19 dic 2009

Dividendi digitali..da mò vale?


Da oggi entra in vigore il pacchetto UE per la riforma delle telecom.
Nasce anche una sorta di Autorità TLC europea, il BEREC.
Staremo a vedere!
L'Italia è in un tragico ritardo su tutto, soprattutto sull'accesso universale alla Banda Larga, ed ha già deciso di utilizzare il dividendo digitale per rifare solo..TV...Puah!
Rimando a una parte del pacchetto Telecom per una chiara comprensione delle beffe italiane e della mia indignazione di merito: quella sull'uso dello spettro radio.
Ricordo che la direttiva stabilisce che:
....una serie di scenari di offerta e domanda di frequenze dello
spettro radio per un periodo di 15 anni a partire dal 2012. Ne è risultato che l’apertura di una porzione del dividendo digitale, ossia della sottobanda 790-862 MHz, ai servizi senza fili in banda larga entro il 2015, in tutti gli Stati membri e in condizioni d’uso comuni, permetterebbe di creare un valore aggiunto pari almeno a 17 miliardi di euro, rispetto a quello che si otterrebbe con iniziative nazionali individuali, valore che potrebbe raggiungere i 44 miliardi di euro in funzione del ritmo di sviluppo dei servizi senza fili in banda larga in questa sottobanda.
Per questo motivo lo studio ha indicato che l’apertura della sottobanda 790-862 MHz, a cui già stanno riflettendo numerosi Stati membri, costituisce la via più pragmatica per ottenere benefici immediati dal dividendo digitale
.


E questo è un punto a cui tengo molto di più che alla moltiplicazione inutile delle TV nazionali!
Ma nella direttiva ci sono anche gli spazi bianchi INTERSTIZIALI TRA LE BANDE dello spettro! E questo aprirebbe nel Paese natio di Marconi la rivoluzione della RADIO COGNITIVA (tema caro a questo blog!)

(settimo punto)
adottare una posizione comune sulla possibilità di usare i cd. “spazi bianchi” come dividendo digitale. Gli Stati membri sarebbero invitati a collaborare con la Commissione per valutare la possibilità di rendere disponibili gli “spazi bianchi”, ossia lo spettro inoccupato tra le zone coperte dalla radiodiffusione, per l’uso da parte delle radiotecnologie cognitive in base ad una serie di requisiti tecnici comuni in Europa.

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28 lug 2009

Internet Mobile anche sui 900 Mhz nella vecchia Europa

Se tutto va bene, da ottobre prossimo, in molti paesi UE la banda larga wireless si potrà "dispiegare" anche nel campo di frequenze storico del GSM, a soli 900 Mhz.
Ha deciso finalmente in tal senso il Consiglio dei ministri della UE, spinto da quella "vecchia talpa" dell'innovazione che è la Commissaria europea Viviane Reding (una con ..le palle, che mi piace davvero).
Sembrerebbe una notizia tecnica solo per gli addetti ai lavori, ma in realtà potrà essere una vera rivoluzione per i consumatori europei che vogliano accedere a Internet senza troppi ostacoli.
I servizi wireless di nuova generazione potranno liberamente coesistere con i tradizionali GSM, sfruttando quindi una frequenza finalmente "bassa", di quelle che cioè passano i muri...
Ne conseguirà una sana rincorsa dello stesso processo di utilizzazione razionale delle bande a 700 Mhz già in corso negli USA (da cui dovremmo imparare che la vecchia TV analogica va rimpiazzata con servizi Internet a banda larga, non con altre TV cosiddette digitali). Il mondo digitale, con questa de-regolazione, si avvantaggerà davvero del cosidetto dividendo digitale, costituito da un uso moderno e più efficiente dello spettro radio.
Si tratta di vedere, adesso, se l'industria di settore (e l'elettronica di base a supporto della "novità") salterà subito su questo spettro liberato, con quali contenuti e servizi.
Ma, qualunque cosa succeda, l'accesso alla rete sarà più facile e "ubiquitous", liberando nuove energie e fantasie. Fare l'UMTS (e seguenti generazioni) sui 900 Mhz significa ovviamente guardare con attenzione all'ecosistema di applicazioni inaugurato da Apple (e seguito da tanti concorrenti sempre più agguerriti), piuttosto che al solo accesso IP.
Diventerà, quindi, sempre più cruciale la questione di come si ripagano i contenuti offerti e i servizi multimediali (inclusa la vecchia TV) e sempre più importante la necessità di metter su una struttura efficace, diffusa e funzionante alla perfezione di MICROPAGAMENTI (..basti pensare che in Francia per tutto l'anno a meno di 4 euro si guarda tutta la TV sul proprio I-Phone). PERCHE' OVVIAMENTE IL PROBLEMA DEGLI EDITORI NON E' QUELLO DI REGALARE I CONTENUTI FOR EVER!
E mentre tutto questo avviene sotto i nostri occhi, in Italia perdiamo tempo con TIVU sat e con vecchia robaccia (palisesti sempre più imbarazzanti degli "editori" nostrani)...Dov'è una politica di promozione del "made in Italy" in rete?

