24 mag 2009

Larga la banda, stretta la via...


Il riservatissimo (?) Piano di Francesco Caio per la possibile Rete in Fibra Ottica di Next Generation per questo Paese - sempre più (relativamente) arretrato rispetto all'area OCSE - è ormai pubblicato da qualche giorno, grazie a WIKILEAKS. Orbene, i dati e le riflessioni lì contenute le avremmo potute scrivere in almeno 500 modesti "esperti" del ramo e 10.000 quadri informatici del bel Paese, con ampie convergenze bi-partisan. Il fatto che il PIANO (?) lo abbia fatto Francesco Caio, che stimo come uno dei pochi manager nazionali ancora "industriali" che ci son rimasti (a parte qualche permanenza di troppo nelle grandi Merchant Banks globali), mi fa molto piacere. MA UN PIANO E' QUALCOSA DI PIU' CHE UN ELENCO DI SOGNI, almeno così mi hanno insegnato...
Condivido tutte le opinioni già espresse dal QUINTA, che giustamente rivendica una qualche primazia sull'aver avvertito tutti noi ( e me per primo, ingenuo profeta del wireless in banda larga) della necessità di convergere tutti su uno straordinario piano di passaggio in fibra di tutto il paese (con tecnologie passive, per dirla tutta, fino all'uscio di casa..).
Il fatto è che dai tempi del Socrate della vecchia SIP..io avevo proprio un'allergia alle fibre ( e poi c'era l'ADSL..).
Allora, cosa va succedendo da qualche tempo, in vista delle necessarie decisioni sul far partire questo benedetto piano Caio?
Giustamente si cominciano ad affilare le armi dello "scorporo" della Rete di Accesso, si vaticina dell'intervento pubblico attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, si spiano le mosse e contromosse di Franco Bernabè..si fa vivo spesso anche il Rovati del primo (poco riservato e "prodiano") Piano, su cui questo blog si è a lungo intrattenuto fin dalla sua nascita nel 2006.
A mio avviso siamo appena all'inizio: ne vedremo delle belle!
Penso, tuttavia, che la discussione APPASSIONANTE su dove si trovino i fondi pubblici e privati per la NGN italiana debba ancora accoppiarsi a un dibattito più LARGO e più lungo/duraturo nel tempo su alcune cosette che non mi tornano poi molto....
Provo a dire:
a) se la Banda Larga vivrà anche in questo Paese di un mercato di servizi e di contenuti digitali (dal VoIP all'IP-TV) necessariamente ( e utilmente) sempre più separati dai vari gestori associati TLC nella NGN (pro-quota), è chiaro che questi benedetti Operatori /Trasportatori di bit DOVRANNO COMINCIARE A CAMBIARE MESTIERE (dopo aver finito le infrastrutture del caso..).
b) la cosa non cambia neanche, OVVIAMENTE, per gli Operatori MOBILI: se la LTE dei cellulari (questa sconosciuta tecnologia del piano Caio,.. che si limita a dirne - banalmente - che vale solo l'1% del mercato attuale) - in sinergia con la rete fissa, cresce di brutto, allora anche i vari signor Vodafone e TIM si ritrovano con lo stesso problema (che francamente mi pare abbiano di già, alle prese con i vari diritti mediali...). A proposito, strano che uno come Caio non ne abbia poi tanto parlato..
c) ..stiamo ad un passo dal fallimento conclamato del WIMAX a 3,5 GHz nella vecchia Europa, in attesa di altre e più BASSE frequenze soddisfacenti. Nell'Italia del Digital Divide rurale e collinar-montano non si risparmierebbero un mucchio di denari con il vecchio HIPERLAN? Io credo che con le nuove tecnologie del wi-fi N e con la liberalizzazione - come negli USA - dei 700 MHz, potremmo veramente fare molto di più con molti meno soldi....

Bah! Credo che varrebbe la pena discutere un po' di più, e mica solo per passare subito ai fatti (QUALI FATTI?)

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17 mag 2009

Quando non ho voglia di bloggare...


Quando non ho voglia di bloggare...ci sono due ragioni principali. La prima è che sto lavorando o incubando idee che NON POSSO divulgare troppo spensieratamente, e che mi assorbono un casino di tempo; la seconda è che vedo tempi cupi intorno a me, soprattutto sul fronte climatico del cambiamento innovativo del paese ( e di cui abbia senso parlare, senza attristare e ammorbare anche i miei 4 lettori...).
Sono vere tutte e due, in questo periodo! Della prima ragione mi limito a dire che sto facendo i conti davvero con un salto quantico necessario nella Radiofrequenza (per cui rimando soltanto al libro della FUB, che giustamente nel titolo parla di una pervasività SILENZIOSA)....
La seconda ragione, dopo il Forum PA della settimana appena finita (nel quale peraltro si è data un gran daffare positivo la mia squadra amica e televisiva di ADMINISTRA.IT), mi sembra che si arranchi proprio sui grandi temi..LA RETE DI NUOVA GENERAZIONE si fa o no? Come? (Ogni tanto rispunta la quasi certezza che la Telecom avrebbe detto sì allo scorporo della rete di accesso e all'impiego della Cassa Depositi e Prestiti...ma poi tutto si fiacca miserevolmente). La banda larga rimarrà sempre un mito di pochi profeti nel deserto, come leva di una vera ripresa economica? La nuova battaglia campale di RAI e Mediaset contro SKY non lascia invece presagire nulla di buono..
Del governo brunettiano della digitalizzazione della PA nulla si può dire, alla Wittgenstein...Meno male che c'è Marchionne e .. qualche multinazionale tascabile (perfino nel profondo Sud)!

