27 nov 2006

SUD OPEN SOURCE

I DS del Sud rialzano la testa? Lo spero, con tanti auguri a Enzo Amendola e all'iniziativa affidata al blog Sud Open Source. Bella l'iniziativa della "musica" di accompagnamento alla necessaria liberazione dei talenti soffocati e spesso dimenticati delle nostre Regioni. Come sempre sarò al fianco di tutti i volenterosi, con l'esperienza della mia antica militanza, dagli anni del Vietnam in poi....Forza che ce la facciamo.....

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26 nov 2006

Le rivoluzioni tecnologiche di cui siamo poco coscienti.....

Ormai sono convinto: questa seconda fase di Internet e del Social Networking (il WEB 2.0 ?) sta cambiando ancora una volta la FORMA DEL MONDO e dei MEDIA. In un modo molto più radicale di quanto non si pensasse, e decisamente più rapido! LA TV SARA' SEMPRE PIU' NON LINEARE, A DOMANDA, ED ESPRESSA VIA INTERNET. LA TELEFONIA, SIA QUELLA FISSA CHE QUELLA MOBILE, NON RIUSCIRA' MAI PIU' A RECUPERARE MARGINI DI GUADAGNO DALLA PRESUNTA CONVERGENZA VOCE-VIDEO. Si va verso un mondo tutto IP e i contenuti guideranno la competizione tra i New Media.
. Secondo me si tratta di un'onda schumpeteriana di distruzione creativa di tutte le industrie TLC e MEDIA, o di come finora le abbiamo conosciute. NE VEDREMO DELLE BELLE!
Dato che sarà sempre più importante la distribuzione di contenuti e la gestione del WEB semantico (ovvero: cosa sono i pacchetti IP che vogliamo scambiare in Rete?), la storia del WEB 2.0 diventa sempre più importante! Diventa, cioè, sempre più importante demistificare per tempo parolone e mode che fanno soltanto molta confusione, proprio in un momento rivoluzionario che richiede, invece, la massima attenzione alla STRUTTURA STESSA DELLA INTERAZIONE SUL WEB, NON SOLTANTO UN MERO GIOCO SUPERFICIALE SUI LIVELLI (base, del resto) DELLO SCRIPTING E DELLA PRESENTAZIONE DELLE INFORMAZIONI. Il Web 2.0 è un mero strumento di marketing, ALLUSIVO, che insiste soltanto su alcuni aspetti formali della Comunicazione in Rete; bisogna lavorare ben di più sull'informatica che supporterà la nuova rivoluzione dei contenuti .
Leggetevi allora questo articolo di Bill Thompson: una testa arguta che ci aiuta a riflettere sull'agenda ICT dei prossimi anni.

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23 nov 2006

Verso una seconda fase di DMIN.IT


Adesso serve una serie di specifiche per realizzare prototipi successivi di un sistema i-DRM.

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21 nov 2006

DADA, il D-Day 2006 e il Web 2.0



Domani c'è il Dada Day 2006, dedicato interamente alla blogosfera e alle promesse di comunicazione sociale del cosiddetto Web 2.0.

Sono stato un fiancheggiatore ed estimatore attivo di DADA fin dai suoi inizi, anche in mezzo alle molte traversie della new economy all'italiana. Ormai DADA è una realtà consolidata dei New Media in Italia e fa bene a vivere l'esperienza concreta del Web 2.0 prima ancora di ogni "sua" eventuale sistemazione teorica (per me francamente "impossibile"). I miei amici di Dada sono sempre stati sul versante sociale del Web ed hanno il DNA giusto per far fruttare la recente acquisizione di Splinder. Il WEB 2.0, qualunque "cosa" sia, se ne avvantaggerà....il social networking ha bisogno di fantasia!

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18 nov 2006

Ma quale Luna?