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23 giu 2009

Morte del "cigno" Nortel


Un pezzo importante delle TLC mondiali paga - esattamente come nell'Auto - il prezzo della crisi.
Non c'è più spazio per tanti concorrenti, perfino in un mercato come quello delle TLC "mobili" che immaginavamo sempre in espansione.
Un grande attore dell'industria canadese e globale viene mangiato in un sol boccone da Nokia Siemens.
Per sostenere - a quanto pare - il peso e i costi della R&S per la 4^ generazione (LTE), e per star dietro più in generale alle promesse del Digital Mobile, NOKIA e SIEMENS (europei già uniti!) rilevano le reti wireless di Nortel per soli 650 Milioni di dolari e si riprendono 400 ricercatori (ma con l'impegno di riassumere il 10% della forza lavoro complessiva: circa 2500 persone).
Bene così: la bancarotta di Nortel (tutta intera) era di ben 4,5 MILIARDI di dollari!
Con l'acquisto delle reti e delle tecnologie wireless canadesi una Joint Venture Europea può fare passi da gigante nel mercato USA...dove anche Motorola non sta poi così bene...
Nel suo piccolo, questa storia mi ricorda un po' la recente vicenda FIAT in USA, e mi conferma in qualche modo che chi ha sale in zucca nel Vecchio Continente, può riposizionare i livelli competitivi USA-UE anche nei settori più avanzati: una cosa che non succedeva da tanto tempo. Bisognerà approfittare del "declino americano" o quanto meno DECLINARE DI MENO. Nulla sarà più come prima.
Eppure vedo che sulla stampa economica di mezzo mondo non si riflette mai troppo sul terremoto che sta devastando il terreno delle TLC, come se queste dovessero rimanere sempre esenti dalla crisi...
Il cigno muore.. ed io spero, almeno, che alcuni dei suoi BUONISSIMI apparati wireless siano pur sempre mantenibili...

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17 giu 2009

In UK la banda larga si deve pagare almeno un pò.. 7 euro l'anno!


Ho terminato la lettura del rapporto DIGITAL BRITAIN, e mi pare che se ne possa dire soltanto che è un buon esempio, anche e soprattutto in confronto con il già "abbandonato" o quiescente piano Caio italiano.
L'esigenza della banda larga UNIVERSALE ad un minimo di 2Mbits è ben motivata, come nel piano italiano, ma lì si stabilisce MOLTO SEMPLICEMENTE che per realizzare l'obiettivo di prestazioni "ugualmente uniformi" (oltre quel 60% già raggiungibile in breve tempo dalla Banda Larga) sarà necessario tassare con 6 sterline l'anno un po' tutti gli utenti, per consentire il servizio nel tempo a quel 30-40% di cittadini eventualmente"esclusi".
Tassare tutti gli utenti così' poco, per me, è la soluzione giusta...anche per evitare che l'intervento statale nelle infrastrutture (italiane) faccia altri sfracelli, come per le autostrade, le linee ad alta velocità ed altre pipelines a gogò...
La neutralità tecnologica della Digitalizzazione Britannica è bella chiara, e non tende a dogmatizzare affatto la centralità della fibra, come qui da noi..Anzi, si parla, e molto, dello spettro radio e dell'assoluta necessità di regolare un mercato aperto e competitivo delle frequenze, che eviti che in questo campo gli operatori mobili dominanti possano frenare i possibili nuovi entranti e sbarrare la strada a tecnologie, applicazioni e imprese che sullo "spettro liberato" potrebbero, a quel punto, più facilmente "riaccendere" nuove domande di servizio e una sana crescita del mercato "naturale" della banda larga.

PS: ..purtroppo per la regolazione del mercato noi non abbiamo l'OFCOM inglese, ma l'Authority che continua a tutelare gli interessi già costituiti, proprio al contrario del mestiere tipico di tutte le Autorità analoghe (per non parlare delle TV...)

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16 apr 2009

Declino del wimax e nuove speranze wireless


Che ne è del wimax? E' vero che sarà inevitabile il suo declino (come il Betamax Sony di qualche decennio fa, nella vana lotta contro il VHS sul mercato della videoregistrazione TV)? E' vero che quindi presto ce ne dimenticheremo, schiacciati dalla crescita esponenziale dell'accesso in mobilità da reti "cellulari" 3G e 4G /(LTE)? A giudicare dai tassi di vendita delle chiavette USB Vodafone sembrerebbe proprio di sì.
Oggi su NOVA 24 ore Alessandro Longo titola "il wimax è caldo", a proposito dei primi 4-5 mila utenti in Italia, salvo poi - correttamente - riequilibrare il titolo con mille dubbi sulle frequenze in uso (3,5 in attesa della più semplice e pervasiva banda, anche "mobile" sui 2,6 GHz) e sulla scarsità dei dispositivi che lo ricevano nativamente (su notebook, palmari ed anche sui non più venduti NOKIA wimax dell'immaginetta in calce).
In Francia è andata così male che quasi non se parla più. Ma in generale, in tutta la UE la frequenza 3,5 Ghz (quella che non "buca" i muri, tra l'altro...) si rivela un vero e proprio flop, che rischia di mandare in gloria anche i sogni del (futuro) wimax mobile, a conferma di tutti i dubbi sulla vendita all'asta delle prime licenze del wimax fisso.

Per chi deve investire, in un mercato niente affatto libero e competitivo come lo si disegna in teoria, è un bel azzardo scommettere contro la Banda Larga UMTS e 4G, oltre che contro gli Operatori incumbent (che comunque stanno lì a guardare e a sogghignare.. sulle "magnifiche sorti e progressive" del Wireless, mentre non fanno neanche molto di più in verità sul cablaggio delle case in fibra ottica).

