6 apr 2007

Il manifesto di Stefano Q., la spugna di Guido Rossi e il capitalismo di Capezzone


Mi associo buon ultimo al manifesto "industriale" di Stefano sulle Telecomunicazioni, con la vaga senzazione che la giustificatissima stanchezza del prof. Guido Rossi (stanchezza del Paese, non della sola gestione di una Telecom allo sbando) - ed al quale dovremmo pensare di edificare una stata equestre in Piazza Affari - rischia di farci gettare la spugna. Invece no!
E' proprio in questi momenti che vale la pena ricominciare a studiare e a pensare nuovi modelli di business per la Società della Conoscenza. Sulle infrastrutture portanti e strategiche di un paese - che a dispetto della globalizzazione, rimangono COMUNQUE le TLC oltre che le reti energetiche e di trasporto - qualcuno si erge a vestale del libero Mercato, dimostrando di non aver mai studiato nè la storia economica del Capitale con la C maiuscola, nè le cronache dell'illegalità contemporanea (per es. di un Tronchetti qualsiasi).
Peccato! A me Capezzone stava per diventare un volenteroso simpatico, ma l'ho sentito su Nessuno TV ieri sera e mi ha disturbato la Pasqua....Quanta foga (tutta basata su pettegolezzi di Palazzo!) contro le "manovre" di Rossi, Prodi e D'Alema, in nome delle bronzee leggi della libera circolazione dei Capitali. Pensavo che il ragazzo fosse più acuto e che avesse qualche lettura in più: se questi bravi ragazzi mi dimostrano che in qualche parte del mondo e nella storia del Capitalismo Industriale la mano invisibile ha operato davvero, gli chiederei scusa sinceramente..
Questi difensori della moderna ATT dimenticano velocemente come l'Antitrust USA (quindi lo Stato!) abbia smembrato la prima gloriosa Bell e come il vero LIBERISMO (di cui cianciano invano) si nutra di regole RINFORZATE da AUTORITA'. Per favore vogliamo fare lo stesso in Italia e in Europa?

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4 apr 2007

Lo stato dei Porti...altre reti da innovare

Per non ammorbare i miei 4 lettori solo con la crisi Telecom, vi ripropongo una riflessione su altre criticità del sistema paese. Zeno D'Agostino e Sergio Bologna, che di logistica si occupano da un bel po' di tempo, hanno prodotto un rapporto esaminato oggi da Assoporti. In estrema sintesi
"Emerge l’indicazione per i porti di "mettersi in rete" con le infrastrutture logistiche interne....
Inoltre il rapporto indica, tra i fattori chiave di sviluppo per la portualità, l’efficienza del servizio ferroviario"
Ma a me sembra che stiamo andando bene, comunque, dopo una disastrosa e prolungata assenza di interventi (infrastrutturali e finanziari). Certo la logistica, come dice Sergio Bologna, è ICT!
Spero che i Presidenti dei Porti lo comprendano davvero e la mettano in cima alle proprie priorità.

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Bernabè dove sei?


Impressionante e divertente: Gad Lerner fa rivedere stasera all'Infedele sulla 7 (di Telecom!) il Franco Bernabè della Telecom del '99 sotto OPA. A un certo punto, a proposito degli americani, dice più o meno:
ci ridurremmo soltanto a fare la forza vendita o al Call Center
. Meditateci su, anime belle del mercato.....

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Guido Rossi , alla guerra con Tronchetti


L'assoluta mancanza di stile di Tronchetti Provera non ha paragoni. L'esclusione del presidente Guido Rossi dalla lista del Board Telecom (destinato, peraltro, a farsi da parte, almeno nelle sue intenzioni, in poco tempo), la dice lunga sulla cafoneria del capitalista più incapace della storia repubblicana. Quest'uomo, salutato da molti come persona abile (?) negli affari suoi (?), non solo ha depredato la Telecom e rischiato di far fare bancarotta alla Pirelli, ma mi sembra un emotivo caparbio. Comunque vada, Olimpia la venderebbe allo stesso prezzo anche ad altri, oltre che a Carlos Slim. Novello ATTILA? Vuole lasciare il deserto dietro di lui? Che la Principessa Afef, che lui proprio non merita, ce lo porti via da altre inutili risse. Tanto, se capisco bene il presidente Rossi all'Assemblea TELECOM ci va lo stesso. Si sieda accanto a Beppe Grillo!

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Nasce a Lecce il primo distretto high tech della Puglia

Ce ne saranno altri due; uno a Bari sulla meccatronica (sotto la guida dell'ITIA di Franco Jovane) ed un altro sull'agro-alimentare a Foggia. A Lecce le nanotecnologie di Roberto Cingolani si sono guadagnate l'attenzione e il rispetto di tutto il mondo scientifico internazionale. Ma c'è grande attenzione anche all'ICT e all'e-business...Ne riparlerò moltissimo nei prossimi post. Ma oggi è festa inaugurale per il Salento e per Lecce. Volevo solo dire adesso che sento di dover ringraziare il vero padre di questa iniziativa: il prof. Aldo Romano, senza la cui tenace dedizione all'innovazione e al Mezzogiorno, non sarebbe risorta questa speranza di riscatto e di progresso. Lasciatemi essere un po' retorico ed anche un po' orgoglioso di essere stato un suo modesto allievo. Grazie Aldo! Avremmo bisogno di cento uomini come te (dorsianamente) per continuare ed estendere il tuo insegnamneto in Puglia, in Europa e nel Mediterraneo.

