21 set 2006

Trame di rete....una domanda a Scalfari

Leggo oggi su Repubblica un editoriale di Eugenio Scalfari, come al solito molto chiaro (direi perfino pedagogico in materia di capitalismo senza capitali) e con un titolo eccellente "CHI HA MUNTO LA VACCA DEI NOSTRI TELEFONI?". Titolo che, sinteticamente, gliela canta chiaramente a Tronchetti....
Purtroppo alla fine dell'articolo, sulla "sostanza" dell'affare TELECOM, parla di ciò che farà Rossi.E credo/spero proprio, ahimè, che abbia torto, pur conoscendo lui molto bene il nuovo presidente Telecom.
Cito il punto critico:

" Ovviamente Rossi è contrario ad un'ipotesi di intervento pubblico in Telecom e nella rete distributiva"


La sostanza, ripeto il mio modesto punto di vista, è proprio nello scorporo dei beni pubblici che sono stati munti per troppo tempo da (vari) imprenditori senza scrupoli
Domando allora: ma se da questa crisi non ci rimettiamo in carreggiata subito con UNA GESTIONE NEUTRALE DELLE INFRASTRUTTURE TRASMISSIVE E DI ACCESSO e nella logica dell'INTERESSE PUBBLICO e NAZIONALE, a cosa serve e a chi questo casino?
Non si tratta di ri-nazionalizzare niente. Ma credo che una Public Company che assuma, sotto la vigilanza di una fortissima Authority, il controllo dei beni pubblici (non solo il rame ma il backbone TUTTO, compresi gli apparati e le principali dorsali TELECOM)si possa formare soltanto con il concorso ALMENO del 30% dello Stato (attraverso CDP e Fondazioni). Altrimenti Rossi dovrebbe addirittura continuare la perversa idea di Tronchetti di scorporare per vendita! Ma a chi di grazia? Il modello Inglese di scindere dal Gruppo una italica Open Reach, a questo punto delle cose, è diventato davvero poco credibile, comunque scarsamente fattibile....vista la guerra per bande che si è scatenata e la storia degli ultimi anni di "rimpicciolimento" delle nostre TLC.
Ad una TERNA delle TLC possiamo arrivarci, quotando in borsa il 40-50% del capitale che mancherebbe ad una newco RETE-ITALIA, ma soltanto se lo Stato in qualche forma dà una mano. Ecco perchè Rossi, a mio avviso, continuando l'11 settembre alla rovescia di Telecom, dovrebbe proprio essere lui il primo a portare il CdA dell'azienda alla negoziazione con lo Stato.
Che aiuto di Stato, dal punto di vista UE, non sarebbe affatto: vista la natura della CDP (con l'intervento al 30%) e la "mission" delle Fondazioni (alla fine ci toccherà ringraziare anche la creatività di Tremonti!).
Come dicevo Rovati ha fatto un'ipotesi mica male!
Un'ultima cosa: come è fatta la rete Telecom? Anche questo (formalmente) è un mistero rigorosamente tenuto segreto. Se andate sulle ultime cose del blog di Stefano Quintarelli lo capite. Non voglio entrare qui nella discussione su SDH e ATM (sono altre trame, appunto!), mi limito a dire che una necessaria e trasparente "due diligence" prima dello scorporo deve accertare tutto di codesta rete. Di una cosa sono sicuro e posso testimoniare direttamente per almeno 3 casi "grossi" nell'Italia meridionale: sappiamo soltanto dai fornitori cosa c'è nelle centrali Telecom, ma mai dai venditori all'ingrosso di mamma Telecom (IRU e cataloghi "wholesale" inclusi). Per inciso: come si fa ad abbattere il "digital divide" nel Sud se nessuno certifica quanto è estesa e come funziona?

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1 Commenti:

Alle 10:49 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

A proposito della tua ultima domanda (com'è fatta la rete Telecom) ho paura che non lo sappia neppure Telecom... (stratificazioni di ere geologiche, cambiamenti di vertice e di strategie negli anni, ecc.).
Su tutto il resto, pienamente d'accordo con te.

 

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