La neutralità tecnologica dell'accesso, a mio avviso, dovrebbe restare sempre un MUST dell'iniziativa pubblica di promozione della Società dell'Informazione. Altrimenti si scatenano inutili guerre di religione sulle tecnologie piuttosto che sui servizi veri della Banda Larga. Non importa poi molto una disputa infinita tra fibre ed etere. Cosa accadrebbe, del resto, se il dividendo digitale guadagnato (forse) dalla fine della TV analogica in Europa servisse a un vero wimax capillare a 700Mhz? Mentre noi in Italia pensiamo di usare i canali liberati per nuove reti TV (sic!), altri come in USA già ci pensano e ci lavorano! La Commissaria europea Reding ogni giorno deve insistere su impieghi virtuosi ottimali del dividendo digitale. Quindi, per carità, niente guerre inutili sugli standard e sullo spettro: si finisce per sprecare risorse in inutili inseguimenti tecnologici (l'avvio del wimax in Europa ne è un esempio); alla fine ci vorrà un sano riequilibrio tra le diverse infrastrutture plurali per le Comunicazioni in Banda Larga, ma ci penserà davvero il mercato.
In ultima istanza ciò che conta non è la comodità o la gratuità dell'accesso alla Rete, nelle sue diverse forme tecniche, quanto la disponibilità semplice (gratis o low cost che sia) di servizi di pubblica utilità per la nuova cittadinanza digitale. Le reti wireless municipali, in tutto il mondo, gratuite, sponsorizzate o co-finanziate che siano, sono ancora ai primi vagiti (nei contenuti e nei servizi), anche se fantasticamente utili da San Francisco a San Pietroburgo. Basta girare con un Iphone nelle diverse città del mondo per rendersi conto - tariffe 3G a parte - della necessità di generalizzare un accesso UBIQUITOUS alla rete, e mica solo nelle città turistiche..

A me, banalmente, sembra che gli hotspot wi-fi (e augurabilmente wimax nel futuro, non mi importa a quale frequenza) siano altrettanto necessari quanto un buon "campo" di telefonia mobile (e lasciamo perdere, per carità di patria, le polemiche sulle tariffe di roaming...o quelle sull'arrivo di Skype nei nuovi smartphone: è tutta un'altra storia che puzza fortemente di conservazione accanita dei profitti esistenti!).
Allora: mi appassiona l'accesso, non la specifica tecnologia che lo consente! Mi servono applicazioni e servizi utili EVERYWHERE, ANYWHERE.
MI SERVONO SERVIZI PUBBLICI LOCALI IN RETE FACILMENTE ACCESSIBILI IN MOBILITA'.
E' un bisogno che sarà "primario" sempre di più, ad ogni latitudine. E sempre di più (sia attraverso il Wimax o l'HIPERLAN) nei luoghi meno innervati da fibre ottiche. L'hot spot wimax sulle Murge o sulle Langhe, al centro di Parigi o di Trani, dovrebbe fare (anche per gli utenti in mobilità) esattamente lo stesso identico mestiere di un "campo" 3G. Certo: è importante sapere quanto pago, ma ancora più importante è poter consultare una directory di servizi intelligenti, localizzati, efficaci, utili!
PERCIO' IL DISCORSO SI SPOSTA INEVITABILMENTE SUI CONTENUTI E SUI SERVIZI: che inevitabilmente devono essere retribuiti per non soffocare in culla... NON SO BENE ANCORA COME SI POSSA COSTRUIRE UN MODELLO DI BUSINESS SOSTENIBILE NELLE RETI WIRELESS PUBBLICHE, a parte quello che DEVE pagare il sistema pubblico (telesorveglianza, cultura, turismo, ecc.), ed è forse proprio per questa ragione che sembra più facile lasciare il campo alle reti degli operatori tradizionali.."se vuoi l'accesso a Internet lo paghi e basta, dal tuo cellulare", alla faccia degli eroici sostenitori del wireless civico.
Tutta la polemica sulle reti wi-fi cittadine mi sembra viziata non poco da questa relativa immaturità di una nuova economia dei servizi erogabili anche in mobilità, all'aperto e in spazi pubblici. Credo che la storia che vediamo farsi, davanti a noi, dell'IPhone e dell'Android ci aiuterà a trovare le giuste soluzioni socio-tecniche-organizzative. Ma proprio per questo è bene che la cittadinanza digitale wireless - wimax o no - POSSA E DEBBA ANDARE AVANTI comunque. Ciò che deciderà non è la frequenza, libera o meno che sia, ma un (economicamente) sobrio repertorio di servizi..se sull'Applications Store dei dispositivi mobili di domani ci fossero servizi efficaci pubblici, chiunque li pagherebbe volentieri, magari con micropagamenti su borsellini virtuali (che ancora non ci sono..).