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3 apr 2007

I satrapi difensori del mercato

Si è scatenato, come era ovvio dopo il "colpo" di Tronchetti, il dualismo liberismo-protezionismo, nazionalismo - globalismo, industria - finanza , profitto - rendita....E' un'orgia di opinioni interessanti, in alcuni casi divertenti, quando si consideri come molti satrapi delle rendite monopolistiche italiane (autostrade, reti gas ed elettriche, ecc.) si ergano a difensori del mercato, sol perchè un'azienda ancora pubblica come Enel conquista finanziariamente l' ENDESA spagnola e quando perfino le nostre banche più illuminate, dopo aver ben spremuto i propri clienti, son pronte a comprarsi tutte le "industrie" declinanti (non Telecom, a sentire Unicredit, ma l'Alitalia sì!).
Passi per i nostri satrapi a basso rischio e a forte propensione finanziaria, ma l'opinione di molti stimati bloggers (come Bonacina o Mantellini) che il "patriottismo" de noantri sia demodè e fuori luogo, non mi piace per niente!
La posta in gioco sulla RETE d'accesso delle TLC non è questione di giochini politici e NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON LA SACRALITA' DEI CDA (ma quale mai, caro Sircana? Il sacro di Tronchetti l'avevamo capito da tempo....).
Ho detto in tempi non sospetti cosa pensavo della nazionalità delle telecomunicazioni e torno a sostenere con forza tre questioni: a) REGOLAZIONE FORTE E ANTITRUST DEL MERCATO, b) SCORPORO DELLA RETE D'ACCESSO, ANCHE SE DI PROPRIETA' PRIVATA DI TUTTI GLI OPERATORI, QUINDI NON SOLO EVENTUALMENTE STATALE, c) INNOVAZIONE E RICERCA SULLE RETI E SUI SERVIZI, DI INTERESSE PUBBLICO ESSENZIALE.

Può darsi che abbia ragione Grillo (meglio chiunque altro di Tronchetti), ma non c'è niente da scherzare su queste altre questioni decisive per il nostro futuro. Non credo che manchino del tutto in Italia capitali industriali e finanziari tanto pavidi da non pagare una buona uscita anche più alta alla Pirelli, il problema è che devono avere il conforto di "un sistema Paese" (finanziario e politico) molto più coeso di quanto non sembri in queste ore.
Non volevo morire democristiano, ma mi sa che non ce la faccio (basti guardare ai congressi regionali della Margherita); non volevo morire di solo monopolio Telecom, ma mi sa che se l'ATT o anche solo la Telefonica se la pappano con pochi milioni d'euro (quelli che bastano al deficit Pirelli), la rendita di posizione continuerà in eterno...........

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2 apr 2007

La Telecom ai messicani e Cuccia si rivolta nella tomba!

