30 giu 2009

Caricabatterie universali: una buona notizia ambientale


Finalmente si accelera su una delle stupidaggini tecniche più allarmanti dell'elettronica contemporanea: i caricabatterie dei cellulari (e augurabilmente di molti altri notebook, netbook e chi più ne ha più ne metta) saranno obbligatoriamente rimpiazzati da ricaricatori USB e micro-USB entro il 2010 (accelerando sulle previsioni).
Un bel risparmio ambientale, considerati i 4 miliardi di telefonini del mondo che si trascinano dietro tutta una serie "storica" di dispositivi multipli di ricarica, tutti tra loro incompatibili (per jack astutamente diversi e per via di altri trucchi pensati solo a favore di chi fabbrica gadget per rapinare i consumatori...).
Il riciclo dei vecchi caricabatterie - se solo venisse fatta un'opportuna campagna di sensibilizzazione da chi ce li vende a getto continuo - sarebbe un bellissimo ECO-BUSINESS.
ANCORA UNA VOLTA LA TANTO DISPREZZATA UE SERVE A QUALCOSA. GLI STANDARD FANNO BENE AI CONSUMATORI E ALL'AMBIENTE!

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29 giu 2009

Sciopero della Rete in Cina il 1° luglio


Apprendo da Estremo Occidente di Federico Rampini che il creatore del Bird's Nest, l'architetto dello Stadio Olimpico di Pechino, Ai WEIWEI, ha chiamato i suoi concittadini all'astensione da Internet il prossimo 1° Luglio, per protestare simbolicamente contro l'accanimento censorio delle Autorità cinesi sull'uso della rete.
I nuovi computer in Cina, infatti, dovranno essere venduti con un filtro software "DIGA_VERDE" che non solo previene la navigazione nei siti porno, ma evidentemente blocca l'accesso a tutto ciò che non piace al Potere..
Non diversamente che in Iran, del resto! Di cui riusciamo a sapere qualcosa solo grazie ai proxy che "anonimizzano" gli IP di origine. La battaglia per tener giù le mani degli Stati dispotici dal controllo della Rete è appena cominciata, qui da noi ci si prova sempre di più (vedi Francia, decreto Pisanu, ecc.).

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28 giu 2009

Elettronica in Sanità, cenerentola senza zucca


Dalla lettura dell'ultimo rapporto dell'Osservatorio del Politecnico di Milano (MIP) sull'ICT in Sanità (da cui ho tratto il diagramma in figura, su cui torno tra un po'..) ho ricevuto ulteriori conferme del mio (ormai noto) disgusto per il cattivo mestiere che gli informatici italiani fanno (o meglio NON fanno o NON riescono a fare) nelle corsie ospedaliere.
Il punto è che - nonostante la spesa di 100 Miliardi di euro all'anno che la salute degli Italiani ci porta via, tra Stato e Regioni -, in mezzo a scandali di varia natura, l'informatica negli ospedali è praticamente un'accozzaglia di soluzioni estemporanee, arretrate, non conformi mai a standard europei e nazionali: insomma un prolungamento continuo di vecchi sistemi gestionali un po' raffazzonati, paghe stipendi e qualche astruso calcolo di DRG. Una ICT davvero "moderna" negli ospedali, a partire da una Cartella Clinica elettronica (ed in rete) per finire a tecnologie di tracciabilità SICURA di pazienti, farmaci e dispositivi medicali - da controllarsi semplicemente, magari in mobilità (grazie al wifi e alla RFID) -, non abita ancora nelle ASL italiane.
I medici, i primari, più ancora dei direttori delle A(U)SL più o meno politicizzati (come ben si sa), sono fonte inesauribile di decisioni soggettive (autorevoli?) in merito alla spesa IN REPARTO e alla fine - come ci ha insegnato il caso della Santa Rita di Milano - nel pompaggio dei DRG e quindi del "super-efficientamento" delle prestazioni A RIMBORSO (su questo rimando tutti i miei lettori di destra e di sinistra al REPORT della Gabanelli..).
Molti dei problemi di sistema di questa Sanità malata, che - nonostante tutto, VA DETTO!, è tra le prime al mondo (grazie agli stessi medici capaci e ONESTI, in maggioranza..) - dipendono da una spesa quasi ridicola nella Cartella Elettronica, nella Dematerializzazione della "carta", nei Servizi Digitali territorializzati, e nel Supporto alle Decisioni sull'efficienza clinica...IL DIAGRAMMA CHE HO CITATO SOPRA CONFERMA CHE SI FA STRADA SEMPRE DI PIU'(IN MOLTI DIRIGENTI SANITARI) LA NECESSITA' DI UNA SVOLTA IN DIREZIONE DI QUESTI SERVIZI, TENENDO CONTO DEI PARAMETRI DI EFFICIENZA, QUALITA', RELAZIONE COL CITTADINO E DI PIU' PRESSANTI OBBLIGHI DI RISPETTO DELLA NORMATIVA.
Sì NORMATIVA! E' necessario, è obbligatorio, ORMAI!, passare ad una nuova fase della Sanità Elettronica, che smonti vetuste e costose infrastrutture e incrostazioni della vecchia e "rapinosa" informatica degli ultimi decenni.. per dare più spazio a ciò che io chiamo sempre più spesso AUTOMAZIONE DI CORSIA - TELEMATICA DELLA SALUTE.
SI TRATTA DI UN PROCESSO IRREVERSIBILE CHE PROBABILMENTE FARA' SALTARE I NERVI A MOLTI POLITICI DI RETROGUARDIA E A TANTI FORNITORI ASL BEN INSEDIATI NELLE QUIETE E MORTE GORE DI TANTI CORRIDOI REGIONALI.
E' ORA DI CAMBIARE!