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19 feb 2009

Piccole rivoluzioni


A Barcellona, quest'anno, c'è stata o no una innovazione significativa nel mondo digitale "mobile"? L'annuncio congiunto di Nokia e Skype, a ben guardare, mi sembra una ben povera cosa...per carità, la comodità di avere - senza le complicazioni dei palmari Windows Mobile - un semplice accesso a tutte le funzioni del messaging su PC e, quindi, un potenziale VoIP di massa, è una buona notizia. Ma contraddetta - nello stesso istante - dalla "esclusività" Nokia! Giustamente molti notano come Skype ci vada piano nel mondo della telefonia cellulare, e dice giustamente Alex Longo: si schiera dietro un "potente" del settore, per non rompere troppo le uova nel paniere degli Operatori mobili.
La vera piccola rivoluzione, come il VoIP sul fisso, consisterebbe nella placida generalizzazione di Skype su tutte le marche telefoniche e nella eventuale caduta delle tariffe di terminazione sulle reti mobili (cavallo di battaglia degli Operatori TLC che hanno costruito con sangue e sudore - ormai asciugato? - le reti 2/3/4 G): un argomento molto "hot" per adesso, potenzialmente in grado, ALLORA SI', di sconvolgere il mercato delle TLC.
Ammesso che le resistenze conservatrici cadano, per me la notizia è, naturalmente, una micro-rivoluzione. Da tempo vado sostenendo, in logica full-IP, ben altra grossa rivoluzione: vi rimando al mio post del settembre 2006:
Everything is going digital, and everything digital is going mobile
Insomma: di un mondo digitale pervasivo ha bisogno o no l'Internet delle cose?

PS: dedicato a una collega "ritrovata" che si occupa di Industria e Innovazione

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6 dic 2008

Nord Barese wireless a confronto con Venezia in fibra e senza fili


Vincenzo Zaccaro, Sindaco di Andria e Presidente del PIT 2




Il PIT2 è un'area di 14 Comuni del Nord barese con circa 600.000 abitanti (da Bitonto a Molfetta, fino alla sempre "nascente" provincia Barletta-Andria-Trani, che prende tre Comuni al Foggiano) nei quali da gennaio comincerà a funzionare la più grande rete wireless municipale del Mezzogiorno. I servizi in rete "municipali" (o pubblici) del Sistema Digitale Nord Barese (SDNB) sono particolarmente orientati alla Videosorveglianza e alla Sicurezza Territoriale Integrata, ma anche a fornire una gamma di servizi multimediali in una vera Intranet a Banda Larga tra le Amministrazioni (tutta wireless, anche perchè una certa INFRATEL SpA dello Stato Italiano, che aveva promesso tanta fibra in giro per la Puglia, ma anche con tanti soldi della Regione e del CIPE, nel frattempo s'è squagliata..(ergo, domando: come per il CNIPA, si va a CHI l'HA VISTO?). Il progetto è davvero molto ambizioso, e ci lavoro dal 2006. Abbiamo esplicitamente rinunciato al can can mediatico sui "cantieri in corso", volendo ottenere sul campo - prima di suonar le trombe - il totale collaudo di un'infrastruttura piuttosto complessa e articolata (e per di più realizzata con poco meno di 4 Milioni di Euro). Ma ieri la Repubblica enfatizza, invece, l'annuncio di un progetto ibrido (fibra e wifi) a Venezia per i primi mesi del 2009, di scala economica sicuramente più ampia, e mirato alla fornitura di accesso "gratuito" a Internet per la cittadinanza e per i turisti in Laguna. Un intervento ancora in corso e di cui mi permetto purtroppo di vaticinare il probabile fallimento, anche con qualche sofferenza "ideologica": perchè ancora una volta altre Amministrazioni si avventurano, senza studiare le esperienze mondiali già fatte (per non dire del Codice delle Comunicazioni italiano), verso la perdita di un sacco di denaro pubblico nel vano sogno di pagare Internet a tutti (per quanto tempo?), come se l'Amministrazione si dovesse mettere in concorrenza con i proprietari dei bar, dei pub e degli alberghi che in tante città del mondo (ma certamente!) offrono analogo servizio. Il nostro Nord Barese Wireless, con la ragionevole possibile eccezione di qualche hot spot pubblico dove la politica abbia deciso diversamente, ha studiato un po' di più, e forse meglio, tecnologie, norme e situazioni gestionali adatte a rendere stabile e sostenibile per almeno 10 anni l'iniziativa. Intanto abbiamo deciso (e questo noi comprende certamente il Presidente del PIT2, i Sindaci dell'area, e soprattutto la Dirigente dell'Ufficio Unico del PIT2, Maria Luisa Caringella, una che a differenza di tanti altri RUP "pugliesi" il diritto amministrativo pubblico lo conosce davvero) che, visto il dettato dei codici europei e nazionali, non dovevamo neanche pensare di scimmiottare direttamente un INTERNET PROVIDER, o costruire altre nuove società di servizi pubblici locali, quanto creare una Concessione di servizi ad Operatori di mercato. Secondo punto: la concessione delle infrastrutture wireless realizzate con fondi pubblici deve retribuirsi sul mercato PRIVATO/PUBBLICO e sviluppare la rete, in condizioni di totale neutralità tecnologica e garanzie di EQUAL ACCESS anche per altri, puntando ad un ritorno cumulativo di royalties ai Comuni concedenti (che poi le re-investono nel miglioramento della rete e dei servizi stessi); e tutto questo senza alcun onere manutentivo sui Comuni proprietari, dato che questi costi se li assume il Concessionario, in diminuzione degli oneri/prezzi di concessione. Terzo punto essenziale: la rete è "muni-wireless" ma simultaneamente aperta allo sfruttamento commerciale da parte del Concessionario, ciò che semplifica seriamente gli insormontabili problemi organizzativi e tecnici che tutte le esperienze analoghe in Italia hanno incontrato (da Milano e Roma wireless a Firenze ed oggi a Venezia), allorchè si pronuncia la magica parola "gratis" per l'accesso. Insomma, se perfino Google a San Francisco e centinaia di città nordamericane hanno cambiato rotta sul wi-fi a gratis, ci sarà pure una serie di ragioni valide, o no? Lo dico io che ancora volentieri cavalcherei l'ipotesi di una distribuzione wireless universale sulle frequenze analogiche lasciate libere dalla vecchia TV (per intenderci un OBAMA DREAM!). Non credo che VENEZIA wireless sarà tanto più "fortunata" del Nord Barese, e forse un confronto tra le diverse esperienze (non solo tecnologiche) potrebbe giovare a noi tutti. A Milano, apparentemente la città più cablata d'Europa, e quindi meno avida in teoria di banda larga, lo stesso progetto Wireless "municipale" (c'è anche lì!) avanza in mezzo a tante simili difficoltà organizzative e guiridiche, certo non tecniche, perchè nell'attuale contesto di mercato (dove peraltro non sappiamo davvero se il wimax ce la farà mai ad arrivare) prevale paradossalmente un approccio molto pigro, anti-ecologico e dissipativo come l'ADSL su rame. Insomma le chiacchiere sono tantissime, la confusione politica è grandissima, e la speranza "rivoluzionaria" del wireless rimane - giustamente a mio avviso - una pragmatica questione di chi paga. Quest'estate a San Pietroburgo non c'era canale ove andassi che non fosse liberamente ben wi-fizzato, ma appunto a carico di singoli privati volenterosi (e nella città natale di Putin). Quando invece è il Sistema Pubblico a doversene far carico, bisogna pensarci bene e accuratamente... A parte la tecnica sulla quale tornerò presto, il Nord Barese - a mio avviso - farà presto scuola!