E' un periodo di pausa che mi consente molte letture. Estranee alla cultura digitale e più vicine alle mie antiche passioni politiche. La lettura di "Io volevo la Luna" mi ha davvero sconcertato; messa da parte la simpatia per l'uomo Ingrao, il suo autoritratto politico - inclusa la tardiva autocritica sul suo silenzio nella scissione del Manifesto - mi ha cambiato la percezione di un mito. Che mi appariva già ingrigito da tanto tempo.....ma sapere da lui stesso come si discuteva (?) con Togliatti o come lui stesso si negava allo scontro interno del PCI (con Giorgio Amendola, ai tempi della "sinistra" ingraiana) restituisce - forse volutamente? - una figura molto poco coraggiosa, quasi quella di un oscuro travè di una politica sostanzialmente opportunista, immutata per decenni. Ma sei sicuro, compagno Ingrao?
Infinitamente più appassionante è stata la lezione del libro della Rossanda, sulla storia del glorioso PCI, qualche mese fa !
Mi ha urtato di Ingrao il racconto delle sue relazioni con Togliatti ( e il Togliatti che ne viene fuori!) , e per altri versi la percezione corretta del '68 attraverso gli occhi delle figlie e dei generi, ma appunto vissuto come se lui stesso fosse un marziano e non un dirigente politico (fin da allora? Ma la luna non era forse anche quella?). Pari stupore da cronista (non da protagonista, come io credevo...) sul nascente movimento operaio del '69.
Insomma pessime rivelazioni da una biografia assolutamente NON EPICA...che gigioneggia continuamente con l'Ingrao che non fu (regista, sceneggiatore, poeta/autore, molto più avanti dello stalinismo culturale medio del PCI di quegli anni). Per carità chi la legge si legge una bella storia d'Italia, ma non so se afferra il pathos della tradizione politica e culturale che INGRAO STESSO HA RAPPRESENTATO IN QUESTO PAESE ! MI SEMBRA UN TORTO MASOCHISTA A SE STESSO.
In compensazione: mi ha divertito di più il racconto della sua clandestinità nei boschi di SPEZZANO SILA (uno di quei posti che frequento anch'io, a volte con la scusa dell'innovazione telematica in Calabria) e tutta la vicenda umana di un pezzo del suo Lazio a ridosso della rocca di Gaeta.

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17 nov 2006



Mi fa piacere rilanciare questa osservazione di Alfonso Fuggetta su Finmeccanica e sull' approccio di questo Gruppo high tech italiano alla formazione del capitale umano. Noto che la forza crescente di Finmeccanica risiede, comunque, nella scelta accurata dei core business dei vari segmenti e nella diversificazione mirata dai sistemi di difesa verso più mercati "civili" di applicazione (ad es. Trasporti e Sicurezza, ICT at large, forse... egov). Non è semplice far questo in un'industria high tech militare, ma se ci si riesce, però, qui vi è un potenziale davvero molto alto per la crescita dell'ICT di Finmeccanica e del Paese.

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Presentazione a Roma di DMINT

Il tour per la presentazione della proposta Digital Media in Italia passa da Roma.
Qui i particolari.

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10 nov 2006



Grande Keith Jarret. Se ne torna a parlare a proposito dei commenti di Ernesto
Assante (blogger di Repubblica) sulla nuova edizione CD di Cellar Door
Sessions con il divino Miles Davis. Si tratta della Dream Band Jazz del
1970 ai tempi di In a silent Way. Confesso di aver scaricato già qualche
anno fa chissà quale edizione di Cellar Door, ma non sapevo che ci fosse proprio il mio mitico pianista preferito (...ma credo sia solo nell'edizione CD, DA COMPRARE). Per Keith questo ed altro. E' un mio farmaco spirituale: quando le cose girano storte, il Koln Concert mi fa passare tutto....

