatica va avanti, e in 7/8 regioni sono stati stipulati contratti (fino a tutto il 2008) per "superare" il digital divide meridionale e si scaverà un bel po' (alla Keynes? scavare buche e poi riempirle e basta?)
QUESTO E' UN DATO INEQUIVOCABILE, QUALUNQUE COSA SI DECIDA DI FARE, con il nuovo governo, DI SVILUPPO ITALIA, e della Infratel in particolare!
In attesa che qualcuno batta un colpo ( e non dubito che i ministri Nicolais e Lanzillotta siano già al lavoro, sui possibili nuovi Piani regionali della Larga Banda) mi viene da chiedere:

a) questa linea presunta "STATALISTA/regionalista" è davvero così nefasta o inefficace?

b) se si farà lo scorporo della rete d'accesso di Telecom (generalmente da tutti ben visto, a parte la questione TIM) è proprio necessario che lo Stato o il Pubblico la ricomprino a caro prezzo? RIPETO, anche al prof. Padoan che ne scrive preoccupato sul Corsera di oggi: IL MODELLO OPENREACH IN UK STA A DIMOSTRARE CHE SI PUO' NON RITORNARE ALL'IRI O AD UNA NUOVA MOSTRUOSA E INGESSATA AGENZIA PUBBLICA TOTALITARIA, PER DI PIU' INCAPACE DI FARE INNOVAZIONE PER LA RETE DI NUOVA GENERAZIONE.

c)per rimediare agli errori del passato bisognerebbe invece, a maggior ragione, fare l'OFCOM italiana. Ma è davvero impossibile? Saremo sempre bloccati dalle questioni TV (antiche, ormai) di RAI-MEDIASET?

Insomma: c'è anche una questione Sud in questo discorso sul futuro delle telecom! Dico agli amici residenti in Padania che in quasi tutte le zone industriali pugliesi (ma anche lucane e calabresi) non c'è l'ADSL anche se le centrali hanno i moduli DSLAM, che alla ricchezza delle dorsali esistenti fa da contraltare una perenne penuria di apparati attivi e di centrali intelligenti, e che la visione del wi-fi come "panacea per le zone rurali e montane" sarebbe la vera cura, INVECE, per i numerosi centri urbani della mia Regione!
Il Mezzogiorno è ancora "un paese in via di sviluppo", cui la mano pubblica, come in tutti i PVS del mondo, DEVE DARE risposte. Telecom Italia non le ha date in passato, ma la domanda e la fame di Larga Banda esiste, ed è una pre-condizione per impiegare al meglio i fondi strutturali depredati in passato.Non voglio neanche io una nuova IRI o una nuova Infratel per il Sud, chiedo soltanto che si facciano le Partnership Pubblico-Private per mettere il Sud nelle condizioni di correre, con la regolazione pubblica intelligente delle scarse risorse finanziarie disponibili.
Bisogna fare con la Larga Banda come per l'Acqua.............

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6 Commenti:

Alle 1:57 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

ma tu che sei entusiasta di infratel, mi spieghi, a tre anni dalla sua fondazione e scissione da Si, con 150 miliardi ad anno, quanti km di fibra posati e quante centrali sono state aggiornate? quante entrate in funzione? chi gestisce la rete ora? c'è un rapporto da poter visionare?

 
Alle 1:57 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

ma tu che sei entusiasta di infratel, mi spieghi, a tre anni dalla sua fondazione e scissione da Si, con 150 miliardi ad anno, quanti km di fibra posati e quante centrali sono state aggiornate? quante entrate in funzione? chi gestisce la rete ora? c'è un rapporto da poter visionare?

 
Alle 3:24 PM , Blogger (Sa)verio massari ha detto...

Scusa, anonimo commentatore, ma quando mai ho fatto capire questo entusiasmo? Tutt'altro, e proprio per le ragioni che dici e che ricordavo anch'io.
Ho semplicemente appreso "sul campo" (nel territorio che ho detto) della disponibilità (NON ANCORA VERIFICATA) a valutare disegno e topologia di una rete di alimentazione di Banda Larga in una "provincia" pugliese.....ma fatta con altri fondi NON Infratel.
Ma se davvero si fa la TERNA delle reti d'accesso, allora di INFRATEL non ce n'è più bisogno, se non per completare la bellezza di 400 Meuro di investimenti al Sud (in corso!)Resta il fatto che se mai io avessi avuto voce in capitolo,non avrei mai concesso ad una società di Sviluppo Italia di ingerire nei PIANI REGIONALI al Sud.
Spero di essermi spiegato meglio. Grazie del commento, comunque!

 
Alle 3:35 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

capito uin cavolo.
ma questi 150 miliari per tre anni di infratel dove sono finiti?

 
Alle 3:35 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

capito uin cavolo.
ma questi 150 miliari per tre anni di infratel dove sono finiti?

 
Alle 3:45 PM , Blogger (Sa)verio massari ha detto...

Ci sono state gare appaltate in tutte le Regioni Obiettivo 1, GIA' aggiudicate dalla stessa Infratel a diversi Cablo-Operatori Esempio: in Puglia la SIRTI dovrebbe eseguire un piano di circa 50 Milioni di Euro, cui IN CORSO d'OPERA (con altra delibera CIPE), sono stati aggiunti almeno altri 20 Meuro....Se mi chiedi chi monitora in ciascuna regione lo stato avanzamento lavori, mi fai la domanda del secolo!
Credo che neanche gli aggiudicatari siano felici, perchè gli ordini di esecuzione degli scavi per le fibre dipendono da loro (a Roma). Personalmente, è da maggio che cerco di conoscere lo stato dell'arte, ma non riesco ad avere UNA SOLA NOTIZIA CERTA!

 

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