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12 lug 2008

Scandalo iPhone 3G

 Davvero non mi aspettavo le file notturne davanti ai  negozi Apple di mezza Europa per  l'iPHONE 3G...
C'è da dire, per la verità, che lo scandalo c'è, se è vero che la gente non arriva mediamente alla terza settimana (in Italia e non solo!) e stringe la cinghia.

Cosa c'è di talmente sexy nelle ultime offerte Apple? Ad esempio la miss, qui a sinistra, commentava su un blog americano, qualche giorno fa, la riduzione di qualche centinaio di $ del prezzo di vendita dell'Air MacBook (sul quale, cribbio, sto scrivendo questo post). Dubito, però, che siano le novità "professionali" di cui vado dicendo da mesi (MobileMe, Exchange, multi-touch, ecc.) ad attrarre i consumatori. E quindi lo scandalo sta per davvero nella rilevanza dell'immagine sulla sostanza, nella nostra povera società odierna; ma ancora una volta: che differenza fa  tenere in mano l'iPhone il primo o il decimo giorno dall'uscita ufficiale? non capisco...
Questo dato di fatto mi farà sospettare di tutti gli utenti del melafonino che incontrerò per strada, quasi come di tutti gli utenti  non "professional" del Blackberry...Ricordo che quando i miei amici di DADA lo introdussero in Italia (era il '97!), già allora mi chiedevo quale bisogno compulsivo mai  ci fosse di scambiarsi mail in piena mobilità e  vaticinai facilmente che servisse per lo più a fare il verso agli americani (alla maniera di Alberto Sordi). Beh, credo proprio che - al di là dell'ovvio bisogno pratico che ne abbiamo noi "addetti"  o "addicts" informatici - la gente continua a farsi del male, in nome  e per conto del  proprio improbabile stato SIMBOLICO. Povero il Paese che si perde dietro simboli globali, belli ma incompresi...

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9 lug 2008

Il diavolo sta nei dettagli





Il Google Phone ritarda, ed ecco allora spuntare una piccola killer application, apparentemente innocua, ma SENSIBILE!

In attesa del mio iPhone 2 (prenotato per venerdi prossimo) ho provato Talk su un IPOD Touch di 16 Giga, con grande soddisfazione. Per carità niente di straordinario, si tratta di un instant messenger un po' più sofisticato, ma il potenziale rischio è che gli SMS siano un po' sotto scacco. Con una potenziale estesa comunità di gente con G e I - PHONEs in mano, effettivamente, l'instant messaging e il chatting guadagnerà consensi e gli SMS sembreranno molto poveri... Mi interessa il lato tecno-sociale della cosa: i ragazzi di tutto il mondo potrebbero chattare con maggior gioia attraverso simili dispositivi. Un altro scacco agli enormi proventi di rapina che si fanno ancora sugli SMS......
Il mondo digitale diventa mobile, i contenuti sono sempre più "live" e generati dagli utenti.....peccato che il sistema pubblico e istituzionale italiano riesca solo ad immaginare "portali" di "contenuti" simil- TV (ma della vecchia TV analogica).