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7 mag 2009

Quando si dice Touch..


Che bello sarebbe generalizzare il TOUCH anche nella Sanità italiana.
La semplicità di questa soluzione è EUROPEA, anzi - chi l'avrebbe mai detto - portoghese!

Così pure penso che la vecchia cara Ungheria, una volta famosa per il PROLOG (ahimè quanto sono vecchio..eravamo agli albori della programmazione a oggetti) si sta facendo risentire...
Provate per credere la più valida alternativa alle vostre macchinose presentazioni nel Power Point del vecchio Bill: PREZI.COM

Tanto per dirvi che vedo finalmente qualche segno di risveglio informatico (ogni tanto!) nel vecchio Continente. Speriamo bene..e gli italiani?

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5 mag 2009

L'araba fenice della Radio Digitale


Qui sopra: La futura Digital Radio Mondiale

In un mondo sempre più digitale come quello in cui viviamo ( o meglio vorremmo vivere) appare del tutto incongrua la posizione della vecchia cara Radio.
Il blog RADIOPASSIONI di Andrea Lawendel è la mia piccola Bibbia personale per orientarmi in questo mistero oscuro, dove il mercato, sempre pronto a qualunque incongrua avventura wimax (..sbagliata in Europa) o Digital Terrestrial Television, ha scientemente deciso di non sfiorare manco per idea il terreno delle care vecchie frequenze FM. Mentre il video digitale DVB, satellitare o terrestre che sia, si impone dapertutto, il mondo digitale rimane precluso alla Radio.
Tutto lì rimane analogico, e nella patria di Marconi, il DAB, come altrove nel mondo, soffre evidentemente di un mancato supporto dell'industria.
E' talmente vero ciò che scrive Andrea che mi permetto di citare per esteso un passaggio che mi permetterà di sviluppare un successivo mio piccolo ragionamento:

La radio digitale, basata su sistemi e tecnologie sviluppati ormai quindici anni fa, non "nasce". "Rinasce", due, tre, mille volte. E ogni volta viene accolta dall'indifferenza del mercato, dalla scarsità di componentistica, soprattutto da una quasi totale apatia dei consumatori, che continuano imperterriti ad ascoltare la radio in FM. La radio digitale continuerà a rinascere, molto probabilmente, fino a quando i regolatori non decideranno di imporla ex lege, con una transizione forzata dall'analogico (che verrà spento, l'unico modo per far cambiare la radio) alle modulazioni digitali.

E' così! Capita a me ed ai miei collaboratori attivi nei sistemi di monitoraggio ambientali di progettare di continuo sistemi radio VHF/UHF che, per carità, vanno benissimo in aperta campagna, nei boschi e nelle lande disastrate di questo paese, e sulle cui onde portanti viaggiano dati critici per la sicurezza ambientale, come ad es. dati di centraline meteo o di altri sensori "critici" (peraltro tutti ormai digitali). Le lunghezze d'onda maggiori hanno, certo, il benefico effetto di creare "campane" vaste di comunicazioni efficienti....ma noi vorremmo ben di più: che bello sarebbe contare su una radio DAB anche "privata" per gestire direttamente ed in modo semplice e affidabile tali dati ed insieme un po' di voce e qualche "streaming" video....
Purtroppo non ci è dato! Mancano, spesso, anche gli apparati, oltre che le frequenze. A volte è perfino più efficiente collegare e "ibridare" reti VHF/UHF con collegamenti satellitari, ma la radio digitale NO!
La SMA, infatti, ha prodotto per il Corpo Forestale dello Stato dei mezzi mobili (con shelter attrezzati) in grado di comunicare comunque e dovunque, anche con il satellite (sat modem commerciali, ma anche attraverso l'italianissimo SKYPLEX di Alenia e Eutelsat). E l'impiego di questi mezzi è dimostrato efficace in quasi tutte le emergenze ( e sono tante!) di questo Paese a rischio (sismico, idrogeologico, franoso, alluvionale, ecc.).
PROTEGGERE IL TERRITORIO richiede comunicazioni digitali efficienti e "semplici": allora perchè non ricorrere "anche" al DAB, con frequenze relativamente basse e quindi molto pervasive?
Che non sia una mia "perversione tecnologica digitale" lo dimostra anche il lavoro scientifico (Ricerca EUREKA) e di standardizzazione in materia (ETSI): faccio l'esempio del TPEG (scusate la lunga citazione...ma divulgativa):

Il sistema TPEG é stato progettato in modo da permettere la distribuzione dei contenuti attraverso qualsiasi media digitale, internet, DVB e, naturalmente, Eureka 147 DAB. Il TPEG offre all'utente informazioni sul traffico più precise, rapide ed approfondite di quanto non sia possibile al momento con il Traffic Message Channel (TMC) usato in alcuni paesi come parte integrante del segnale Radio Data System (RDS) nei servizi in MF.