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23 giu 2009

Morte del "cigno" Nortel


Un pezzo importante delle TLC mondiali paga - esattamente come nell'Auto - il prezzo della crisi.
Non c'è più spazio per tanti concorrenti, perfino in un mercato come quello delle TLC "mobili" che immaginavamo sempre in espansione.
Un grande attore dell'industria canadese e globale viene mangiato in un sol boccone da Nokia Siemens.
Per sostenere - a quanto pare - il peso e i costi della R&S per la 4^ generazione (LTE), e per star dietro più in generale alle promesse del Digital Mobile, NOKIA e SIEMENS (europei già uniti!) rilevano le reti wireless di Nortel per soli 650 Milioni di dolari e si riprendono 400 ricercatori (ma con l'impegno di riassumere il 10% della forza lavoro complessiva: circa 2500 persone).
Bene così: la bancarotta di Nortel (tutta intera) era di ben 4,5 MILIARDI di dollari!
Con l'acquisto delle reti e delle tecnologie wireless canadesi una Joint Venture Europea può fare passi da gigante nel mercato USA...dove anche Motorola non sta poi così bene...
Nel suo piccolo, questa storia mi ricorda un po' la recente vicenda FIAT in USA, e mi conferma in qualche modo che chi ha sale in zucca nel Vecchio Continente, può riposizionare i livelli competitivi USA-UE anche nei settori più avanzati: una cosa che non succedeva da tanto tempo. Bisognerà approfittare del "declino americano" o quanto meno DECLINARE DI MENO. Nulla sarà più come prima.
Eppure vedo che sulla stampa economica di mezzo mondo non si riflette mai troppo sul terremoto che sta devastando il terreno delle TLC, come se queste dovessero rimanere sempre esenti dalla crisi...
Il cigno muore.. ed io spero, almeno, che alcuni dei suoi BUONISSIMI apparati wireless siano pur sempre mantenibili...

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20 giu 2009

Ghedini sugli... "utilizzatori" finali. Barigate...