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6 lug 2008

Innovare la sanità con i tag HF

Sto cercando di capire i veri motivi di un allarmismo, quasi folle a mio avviso, sull'interferenza elettromagnetica tra infrastrutture RFID e ospedali "elettronici"...Comunque non è il caso, non potrà mai esserlo, del sistema BTS (Trasfusioni sicure con tag RFID), anche perchè queste soluzioni lavorano su frequenze HF, comunque molto lontane dal caos "elettromagnetico" del mondo 2,5 Ghz o UHF.
La cosa incredibile - a mio avviso - è che l'articolo pubblicato su JAMA di Giugno (Journal of American Medical Association) riferisce di un'indagine svolta ad Amsterdam IN UN AMBIENTE NON CLINICO!!! Ce n'è abbastanza per convincersi che qualcuno sta cercando di fermare un'impetuosa innovazione (negli USA soltanto, però) che qui da noi muove soltanto i suoi primi seri passi.
Ad esempio: l'iniziativa della 3FID del Gruppo Intini, tra Tor Vergata, San Giovanni Rotondo, Policlinico di Bari, ecc. ha ormai superato con successo la sperimentazione IN CAMPO del sistema di sicurezza transfusionale. Credo che la diffusione commerciale del prodotto/servizio 3FID sia molto più che "un" business, ma una radicale innovazione sociale che farà risparmiare milioni di euro ai sistemi sanitari europei e soprattutto eviterà guai incalcolabili di malasanità a decine di migliaia di pazienti. DIREI CHE ANCHE QUESTO E' RILEVANTE, per agganciarmi al post precedente!

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21 giu 2008

Mobile me


Preferisco bloggare molto poco di questi tempi, soprattutto sulla vita politica che (finalmente) torna agitata... Non certo per merito dell'opposizione (che d'estate ...non se la sente e rinvia a settembre!), quanto per colpa della nuova palude di fantasie e illegalità in cui ci sta precipitando il governo Berlusconi/Tremonti, che mi sembrano un ben tristo deja vu. MA APPUNTO: CI SARA' TEMPO PER TORNARE AD AVER VOGLIA DI PARLARNE. Adesso fa caldo.
E poi, sempre di più (già lo so), mi toccherà frequentare persone, cavalieri e condottieri, anche locali, di magnifiche sorti e progressive del centrodestra sul terreno complicato della logistica mediterranea. Come se, appunto, le questioni della intermodalità sostenibile fossero di destra o di sinistra! Mi viene da piangere... Capisco gli interessi forti e immobiliari, che sono variamente sparsi sui due fronti, e si riconducono alla geografia, ma non riesco a capire la visione ego-geografica (per usare un neologismo) accampata da tanti per rivendicare ruoli e posizionamenti che nulla hanno a che fare con reti di trasporto, traffici e/o scambi concreti di merci... LA FANTASIA E' SCHIACCIATA DALLA MIOPIA, LE BUROCRAZIE "LOGISTICHE" PUBBLICHE LO SONO ANCOR DI PIU', SEMPRE ATTENTE AL PRESUNTO "COMANDO" SULLE PIATTAFORME CHE DEVONO RENDER SERVIZI ALL'ECONOMIA E NON CERTO AGLI OCCUPANTI POLTRONE..... Bah! In ogni caso sembra che almeno in queste terre, io possa aiutare a far chiarezza. Purtroppo "quelli di sinistra" che se ne occupavano - distrattamente - hanno altro per la testa, adesso! Parliamo d'altro, e di cose belle e utili: MOBILE ME sta per arrivare tra noi.
Come sempre sono del tutto d'accordo con il prof. Fuggetta, che giustamente mette l'enfasi che serve su questa svolta epocale delle piattaforme mobili (l'Exchange che approda in casa Apple), e di cui sempre di più si occupano i media. IO SARO' IL PRIMO E PIU' ACCANITO CONSUMATORE DI MOBILE ME, MA COME HO GIA' DETTO, PREFRISCO SUGGERIRE AI MIEI CLIENTI AMBIENTI PIU' TESTATI, IN CUI IL PALMARE WINDOWS CONTINUA A FARE IL SUO BRAVO MESTIERE (pur senza iTouch!).

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11 giu 2008

E se nella lotta tra iPhone e GPhone vincesse Windows Mobile?

Ho ricevuto due giorni fa la mail ufficiale di Apple per l'uscita di I-Phone 3G (l'11 luglio p.v.) e si intensificano pari news sul Gphone, sull'altro fronte...Ma l'Android, qui a fianco, è lungi dal nascere e guadagnarsi i galloni sul campo (per es. di applicazioni mobili QUI e ORA).

Andrà a finire, molto semplicemente, che per le applicazioni mobili di Polizia Municipale cui sto pensando qui, seduto nella hall di Fiumicino (e utilizzando - non a caso - una PC Card HSDPA Vodafone), ricorrerò a palmari Windows Mobile 6.1, purchè dotati di Java Machine adeguata. I palmari ci sono e hanno a bordo tutto...anche un buon GPS e nuove API per vari pacchetti Open Source. GOOGLE sbrigati, allora..! Mia cara Apple, non riesco a pensare ai tuoi iPhone in mano ai vigili urbani, sarebbero davvero un bel po' fighetti! Il fatto è che le applicazioni per l'iPhone non sono, neanche quelle, proprio dietro l'angolo, mentre il vecchio caro Pocket PC divenuto Mobile 6.1 mostra doti concrete di robustezza e una variegata offerta - anche open source - di programmi di "ambiente" ben più familiari. Quando poi penso alle applicazioni di logistica per flotte sempre più complesse e articolate di mezzi pesanti, una volta di più credo che i palmari Windows siano la soluzione più conveniente, almeno per un bel po'...

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7 giu 2008

In Spagna l'iPHONE a 90 euro!


Che dire? Speriamo che anche in Italia si possa spuntare lo stesso prezzo, sia pure con un contratto biennale obbligatorio (immagino sia con TIM che con Vodafone). Sembra che sarà Steve Jobs in persona a spiegare le mirabolanti strategie delle Mela, forse già questa prossima settimana.