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8 nov 2006

Il bue dice cornuto al ciuccio

. E' un espressione tipica delle mie parti, ma coglie bene ciò che succede " a sinistra". Franco Giordano, che mi posso permettere di sfottere almeno un po' (dato che lo conosco da quando lo chiamavo alle lotte studentesche a Bari negli anni '70) fa la parte del bue. Il ciuccio è Sergio Cofferati. Franco Giordano ha detto del sindaco di Bologna ( che ha trovato, come me, molto sgradevole l'entusiastica partecipazione del ceto politico di governo e maggioranza alla manifestazione di Roma contro il "precariato"): " le parole di Cofferati sono stonate, fuori tempo e fuori luogo. Ma non sono più neanche una novità: si è infatti ritagliato il ruolo del perfetto conservatore, che recita ormai con naturalezza ". In quanto a innovazione della sinistra (di governo, ormai, anche per Franco!)e a "stile" siamo caduti davvero in basso. L'"eroe" dei 3 Milioni di Piazza San Giovanni diventa il sindaco-sceriffo cattivo e il segretario di RC crede davvero che la miglior difesa di Prodi sia quella di andare in piazza contro le insidie neo-liberiste (che lui immagina annidarsi nel nascente Partito Democratico).
Ha ragione il professor Salvati sul Corriere di oggi: sarà bene definire la cosiddetta "sinistra radicale" con il suo vero nome di "sinistra tradizionale", ancorata - lei sì - a visioni del mondo che più antiche non si può ( e che fanno male agli sfruttati di oggi quasi quanto la cronica indifferenza della CGIL alla difesa dei nuovi lavori). Stare/restare sempre più a sinistra di qualcun altro è un comportamento e una psicologia conformista che conosco molto bene e dalla quale mi sono liberato a fatica solo un decennio fa. La sinistra presunta "radicale" che sospetta di tutto (anche di se stessa) e frena su riformismo e libertà economiche, avendo in mente il capitalismo dell'800, si condanna ad un oggettivo ruolo di conservazione (in omaggio alle sue nostalgie).
Sarà il DNA del vecchio laico e innovativo PCI, ma noi che oggi tiriamo al P.D. siamo stati e siamo sempre troppo accondiscendenti con i compagni "tosti e puri" che fanno danni senza neanche accorgersene, e che sono maestri della conservazione di un mondo che non c'è più, per essere poi "pesci nell'acqua" nella neo-Spartitocrazia dell'Unione, a livello nazionale e regionale.....
E PER FINIRE, PURTROPPO NON IN BELLEZZA... Vedete il piccolo filmato che Mario Adinolfi ha mandato su YOU TUBE dalla manifestazione di Roma. La parola d'ordine dei COBAS: "Fate qualcosa di sinistra: ASSUMETECI" non è forse RIVOLUZIONARIA???

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7 nov 2006

Una gara pubblica al giorno in Puglia...

E' costume nazionale BIPARTISAN dell' amministrazione pubblica italiana - scusate meridionale - che tutto quello che si può ritardare SARA' ritardato.
Il mitico periodo di programmazione e di spesa dei Fondi Strutturali (2000-2006) nel Sud prevedeva quindi, ovviamente, che tutte le iniziative di affidamento di incarichi e lavori si concentrassero negli ultimi due mesi dell'anno di grazia 2006.
E' successo così anche nel precedente sessennio 1994-1999: sembra una legge matematica. Strettamente accoppiata alla Legge di Murphy.

Hai voglia a far prediche preventive, almeno dal 2000: "guardate che questa volta dovremo utilizzare meglio la spesa e farla subito!", "attenzione: sono gli ultimi Fondi europei disponibili, si tratta di cambiare metodo e stile...". Prediche inutili, ridicole quasi! Sembra ogni volta che il Mezzogiorno sia ricco e che si possa permettere di non mettere in circolo la "manna comunitaria" nei tempi e nei modi dovuti. E' l'indice più clamoroso della mediocrità della PA meridionale, in genere salvata sull'orlo del baratro (la conseguente perdita dei fondi) da qualche eroico funzionario o da qualche trucco spregiudicato...
L'effetto sulle attività relative alla creazione e diffusione di servizi di informatica e telecomunicazioni nel Sud è perfino più rischioso: si tratta infatti di comprimere tempi e modalità attuative fuor di ogni logica sensata e nei tempi sempre "cogenti" per la rendicontazione delle spese. L'importante diventa non quanto c'è da fare (e come) ma, come al solito, quanto c'è da rendicontare alla UE ENTRO LA FINE DEL 2008.....
Un'immensa macchina burocratica, affannata e in ritardo su tutto, che rievoca i fasti dell'Intervento straordinario e che dissipa energie, soldi, talenti. NON VEDO L'ORA CHE LA PUGLIA ESCA NATURALMENTE DALLE AREE "DEPRESSE", COSI' ALMENO CI RISPARMIEREMO LA SCENEGGIATA RITUALE DELL'IMPIEGO EFFICACE DEI FONDI COMUNITARI CON L'OBIETTIVO PIU O MENO INTERESSATO DI RIMANERE PER SEMPRE NEL SOTTOSVILUPPO.

