19 dic 2009

Dividendi digitali..da mò vale?


Da oggi entra in vigore il pacchetto UE per la riforma delle telecom.
Nasce anche una sorta di Autorità TLC europea, il BEREC.
Staremo a vedere!
L'Italia è in un tragico ritardo su tutto, soprattutto sull'accesso universale alla Banda Larga, ed ha già deciso di utilizzare il dividendo digitale per rifare solo..TV...Puah!
Rimando a una parte del pacchetto Telecom per una chiara comprensione delle beffe italiane e della mia indignazione di merito: quella sull'uso dello spettro radio.
Ricordo che la direttiva stabilisce che:
....una serie di scenari di offerta e domanda di frequenze dello
spettro radio per un periodo di 15 anni a partire dal 2012. Ne è risultato che l’apertura di una porzione del dividendo digitale, ossia della sottobanda 790-862 MHz, ai servizi senza fili in banda larga entro il 2015, in tutti gli Stati membri e in condizioni d’uso comuni, permetterebbe di creare un valore aggiunto pari almeno a 17 miliardi di euro, rispetto a quello che si otterrebbe con iniziative nazionali individuali, valore che potrebbe raggiungere i 44 miliardi di euro in funzione del ritmo di sviluppo dei servizi senza fili in banda larga in questa sottobanda.
Per questo motivo lo studio ha indicato che l’apertura della sottobanda 790-862 MHz, a cui già stanno riflettendo numerosi Stati membri, costituisce la via più pragmatica per ottenere benefici immediati dal dividendo digitale
.


E questo è un punto a cui tengo molto di più che alla moltiplicazione inutile delle TV nazionali!
Ma nella direttiva ci sono anche gli spazi bianchi INTERSTIZIALI TRA LE BANDE dello spettro! E questo aprirebbe nel Paese natio di Marconi la rivoluzione della RADIO COGNITIVA (tema caro a questo blog!)

(settimo punto)
adottare una posizione comune sulla possibilità di usare i cd. “spazi bianchi” come dividendo digitale. Gli Stati membri sarebbero invitati a collaborare con la Commissione per valutare la possibilità di rendere disponibili gli “spazi bianchi”, ossia lo spettro inoccupato tra le zone coperte dalla radiodiffusione, per l’uso da parte delle radiotecnologie cognitive in base ad una serie di requisiti tecnici comuni in Europa.

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