Dato che questo paese va a pane e cellulare (non più a pane e fantasia, ...l'amore già sparì da un pezzo...), prevedo assalti ai forni che neanche il Manzoni saprebbe descrivere, alla faccia delle soglie della povertà!

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28 mag 2008

Sul wimax: un post di Google sul suo blog!


Giustamente i comunicati stampa di Google sono post di un blog aziendale! Vi si spiega molto bene, senza tanti giri di parole di illustri analisti, il motivo dell'investimento di 500 M$ (tanto per cominciare!) nella nuova attività di Clearwire su rete Sprint (wimax a 2,5 Ghz), di cui parlavo qualche giorno fa a proposito di Intel e wimax USA.
Quindi, a fianco di Intel (ma anche di Motorola), i big ci credono davvero. E' in inglese, ma leggetelo comunque con attenzione: è un inno alla rete libera e allo spirito di Internet. Comunque io vi leggo pure la scommessa molto sfidante di Google su ANDROID, una possibile vincente INTERNET APPLIANCE per la mobilità digitale: il "telefono" del futuro...
E PENSATE: ANDROID E' SOFTWARE APERTO! Torna qui la discussione sugli sviluppi di software open su iPHONE e/o su ANDROID: che sarà un bel tormentone dei prossimi due-tre anni.

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25 mag 2008

Centrino 2 (wimax), a quali frequenze?


Sembra proprio che Intel acceleri sul wimax, facendone la base strategica della propria offerta wireless. Intel stessa, sul suo sito, rinvia infatti alle analisi di FORBES e promette un nuovo CENTRINO a 2,5 GhZ (come anche rilevato da Punto Informatico)per fine giugno di quest'anno.
Il problema vero, per noi, è che il wimax italiano non va a 2,5 ma a 3,5 Ghz!!!. Auguri a tutti i provider wimax italiani! Penso che, purtroppo, abbia tanta ragione QUINTA e che l'elettronica di consumo guiderà lo sviluppo delle TLC...Bisogna darsi una mossa, allora, e far riflettere un po' di più l'ingegneria italiana delle TLC e delle TV (digitali) sui 700 Mhz e sul wimax a 2,5 (materia dello switch off analogico, o no?)...Altrimenti sarà bene - da giugno prossimo- , stare molto attenti a che PC acquistate, con quale Centrino 2 o piuttsoto con un vecchio arnese confinato nel wifi-n?

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12 mag 2008

Perfino la Gabanelli può sbagliare..


Sull'elettrosmog wi-fi grande confusione, alla faccia dei pesanti limiti italiani sull'EIRP ammissibile di 1 W per l'Hiperlan! Nonostante la mia assoluta devozione a Santa Milena, devo prendere atto che il servizio clonato dalla BBC è stato giustamente sotto schiaffo ANCHE LI' per l'eccessivo ascolto dato alle preoccupazioni di Sir William Stewart, stimato ma parziale Chairman of the Health Protection Agency nel Regno Unito.
Come riporta Stefano, la BBC DEVE TORNARE PRESTO SULL'ARGOMENTO.
Per dare voce equilibrata ad altri punti di vista...

A proposito del principio di cautela: se non conosciamo i possibili effetti delle onde e-magnetiche, possiamo sottrarci alle stesse? Ok, il fatto è antropico, ma ricordiamoci che siamo continuamente esposti a raggi cosmici e a frequenze anche molto basse in prossimità di grandi reti elettriche (sicuramente più nocive: vedi effetti su mucche al pascolo sotto tralicci di elettrodotti a 50 Hz, ma 380 KV). Che significa la cautela, quando non ne sappiamo ancora molto (su frequenze e cellule umane)? Non usciamo di casa per via dei raggi cosmici che ci bombardano anche nelle nostre stanze da letto? E che dire allora delle potenze irradiate dai mobili, a distanza di pochi mm dai crani della gente? Per cautela li spegniamo? Bah..! Meno chiacchiere e studiamo di più le direttive dell'OMS (ovvero il metodo che ha prodotto i limiti ammessi)....

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23 apr 2008

Bugie sull'I-Phone e Telecom

Mi sembra molto utile la riflessione di Luca sulle improbabili gesta del prode Luciani...

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17 apr 2008

e il wifi dell'EXPO 2015?

Il dibattito aperto da Alfonso Fuggetta sull'utilità o meno del wi-fi mi lascia basito. Comprendo e condivido le ragioni di Alfonso su una sana disciplina di neutralità tecnologica, anche nel mondo wireless, ma molto meno l'implicita critica alla pochezza dei mezzi (del wi-fi) rispetto alla telefonia 3G (che peraltro evolve verso LTE, a dimostrazione che l'802.11x ha ancora molto da dare, come sanno i possessori di dispositivi Apple). Laicamente, e fermi restando i fini dell'accesso universale a Internet, mi chiedo se i miei amici milanesi, sotto sotto, stiano mettendo in discussione le proposte muni-wireless per l'EXPO 2015.
Forse i costi dell'operazione sono ben altri da quelli immaginati solo pochi mesi fa? : tuttavia, a me non sembra che si possa ragionevolmente attaccare, sul piano degli investimenti, il progetto Milano wireless.
NULLA E' GRATUITO, d'accordo, ma una struttura pervasiva di accesso IP nella città dell'EXPO mi sembra ben più accettabile dei tanti grattacieli in costruzione a Milano (ed a costi sicuramente frazionari!).