La mia città è in subbuglio: il Barigate della tratta delle ragazze (o "escort"?) verso Villa Certosa o Palazzo Grazioli scatena le fantasie più morbose e la caccia del sensazionale... L'"imprenditoria" barese di cui si tratta è - per nostra fortuna - più adusa alle polveri bianche e alle pubbliche relazioni "strumentali", che non alla fatica e al sudore che contraddistingue tipicamente la "gens Apuliae", che dai tempi di Federico ad oggi, è abituata a "lavuraaaà"..peggio che i padani...
La concezione del mondo di questo sottobosco sub-culturale, che non appartiene per nulla alla Business Community Adriatica, non è neanche levantina.. Invece: condivide una visione del mondo molto cattolico-padana, alla Ghedini appunto..
Nell'ansia di scusarsi con i media per l'espressione "utilizzatore finale" riferita al suo Cliente (come persona - quindi - esente da possibili incriminazioni in solido con i "ruffiani" baresi, che invece sono giustamente indagati anche per induzione alla prostituzione), l'avvocato non ha trovato di meglio che amplificare la sua super-gaffe:
«Il presidente Berlusconi certamente non ha bisogno che qualcuno gli porti le donne – puntualizza -. Pensare che Berlusconi abbia bisogno di pagare 2mila euro una ragazza perché vada con lui mi sembra un po’ troppo. Penso che potrebbe averne di grandi quantitativi, e gratis».
.
Questa è la visione moderna della "donna" che vanta il Ghedini: l'utilizzatore finale non ha bisogno di pagare alcunchè...
Ragazze baresi, soprattutto se d'immagine, voi dovete amare spontaneamente e senza mercede..e per di più non sarà facile sbaragliare la concorrenza di grandi quantitativi (presumo anche da altre Regioni...).
Quindi regolatevi bene con i vostri magnaccia, quelli sì...sono immorali a pagare per un dono - non richiesto - al Cavaliere!

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Succede ..nella città "infinita", ma la Radio Cognitiva è alle porte

Apprendo da Stefano che l'Alice in PHI(?)BRA sta iniziando la sua sperimentazione a Milano. Che dire? Pessima la promozione, financo troppo oscura, imbarazzanti i testi e il titolo del "servizio". Credo anch'io, come Stefano, che non muoiano dalla voglia di fare vere "svolte digitali". Neanche in Padania! Lo scorporo della Rete fissa, il piano Caio, la fibra che non c'è, i pettegolezzi sul futuro di Telecom e di Bernabè...sono tutte questioni che non mi appassionano più di tanto...
Quanto al futuro: non sono riuscito ad andare a Roma al seminario della Bordoni sullo spettro, ma credo proprio che la via della Software Defined Radio e della radio Cognitiva si fa sempre più praticabile (e l'Europa soltanto l'Europa "liberale" davvero, potrebbe darci una mano anche qui..nel paese delle veline), ALMENO A SENTIRE DA KEY4BIZ COME E' ANDATA...

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17 giu 2009

In UK la banda larga si deve pagare almeno un pò.. 7 euro l'anno!


Ho terminato la lettura del rapporto DIGITAL BRITAIN, e mi pare che se ne possa dire soltanto che è un buon esempio, anche e soprattutto in confronto con il già "abbandonato" o quiescente piano Caio italiano.
L'esigenza della banda larga UNIVERSALE ad un minimo di 2Mbits è ben motivata, come nel piano italiano, ma lì si stabilisce MOLTO SEMPLICEMENTE che per realizzare l'obiettivo di prestazioni "ugualmente uniformi" (oltre quel 60% già raggiungibile in breve tempo dalla Banda Larga) sarà necessario tassare con 6 sterline l'anno un po' tutti gli utenti, per consentire il servizio nel tempo a quel 30-40% di cittadini eventualmente"esclusi".
Tassare tutti gli utenti così' poco, per me, è la soluzione giusta...anche per evitare che l'intervento statale nelle infrastrutture (italiane) faccia altri sfracelli, come per le autostrade, le linee ad alta velocità ed altre pipelines a gogò...
La neutralità tecnologica della Digitalizzazione Britannica è bella chiara, e non tende a dogmatizzare affatto la centralità della fibra, come qui da noi..Anzi, si parla, e molto, dello spettro radio e dell'assoluta necessità di regolare un mercato aperto e competitivo delle frequenze, che eviti che in questo campo gli operatori mobili dominanti possano frenare i possibili nuovi entranti e sbarrare la strada a tecnologie, applicazioni e imprese che sullo "spettro liberato" potrebbero, a quel punto, più facilmente "riaccendere" nuove domande di servizio e una sana crescita del mercato "naturale" della banda larga.

