27 giu 2006

A mare!


Forse il blog, che ha risentito pesantemente dei lavori in corso di questo giugno troppo denso di impegni (e di cui non si può dire pubblicamente per ragioni istituzionali e professionali) vivrà meglio nei prossimi 20 giorni, sulla sponda del Canale d'Otranto. Forse germineranno altri diari più liberi e meno vincolati dai contenuti "tecnici"....Il mare è un grande ispiratore di nuove idee e, almeno per me, un potente ricostituente.

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l'onore ai tempi dei mondiali, in questa Italietta meschina

Un grande gregario, campione di fatica e serietà, salta nel vuoto. Credo che sia proprio lui, oggi, a pagare una depressione che è qualcosa di più di una vicenda personale. Viviamo tempi di una meschinità impressionante che ci tolgono il sorriso, da cui non ci si può difendere facilmente, per colpa dell'inarrestabile invadenza mediatica del peggio. Il calcio nella merda, le vallette di tutti i tipi sui divani del "potere", il declino economico e lo sfarinamento delle istituzioni (alle quali non basterà l'utile no del referendum), una deriva di quotidiane notizie sensazionali, dai principi puttanieri ai furbetti di tanti quartierini: queste scene di continue "invasioni barbariche" sono l'oggettiva dimostrazione di un marasma civile dal quale non riusciamo a venir fuori o solo la schiuma che viene a galla e che un nuovo spirito pubblico rimuoverà presto?
Questo nei media. Ma nella società italiana ci sono veleni ancora più forti, strutturali, che finiscono per intossicare con maggiori rischi: lo "spaesamento", il senso di precarietà del lavoro, il futuro senza valori (quali più difendibili, senza apparire ridicoli?).
Tutti contro tutti appassionatamente, tutti alla ricerca del proprio più meschino e debole tornaconto. Ahimè non ci sono poi troppo grandi differenze neanche nei due schieramenti politici.... Tempi bui, cui è giusto rimediare con la vacanza e la minor lettura possibile delle cronache. Purtroppo ci sarà sempre qualcuno che ne sarà sopraffatto, e che purtroppo cederà, per un lutto, un abbandono, un senso dell'orgoglio e dell'onore spezzato. Forse chi salta è un debole, forse un testimone scomodo di un malessere sempre più diffuso. Detto da uno juventino indignato.

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20 giu 2006

Camion, formiche e intermodalità


La logistica torna ad essere di moda. Ce ne sono valide ragioni: infinite nel Sud e nel Mediterraneo... Peccato che sia spesso considerata come una "strana roba" associata alle infrastrutture. Come dice Sergio Bologna:
L'azienda italiana concepisce il logistico come una specie di Mary Poppins tuttofare, sulle cui spalle scaricare i problemi e le rogne...Molte aziende vendono franco fabbrica e acquistano franco stabilimento...Non si occupano del trasporto, non lo pagano, non ne sono responsabili, è affare dei loro clienti che vengono a prendersi la merce fin dalla Svezia, eppure strillano a gran voce "mancano le infrastrutture".La logistica è informatica, perchè organizza una rete, una "supply chain".Piattaforme collaborative,sistemi, tecnologie di rete, questa è logistica.


Sto citando da un bel saggio recente sul traforo in Val di Susa di Sergio Bologna, che potete leggere anche qui. Semplice, brillante, uno squarcio di luce sulle infrastrutture e sui trasporti, dai trafori alle Autostrade del Mare, più che mai necessario a chiunque voglia davvero capirci qualcosa, in modo rapido, sulle questioni cruciali che fanno o no la modernizzazione di questo povero Paese, alle prese ogni giorno con la piccola "politica" dell' Italietta dei Savoia e delle intercettazioni che oscurano invece i nodi seri dello sviluppo.

Sergio Bologna è già venuto una volta a Bari, ospite Città Plurale, a parlare del futuro dei porti, e di quello di Bari, in particolare. E' fondatore di AntOptima, una società di Lugano, che propone algoritmi e programmi di Intelligenza Artificiale (che funzionano!) per ottimizzare soluzioni logistiche moderne. La chiave di tutto sta nel comportamento delle formiche: che si muovono, apprendono e sperimentano percorsi alternativi attraverso le strisce di feromoni (proprie molecole di "marcatura") che lasciano sul terreno dove cercano, e poi trovano, il cibo. Ogni altra singola formica troverà in questo modo i percorsi più veloci ed efficienti: le nostre "formiche intelligenti" potrebbero essere tutti i mezzi mobili, tutte le flotte multimodali che devono saper trovare destinazioni e vie migliori per arrivarci. Una metafora importante dell'informatica reattiva di cui la nostra logistica ha bisogno a partire, intanto, dalle infrastrutture che ci sono già!

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Comunicazioni ..piccanti

Di questi tempi meglio una vignetta di Mauro Biani, pur sempre in materia radioTV!



Quanto è dura la vita di chi deve cambiare la Rai..







Ma non disperate ho un antidoto per tutti, matematico:


Cliccate e ingrandite.....