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5 nov 2006

Precarietà e sviluppo: il grande rischio della demagogia


Manifestazione a Roma contro la precarietà del lavoro del 4 Novembre. Sfila anche la "sinistra radicale".
Dirò una banalità: l'occupazione, nelle sue varie forme (anche flessibili), dipende soltanto, a questo stadio della globalizzazione dei mercati, dalla crescita competitiva e da uno straordinario sforzo continuativo nei prossimi anni in materia di formazione continua e innovazione del "capitale umano" disponibile. L'abnorme ricorso "creativo" a centinaia di forme destabilizzanti (anche sul piano psichico!) del lavoro e della vita, tuttavia, non può essere cancellato da un mero atto politico-legislativo. Bisogna dire la verità alla gente, legge Biagi o meno. La sinistra cosiddetta "radicale" fa un pessimo servizio ai precari sotto i mille euro/mese che agitano bandiere rosse, chiedendo la "stabilizzazione" subito dei propri contratti (quando li hanno...!). A parte il fatto che sono semplicemente disgustato dagli slogan della manifestazione di Roma contro il neo-Ministro del Lavoro, trovo suicida una linea politica che incalzi il governo su una legislazione vincolistica del mercato del lavoro, e non punti piuttosto a regolare il "workfare": garantire il reddito nelle fasi di transizione da un lavoro all'altro, proteggere socialmente chi è o rimane senza lavoro, sviluppare la formazione continua di qualità per chi "sta a casa", premiare economicamente il lavoro flessibile e autonomo rispetto a chi sceglie il 27 garantito (e purchessia!).
Sono queste le cose di sinistra da fare, unite ovviamente ad una politica economica di sistema che liberi le forze produttive, con regole chiare (anche sui contratti di lavoro) per uno sviluppo "moderno", non certo per mantenere varie cappe assistenziali, nelle imprese e tanto più, colpevolmente, nelle Amministrazioni. La società liquida (per dirla con Bauman), dominata dall'incertezza, non si riforma per decreti legge, nè si solidifica creando spiagge artificiali; la flessibilità ha anche dei risvolti positivi per tanti giovani che vogliono cambiare lavoro, nuotare in mare aperto, rischiare...La legittima domanda di protezione sociale per i più deboli sta generando una cultura del "posto fisso" e del "sospetto" sul merito che rischia di inaridire ancor di più il terreno dello sviluppo. In un mondo che si rifiuta di valutare il merito (da quello universitario a quello del lavoro in azienda), che non insegna nuove sfide, ma si acquieta stancamente sulla "sopravvivenza" a scapito dell'innovazione sociale (oltre che sulla reiterazione del clientelismo), succede sempre di più che un bando per 10 posti pubblici (dovunque!) susciti almeno 10.000 domande di partecipazione, e che i neo-laureati dei superlicei italiani ambiscano più a un posto di vigile urbano che a iniziare un qualsiasi lavoro professionale. Così non va! E se la sinistra, che ha tuttora mille fondate ragioni per combattere lo sfruttamento, propone una visione da anni '60 della creazione artificiale di impieghi a vita, non ha capito nulla della società in cui vive, mettendosene non alla testa ma solo a rimorchio.

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3 nov 2006

Suggerimenti per il marketing del Web semantico

Alle brutte, se si vuole fare pubblicità "world-class" per i successi dell'ICT italiana, conviene scegliere qualche testimonial efficace. Ad Alfonso Fuggetta, al Cefriel e al Politecnico di Milano, che giustamente notano l'assenza di "notizie" di stampa sulla gara vinta dai milanesi a Stanford per il WEB SERVICE SEMANTIC CHALLENGE, mi sento di proporre qualche PIERRE di successo...Che ne so, forse ha ragione Berselli di cui sto leggendo con estremo divertimento "I VENERATI MAESTRI" (... la trasgressione fa bene), o forse davvero le PUPE e i SECCHIONI sono la metafora vincente del nostro tempo! Bisogna coniugare la bellezza con la scienza, l'usabilità con l'eleganza, il marketing con la qualità dei servizi, le riforme con il rigore, la serietà con la fatica, ma anche con qualche risata...

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2 nov 2006

IPTV o TV su Internet?