PS: ..purtroppo per la regolazione del mercato noi non abbiamo l'OFCOM inglese, ma l'Authority che continua a tutelare gli interessi già costituiti, proprio al contrario del mestiere tipico di tutte le Autorità analoghe (per non parlare delle TV...)

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8 giu 2009

La guerra...infinita o dei 30 anni?

Una volta o l'altra sarà pur necessario riflettere sulle radici profonde di una guerra mai vinta, o FORSE MAI FATTA?

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4 giu 2009

Neoborghesia e nuovi ultimi


Recentemente Aldo Bonomi ha confessato: "SAPESSI COME E' STRANO PROVARE A CAPIRE MILANO", in uno dei suoi più recenti "Microcosmi" sul Sole 24 ore.
Il problema è, per dirla molto schematicamente, perchè mai la crisi devastante in corso (innescata dal più bieco egoismo della Finanza creativa) sia percepita fin troppo "dolcemente" dal primo popolo milanese della Capitale dei Fussi (ovvero dai "padroni delle Grandi Reti", quindi dalle elites borghesi tradizionali) e come mai invece comincino a cadere e a indebolirsi i territori e le aree vaste del capitalismo molecolare e personale, di cui si magnificava, fino a pochi anni fa, la capacità flessibile di adattamento e resistenza a condizioni certamente (e strutturalmente) avverse.
La capacità interpretativa dei concetti di "capitalismo personale" e di Geocomunità, sviluppati da Bonomi dentro l'utile paradigma FLUSSI-LUOGHI (che anch'io condivido da anni come una bussola di orientamento in materia di sociologia ed economia "moderna") è dunque messo in scacco dal nuovo mondo che si forma e cambia velocemente sotto i nostri occhi?
La tesi "ottimistica" di Bonomi, formulata fin dal 2004 nel libretto einaudiano "Che fine ha fatto la borghesia" , era che stesse emergendo una neo-borghesia "strana", forte dei saperi individuali nuovi della società della conoscenza, basata su nuove relazioni tra individui colti, fondatori di nuove elites dirigenti (forse più responsabili socialmente?), ricche - tuttavia - di potenziali originali risposte comunitarie e territoriali al "dominio" del grande capitale, e proprio a partire da luoghi anche remoti ma innervati da reti e flussi sempre più globali (nella finanza, nei trasporti, nelle TLC, ecc.).
Oggi Bonomi, interrogandosi su Milano e analizzando il blocco quasi "tetanico" degli spiriti vitali borghesi della "città infinita", che sembrano - tutto sommato - molto tranquilli e quasi "deresponsabilizzati" rispetto alla sofferenza della periferia della "capitale morale", afferma:
La terziarizzazione e la finanziarizzazione di cui Milano è la capitale postfordista non produce coesione sociale. Anzi, alimenta una società competitiva e desolidarizzante....
È come, per usare un linguaggio antico, non ci fosse più sintonia tra città e contado, tra Milano dentro le mura e la città infinita.... Forse l'attraversamento della crisi e l'arrivare all'Expo è quel percorso lungo ma necessario per far rinascere a
Milano una neoborghesia adeguata ai tempi nella grande transizione che stiamo vivendo.