CIO' DETTO: LE RETI MUNI WIRELESS (del mondo) NON SONO SOLTANTO HOT SPOTS, MA BEN ALTRO! L'obiettivo non è tanto l'accesso gratuito a Internet (chi paga allora? Questo è vero!), quanto la costruzione di applicazioni di interesse pubblico in Rete Privata Virtuale tra utenze pubbliche (da aprire all'accesso ad Internet soltanto a precise condizioni di utilità e redditività). Mi sembra che i nostri modelli italiani/europei di reti municipali possanno essere più sostenibili, e gestibili secondo diversi modelli di business e/o di Pubbica Utilità. Anche i fallimenti USA degli hot spots "per tutti" andrebbero visti caso per caso: ci sono ancora casi di successo come a Filadelfia e poi molti tentativi di riposizionamento di business e di "mission" pubblica in tante altre metropoli, tanto più oggi, anche alla luce del wimax sui 700 Mhz. Qui da noi occorre porre molta attenzione alle finalità operative delle muni-wireless, al di là degli HOT SPOTS per i turisti delle grandi città. NON SCOPRO NULLA DI NUOVO! MI SORPRENDE, TUTTAVIA, CHE QUESTA DISCUSSIONE NON FACCIA I CONTI, A MILANO, CON LE LUCIDE POSIZIONI IN MATERIA DEL PROF. DECINA, DI CUI RIPROPONGO LE SLIDES DEL LUGLIO SCORSO, PER AIUTARE A FAR CHIAREZZA A ME STESSO E AGLI ALTRI, eventualmente interessati.

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10 apr 2008

Se la Cina fa lo standard LTE...

La Cina sta provando ad affermare il suo sistema 4G, saltando la fase UMTS e negli USA lo standard emergente LTE (anche sui 700 Mhz, lasciati liberi dalla vecchia TV) minaccia il giovane wimax (che Sprint ritarda ancora!). CI SAREBBE DA APRIRE UN BEL DIBATTITO TECNOLOGICO SUL FUTURO DELLE TELECOMUNICAZIONI ANCHE IN ITALIA, ma non è certo questo il momento giusto! L'Italia si trastulla con altro, in questo periodo elettorale...

La metto giù così: da quando si è capito (io l'ho affermato in tempi non sospetti su questo blog)che le frequenze per l'ALL IP pervasivo erano quelle dello spettro della vecchia TV analogica, l'industria dell'Internet Mobile, o se volete della telefonia cellulare, ha cominciato a sperare/capire che il vettore dei bits fosse una frequenza ben conosciuta... e sempre più BASSA! Al punto che la distribuzione di 80 Mbits su singolo terminale LTE mette giustamente in crisi anche il wimax ed il wifi. Non a a caso LTE sta per LONG TERM EVOLUTION del programma 3G/4G! TUTTAVIA, FINO A QUANDO NON SIA DISPONIBILE LA BANDA 700 Mhz, e fino a quando non si compia una vera rivoluzione tecnica nelle reti UMTS/HSDPA (e ci vorrà tempo, alla faccia della Cina), mi sembra poco credibile decidere di sbarazzarsi del Wireless Municipale.
Alfonso Fuggetta la pensa diversamente e si pone il problema della INUTILITA' del wi-fi cittadino. Mi sembra che i costi e i tempi della LONG TERM EVOLUTION si pongano, tuttavia, su scale temporali e dimensioni di business diverse; se le comunità municipali e le reti di servizi pubblici locali vogliono affrontare e risolvere problemi concreti devono comunque fare i conti con la creazione di infrastrutture wireless leggere (che poi non costano così tanto), alla condizione (per me ovvia) che siano accessibili e sfruttabili anche in logica LTE. Non ho una risposta così chiara e certa, e sto cercando di approfondire il tema...ma io sto piantando così tanti rami HIPERLAN/wi-fi di interesse pubblico, che devo preoccuparmi per forza delle tenuta e dell'evoluzione delle celle che stiamo disseminando nei territori. Credo che il punto di vista del CONSUMER per l'accesso a reti IP in mobilità sia una una visione parziale. E poi siamo proprio sicuri sui costi di Impianto e Gestione Operativa della LTE (CAPEX/OPEX)? Certo che i Signori delle TLC partono da numeri ben diversi e da scale operative di tipo globale. Stiamo a guardare, ma attenti ad altre forme di digital divide...il mercato vero è sempre quello contendibile, non quello congelato dagli interessi forti!

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8 mar 2008

Alta velocità su treni "grand vitesse"

Il wimax mobile è stato provato con successo sui treni francesi a grande velocità. Anche sui prototipi a 350 KM/H! Banda larga per passeggeri che vanno (evidentemente) di gran fretta! Pensiero semi-ironico: e sui lentissimi treni italiani, non sarebbe a maggior ragione necessaria una connettività efficace? Il wimax dà il meglio di sè in mobilità, molto più che l'UMTS: per la semplice ragione che è nato su protocollo IP, mentre l'UMTS è figlio del passato, di un'elettronica che digitalizzava solo la voce! La concorrenza alla 3G sarà sempre più rapida ed efficace da parte del wimax, ma solo nella misura in cui si inventino servizi appropriati.I terminali e gli smartphone nascono come funghi, quest'anno Intel mette fuori i primi chip wimax e wi-fi "n". Ancora una volta l'elettronica Nokia e Blackberry darà una grande scossa, Bravi coloro che ci hanno creduto...

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