Quasi due anni fa, a partire da questa stessa domanda che si faceva Jeremy Allaire negli States, ho cominciato a scavare nell'illusione o nella speranza del Video over IP in Italia, magari senza Telecom, magari su aree wimax regionali, magari non obbligatoriamente su una Next Generation Network tutta in fibra... Grazie a Punto Informatico di qualche giorno fa scopro che il mondo libero della Rete, ed anche qualche cultore della TV digitale terrestre, si ripropone con forza la stessa questione. Tommaso Tessarolo taglia corto e dichiara che la IP TV nascerebbe già morta. Spera, ed io con lui, che il WEB 2.0 (qualunque cosa significhi) e il super-attivismo di Google/YouTube ci liberi e ci salvi da un approccio di "forza brutale" degli operatori telecom, che "privatizzino" l'IP TV. SIAMO SEMPRE SUL PUNTO: NEUTRALITA' DELLA RETE, NEUTRALITA' DELL'ACCESSO (TECNOLOGICAMENTE PLURALE)E, SOPRATTUTTO, DIFFUSIONE DI LARGA BANDA REGIONALE NELLA DISPONIBILITA' DI TUTTI! Ma proprio a Tessarolo, che si occupa di DTT, raccomanderei di non disperare: il canale etere digitale, se ci fossero le frequenze, darebbe un contributo vitalissimo alla TV su IP.

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Problemi con Google?

Quanto riportato da Boh Blog e da Mantellini (Manteblog) è assolutamente vero, anche per il Sud Italia. Google non è stato raggiungibile per enormi intervalli di tempo in un periodo di circa 5 giorni dalla rete ADSL di Telecom Italia. La diagnosi sulla sciatteria del servizio di Telecom (tecnici indisponibili in giorni festivi) la dice lunga sullo stato dei SERVIZI nelle TLC italiane. Grazie a Boh Blog ho scoperto una soluzione che ignoravo, TORPARK, che anonimizza le connessioni e consente l'accesso COME SE ci collegassimo da altri server. Boh Blog vi spiega tutto meglio di me.

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1 nov 2006

Riforma dei servizi pubblici locali: i luoghi comuni della sinistra radicale




Il DDL 772, più noto come come DDL Lanzillotta (anche se lo firmano insieme Bersani e Prodi) vorrebbe finalmente NON PRIVATIZZARE O LIBERALIZZARE ALLA CIECA, MA RIFORMARE I SERVIZI PUBBLICI LOCALI (esclusi i servizi idrici, esplicitamente esclusi dal Programma dell'Unione, e con molte buone ragioni!). Sarebbe un collegato alla travagliata Finanziaria 2007, ma la sinistra più antica e conservatrice di questo paese è insorta in una campagna forsennata contro il DDL Lanzillotta.
Attac Italia e i Cobas si distinguono in questa agitazione con un piglio No Global che immagina ideologicamente che questa riforma sia un inno alle privatizzazioni selvagge e all'efficacia della mano invisibile del mercato. All'ideologia No Global (che pure ha tante ragioni quando se la prende con la gestione capitalistica estrema dell'acqua in tutto il mondo), piacerebbe mantenere proprietà e gestioni pubbliche di tutte le aziende di servizio pubblico locale; alla fine non la pensano diversamente dai falsi "liberisti" della destra italiana, che si sono subito convinti nei 5 anni passati, che era meglio mantenere tutto com'era, soprattutto perchè agli uni e agli altri piace, in fondo, il "comando politico" dei CdA delle Aziende di SPL, e piace soprattutto mantenere le posizioni di rendita di un mondo economico chiuso, impermeabile ai cambiamenti e alla competizione, che sono le uniche forze vere che alla fine riducono i costi e migliorano i servizi. QUESTO NON SIGNIFICA AFFATTO PRIVATIZZARE, MA ANZI RICHIEDE CHE I POTERI E LE REGOLAZIONI PUBBLICHE DELLE RETI DI PROPRIETA' (queste sì meglio pubbliche) SAPPIANO GARANTIRE CHE I SERVIZI, OFFERTI DAI PRIVATI, SIANO PIU' CONVENIENTI ED EFFICIENTI, IN MODO VISIBILE E TANGIBILMENTE VERIFICABILE DAI CITTADINI. Tutto il resto è ideologia (di destra e di "sinistra"), ci vuole competenza e serietà OVVIAMENTE perchè i privati non facciano i furbi (su questo Attac ha ragione: i casi italiani di privatizzazione/liberalizzazione sono stati FINORA spesso scandalosi).
Ma tolto di mezzo il più complicato ruolo dei servizi idrici, perchè sull'energia, sull'illuminazione, sui rifiuti, sui trasporti locali, non dobbiamo riuscire a RIVEDER LE STELLE? Ci vuole coraggio a fare le riforme vere in questo paese.....E poi mi chiedo: ma ai Comuni non servono delle aziende di Utilities (pubbliche o miste che siano) per rimpinguare con proventi "industriali" le casse sempre a secco per i servizi sociali?

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