Carlos Slim è il terzo uomo più ricco del mondo, dopo Bill Gates e Buffett. La storia, Marx e Steve Jobs insegnano che bisogna diffidare delle ricchezze accumulate troppo in fretta: è quasi sempre vero che l'accumulazione primitiva nasconde qualche grande sfacelo di morali e di leggi (spesso antitrust)...Nel nostro caso la medaglia di bronzo sul podio della ricchezza globale ( che, secondo molte mie fonti incrociate, è la vera mente dell'acquisto a "libero mercato" del 30% di Tronchetti in Olimpia) ha avuto un grande sponsor nel Presidente messicano Salinas, ai tempi di altre privatizzazioni selvagge e senza regole in quel paese. Simili signori si ritrovano sempre insieme, si fiutano a distanza di oceani: i grandi capitalisti hanno un intuito formidabile non tanto nell'industria e nella tecnologia, quanto nell'azzeccare i tempi della mossa vincente..in genere ai danni dei consumatori e dei cittadini. Il Messico, dove tanta gente passa il tempo a ingegnarsi per immigrare in USA (per fame, letteralmente!), è la patria dei grandi successi monopolistici di Carlos Slim (un simpatico libanese levantino, all'origine) che oltre ai telefoni possiede praticamente il 90% dei supermercati, dei ristoranti, delle assicurazioni, ecc. BERLUSCONI AL CONFRONTO E' UNA MACCHIETTA! Magari fosse stato lui a comprarsi Telecom da Tronchetti. Questo Slim, in combutta da molti anni con la NON piccola ATT (che infatti non è la gloriosa ATT di una volta) è già con un piede MOLTO PESANTE nel controverso e ricco piatto del controllo di Telecom Italia. Purtroppo stasera ho sentito e letto troppi commenti (perfino politici), TUTTI TROPPO LIBERALI E POSTMODERNI, che si preoccupano di smentire e di moderare le preoccupazioni di Prodi e Bersani della prima ora. TUTTI A SOSTENERE IL LIBERO MERCATO...(E quindi l'ingresso degli stranieri.MA QUANDO MAI? CUCCIA DAVVERO SI RIVOLTA NELLA TOMBA!). SLIM, APPUNTO, SAREBBE IL LIBERO MERCATO?Non sono certamente sulle posizioni della cosiddetta "sinistra radicale" e non condivido affatto le argomentazioni dogmatiche e pregiudiziali contro il "gioco" dei capitali globali in movimento sul fronte della debolissima Italia, TUTT'ALTRO! Ma proprio da un punto di vista liberale, visti gli attori in gioco, e considerate le metodologie di Slim ci andrei molto piano a festeggiare gli imprenditori stranieri. Da mesi, dall'11 settembre 2006 IN POI , c'è in rete un dibattito esteso e diffuso su tante questioni industriali e tecnologiche dell'ICT nazionale, troppo strategiche e decisive perchè finiscano per essere schiacciate come fastidiosi vermetti dallo straniero. IN PRIMIS c'è la benedetta questione dello SCORPORO DELLA RETE D'ACCESSO (CHE E' UN BENE NOSTRO, costruito sul rame e sulle fibre con i soldi pubblici e quindi nostri!!!!). Se la prima privatizzazione è stata evidentemente sbagliata, non sarà il caso, anche a questo passaggio di mano, di perseverare diabolicamente. Occorre ONE NETWORK ( e nazionale), qualunque sia la sua struttura proprietaria. Cuccia vai in sogno ai tuoi epigoni in Mediobanca (se ce ne sono) e veglia sul nostro futuro!

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1 apr 2007

Il Mare e La Val di Susa.......


Da qualche mese seguo, senza inutili commenti, l'enorme lavoro scientifico, divulgativo e politico di un grande narratore italiano dell'innovazione telematica, energetica e ambientale. E' Beppe Caravita che , qualche giorno fa, ha scritto memorabili cose serie sulla TAV in Val di Susa. Pensieri critici su questa parte del Corridoio V ce ne sono a iosa da parte di esperti inascoltati (Marco Ponti o Sergio Bologna), ma la questione si avvita sempre di più tra estremismi di valligiani incazzati e dogmi "pan-europei" espressi quasi sempre a cervello spento sia a Bruxelles che a Roma....

Nessuno che faccia un po' di conti, bilanci energetici e soprattutto analisi realistiche dei flussi merci in quell'angolo delle Alpi! Eppure la "gente", come dimostra il racconto di Beppe, se lavora con spirito critico e "aperto", fabbrica (certo con qualche lentezza...) le soluzioni democratiche giuste. Ma è così anche a Bruxelles? Si può davvero credere che i Corridoi Europei non debbano essere mai rivisti periodicamente, con tabelle e simulatori di traffico alla mano? Tutto sta a dimostrare che l'attuale linea ferroviaria in Val di Susa è largamente sotto-utilizzata, ma ci si ostina a non pensarci perchè il piano eurocratico non è ancora cambiato...Ma allora cambiamolo noi italiani! Non abbiamo detto di no alla sciocchezza del Ponte di Messina, che peraltro costava 5 volte di meno del BUCO nelle Alpi? Mi preoccupa la lentezza del nostro governo, che potrebbe mettere maggior attenzione e creatività sul fronte logistico Mediterraneo, dove noi e i Greci, con i 4 gatti dei maltesi e dei ciprioti, siamo ancora una minoranza vociante e inascoltata sulle Autostrade del Mare...Sui Porti abbiamo fatto passi da gigante nella Finanziaria 2007, ma l'accesso ai fondi del XXI Corridoio Europeo (le autostrade del mare, appunto) è quasi una chimera. Sarebbe ora che la cabina di regia del sistema - sia domestico cheM transnazionale - per la gestione dell'intermodalità terra-mare venga finalmente sottratta alle "scatole vuote" romane e restituita in modo forte agli attori del Trasporto e della Logistica di questo pezzo effervescente del Mediterraneo. Abbiamo molte idee qui in Puglia ( e ben più di qualche progetto di opere pubbliche) per fare meglio che nel recente passato soltanto "tirrenico" delle autostrade del mare mediterranee, sulle quali mi permetto di dire che passeranno ben più container o trailer di quanti se ne siano mai soltanto immaginati a Parigi e Lione...Basterebbe fare qualche conto e scopriremmo che le merci che DEVONO davvero passare le Alpi a discapito delle vie del mare sono solo una frazione insignificante di ciò che che Spagna e Francia importano dall'Asia....( e sempre più da Suez). I corridoi sono ben più dinamici di quanto non credano i programmatori di Bruxelles! Cambia la gerarchia delle Fabbriche
Mondiali, cambia il Clima Globale..ma qualcuno si condanna a non cambiare mai opinione (saranno mica scemi?)

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