TPEG trasmette un messaggio che conterrà i seguenti elementi: area di interesse, evento (lavori, incidente, code,.), gravità dell'evento, validità dell'evento (quando e per quanto tempo il msg é rilevante), a chi é indirizzato il msg (a tutti, auto, camion,...), conseguenze (itinerario alternativo,...)

Ricevitori digitali adatti possono visualizzare questi msg come testo oppure con icone sul display o sul schermi LCD. DAB e TPEG possono essere usati per scaricare ed aggiornare sistemi di navigazione e ricevitori dotati di memoria possono creare un database di msg TPEG ancora validi.
Ovviamente la distribuzione di informazioni TPEG in collegamento con servizi di navigazione basati sul GPS forniscono un pacchetto completo, permettendo agli automobilisti di evitare incidenti, code e cantieri, riducendo i tempi di viaggio.



Ecco quindi che il TPEG (con il DAB) potrebbe essere di una straordinaria rilevanza per tutti coloro che si preoccupano del traffico stradale e della infomobilità a scala nazionale, regionale e urbana...Quindi il DAB da solo risolverebbe enormi problemi di sicurezza, ecologici e logistici. A mio avviso, con pochi soldi da investire, ma con un benefico supporto dell'industria delle "nuove" autoradio. L'integrazione tra GPS e TPEG potrebbe essere una scommessa industriale e modernizzatrice di non poco conto.
Incomparabilmente più vitale e progressiva, questa innovazione, dello switch off della TV analogica. E poi, si potrebbero vendere in futuro anche delle buone radioline personali DAB/TPEG e/o integrarle in qualche cellulare digitale multistandard...
Però il DAB rinasce davvero?

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1 mag 2009

Ai miei colleghi cartografi...


In quell’impero, l’Arte della Cartografia raggiunse tale perfezione che la mappa d’una sola provincia occupava tutta una città, e la mappa dell’Impero, tutta una provincia.
Col tempo, codeste mappe smisurate non soddisfecero e i Collegi dei Cartografi eressero una mappa dell’Impero, che uguagliava in grandezza l’Impero e coincideva puntualmente con esso.
Meno dedite allo studio della cartografia, le generazioni successive compresero che quella vasta mappa era inutile e non senza empietà la abbandonarono alle inclemenze del sole e degl’inverni.
Nei deserti dell’Ovest rimangono lacere rovine della mappa, abitate da animali e mendichi; in tutto il paese non è altra reliquia delle discipline geografiche.

Jorge Luis Borges, L'artefice


Questa "fantasia" di Borges viene spesso utilizzata a sproposito dai cultori del GIS o dai "geomatici": in realtà la "spazializzazione dei dati" - e così io voglio leggere la citazione illustre - è ormai una commodity trasversale, "orizzontale"- per dirla tutta,- delle moderne tecnologie di trattamento delle informazioni ambientali, logistiche, urbanistiche, industriali, eccetera eccetera...
Le discipline "geografiche" non meritano affatto di essere lasciate alle intemperie. Ma la loro reale utilità sta nel SAPER LEGGERE LE CARTE, quindi nel costruire conoscenze "ATTRAVERSO" la lettura storico-spaziale di dati che possono essere interpretati soltanto con MODELLI e LENTI di ingrandimento, che sempre di più sappiano entrare nel merito di un fenomeno ambientale complesso, di una frana o di un'esondazione, come di un fenomeno di inquinamento industriale o di una congestione di traffico. Senza cartografia non si modellizza bene alcunchè, nè il divenire delle città nè (purtroppo) le aggressioni della natura all'uomo, ma la mera strumentalità del GIS dovrebbe aiutarci a capire come sia necessario sempre di più mettere l'accento sulla CONOSCENZA STRATEGIGAMENTE UTILE a "dominare" i fenomeni complessi che un'azienda vocata alla PROTEZIONE del territorio non può trascurare.
IN QUESTO SENSO RITENGO UTILISSIMO SEGNALARE AI MIEI AMICI E COLLEGHI CARTOGRAFI LA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI LECCE DI FINE MAGGIO sulla Modellizzazione degli Ecoservizi...Credo proprio che sia utile ripartire dal lavoro di questa comunità internazionale di ricercatori per ridare fiato e VISIONE all'impiego del GIS in diversi segmenti di intervento e di lavoro, dove sia del tutto chiaro ed evidente che il valore della conoscenza non risiede quasi mai nello specialismo informatico che produce le Mappe!

Grazie al lavoro del Gruppo del prof. Giovanni Zurlini a Lecce, che ha anche prodotto lo spin off LAND PLANNING (partecipato dalla SMA/Gruppo Intini), possiamo svolgere un nuovo buon filo d'Arianna nei nuovi SERVIZI per gli ECOSISTEMI...

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