Vorrei poter confortare Aldo Bonomi e confermargli l'ottimismo di sempre..ma non proprio su Milano! Io credo e vedo, dal mio punto di osservazione - che è quello di una geocomunità pugliese (ancora sufficientemente vitale) -, che l'attraversamento della crisi è durissimo, ma non potrà che avverarsi rimettendo proprio in campo la neo-borghesia da lui delineata. Insomma: la crisi dovrebbe servirci a far fuori rendite parassitarie, signoraggi feudali, predomini finanziari e prepotenze vetero-borghesi, magari ben insediate proprio nel centro di Milano. Prendendo in parola Bonomi, la campagna accerchierà e spingerà la città infinita in avanti: le geocomunità periferiche e il decentramento dei grandi flussi sono davvero, oggi più che qualche anno fa, le risorse effettive per fare i conti con un vecchio modo di fare capitalismo, all'insegna di un'innovazione ormai imprescindibile delle regole del gioco economico, neo-industriale e terziario. La lezione della crisi 2008-2010, purchè ci si curi davvero degli ultimi e degli esclusi, può porre le basi di una riforma efficace del modo di produrre e consumare. Si tratta di uscirne con il popolo "sano"...senza ulteriori insopportabili danni alla coesione sociale. Per fortuna oggi c'è Obama negli USA, e non più i teocon fanatici di Bush..E' vero, qui da noi si va al voto europeo nella povertà più assoluta di riflessioni sulla politica DEL FUTURO, di cui avremmo, invece, tanto bisogno, ma i meccanismi fondamentali erano stati innescati proprio al passaggio del secolo. Saremo costretti anche in Italia a essere davvero diversi: il capitalismo del capitale umano e "personale" è l'unica via possibile. L'Italia e anche Milano saranno salvate dalle geocomunità "esterne".
Il fatto che le classi dirigenti (politiche) attuali, a destra e a sinistra, non lo sappiano e non si accorgano del cambiamento del mondo in corso (come di quello del paese) NON CI DEVE PREOCCUPARE più di tanto: sono schegge di passati del tutto avviati al tramonto definitivo...

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2 giu 2009

Leggete tutti il Barbiere di Stalin!

Questo libro è scritto da un ingegnere-filosofo e parla (non solo!) di Corporate Social Responsibility, di come si deve interpretare il dovere e il merito in un'azienda o in una organizzazione pubblica, insomma parla di "COME POTERCELA CAVARE".
Cosa c'entra il barbiere di Stalin? E' presto detto: "Egli non si sentiva responsabile dei delitti del dittatore; era solo il responsabile dei suoi baffi, eppure ci metteva del suo quando glieli aggiustava, contribuendo ad aumentare il fascino che il dittatore esercitava"
Il libro, come si suol dire, ci interpella tutti! Passiamo gran parte della nostra vita a fingere che le colpe e le responsabilità siano sempre di qualcun altro...OCCORRE, DOVUNQUE - NEL PUBBLICO E NEL PRIVATO - RIPROVARE A CREARE RESPONSABILITA' E ADEGUATA VALUTAZIONE DEL MERITO. Siamo sempre tutti in gioco.
Così com'è da noi, qui (nelle aziende, nelle amministrazioni e nella politica) non va proprio... la scommessa è cambiare "culturalmente" e profondamente, attraverso una nuova etica che in modo sornione e divertente - come questo libro - riesca a farsi strada...
LEGGETELO! Vi lascio a una lettura di alcune righe di Giorgio Colangeli, per invogliarvi.

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W la matematica applicata




Il nuovo sito MADDMATH cerca di guadagnare un pò di proseliti alla creatività e al gusto della matematica applicata.
Opera meritoria, tanto più in un periodo come questo, in cui si resta frastornati dal numero crescente di aspiranti "comunicatori" oltre che di veline allo sbaraglio (mica solo in Sardegna..) e di potenziali cantanti neo-melodici..
Come riferisce il magazine Galileo:
È la prima volta che matematici di diversa provenienza accademica uniscono le forze per creare un gruppo che si dedichi alla divulgazione, il Dma (Divulgazione matematica applicata) della Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale (Simai) cui aderiscono i politecnici di Milano e Torino, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste, la Scuola Normale di Pisa, il Centro “Anile” di Catania, gli istituti per le Applicazioni del calcolo e di Matematica applicata e tecnologie informatiche del Cnr, il Dipartimento di ingegneria dell'informazione e matematica applicata dell'Università di Salerno, oltre a numerosi matematici sparsi per tutta Italia.


Era ora che il SIMAI si muovesse. In una parte ormai remota della mia esperienza professionale ho fatto i conti con la matematica industriale e applicata (con la scuola SASIAM "promossa" dal Formez a Tecnopolis), ricavandone la certezza che l'investimento in questa disciplina è una formidabile leva di profitto "industriale". Poche imprese se ne accorgono, ma quando lo fanno si staccano dalla media della velocità di cammino e possono ambire a dire la loro su mercati davvero globali (anche perchè la matematica è più universale del'Inglese).

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