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18 giu 2006

Città Plurale e il Partito Democratico


Appunto, come dicevo, sarò a Roma lunedì prossimo, quando Città Plurale avvierà finalmente la discussione sul Partito Democratico anche qui a Bari.
Franco Cassano, vero e autentico maestro ispiratore dei miei improbabili sogni e pensieri politici, oltre che amico da una "cifra" d'anni - e da cui mi divide bonariamente soltanto la "sua" critica (necessaria come l'aria) delle tecnologie della MegaMacchina per lo sviluppo "meridiano" - riesce sempre ad essere il testimone più acuto dell'agenda delle cose urgenti che la cittadinanza attiva DEVE POTER FARE. Ripubblico qui il suo intervento di "lancio", al quale non potrei aggiungere neanche una parola (a beneficio dei tanti o pochi amici della Generazione U sparsi per l'Italia che sono impegnati più o meno nella stessa direzione...).
In quell'occasione, mediatica sicuramente, Adinolfi e gli altri promotori hanno cominciato con le sottoscrizioni delle TESSERE del Partito Democratico. Quello era il popolo dei blog, qui abbiamo già inciso molto di più con le Associazioni (da Punta Perotti in poi).
Può non servire molto, ma cercherei di fare la stessa operazione a Bari, a partire dalle Associazioni della Cittadinanza Attiva.Vedo invece che a Roma, nelle segreterie nazionali dei Partiti, ci si dibatte sulle "delegazioni" dei Costituenti (un brutto inizio...se si fa la corsa anche a queste poltrone!).
Certamente Peppino Cotturri o Franco o tanti altri possono inventare un altro tipo di processo costituente, incentrato su REGOLE trasparenti per dare spazio alla "società civile" (almeno qui in Puglia).
L'identità di provenienza conterà pure molto, ma la questione dirimente, a mio avviso, è ridare democrazia ai partiti dell'Unione, mentre se ne costruisce il nuovo: quand'anche si decidesse di fare soltanto una Federazione (verso il Partito Democratico), bisognerebbe esser certi che il metodo di "una testa, un voto" valga davvero.

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Risultati della Sperimentazione Wimax



Di nuovo a Roma di lunedì per vedere se è la volta buona per superare le questioni dell'ultimo miglio (e mica solo nelle "aree disagiate"! ). Convegno sui risultati finali della Sperimentazione Wimax, nell'Auditorium del Ministero delle Comunicazioni, con un Programma intensamente industriale. Per farmi un'idea da suggerire ai nostri Comuni nel Nord Barese sulle migliori soluzioni tecniche, sperando che la Difesa almeno rilasci in date certe le frequenze necessarie. Ma la Regione Puglia ci sarà?....Ve lo racconto dopo.

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17 giu 2006

...a proposito di Internazionalizzazione

Scopro in ritardo dal sito della Regione Puglia la notizia dell'avvio del PIANO PER LA INTERNAZIONALIZZAZIONE. Non può che farmi piacere l'accento sullo sviluppo delle relazioni transadriatiche a partire dai progetti innovativi tra il Porto di Bari e quelli di Durazzo e Bar. Quasi tutte le grandi opere e i "corridoi" hanno bisogno di software e di reti di interazione. Nei porti pugliesi si prepara una rivoluzione culturale forse ben più rilevante della sola maggiore efficienza intermodale.Il concetto di Internazionalizzazione di Sivia Godelli, assessore al Mediterraneo, non solo fa proprio questo concetto sui Trasporti o sulla Cultura, ma costruisce solide fondamenta per una cooperazione economica che sia asse di sviluppo strategico della Puglia, anche per l'agricoltura e il turismo. Bene!

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Carissimo Massimo, dille qualcosa di forte!


E' sacrosanto stringere la mano del Segretario di Stato, tanto si va via dall'Iraq e si fa una nuova politica europea. Ma starei attento ad esser contento dell' "amicizia" con Condy. Proporrei di continuare a darle del Lei anche se mi chiamasse "Massimo"....


La pensano così, del resto, tanti americani e quasi tutti i giovani mussulmani del mondo.

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15 giu 2006

Giavazzi ingegnere ed economista dice la sua su Nicola Rossi

Francesco Giavazzi non è soltanto l'editorialista del Corriere e il valente economista che tutti conoscono. E' nato ingegnere elettrico, e questo (scusate il corporativismo) vorrà pure dire qualcosa. Poi ha insegnato anche Economia al MIT e alla Bocconi. Oggi, 15 giugno, ha scritto un editoriale in prima del Corsera che ha fatto molto piacere ai riformisti pugliesi inquieti come me, con un evidente apprezzamento per Nicola Rossi e le sue idee "semplici ed efficaci" sui tagli alla spesa pubblica e qualche provocatorio, ma come sempre tagliente e preciso, nuovo approccio al cambiamento della P.A..
Sapete come la penso sul mio amico Nicola, perciò mi fa piacere essere in compagnia di Giavazzi...quando si chiede
"I Ds hanno mandato al governo nove ministri, sette viceministri e venti sottosegretari. Proprio non c’era un posto per il professor Rossi?"
Francesco Giavazzi

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13 giu 2006

..e quindi uscimmo a riveder le stelle


Sì, è Dante...ma cito volentieri, in realtà, da Walter Tocci (deputato DS), ovvero dal suo intervento di lunedi scorso a Roma in un Seminario sugli impegni del nuovo governo nella Ricerca e Innovazione, presenti Mussi e Nicolais.

E' un bell'auspicio. Voglio crederci, nonostante tutte le nubi (non solo metaforiche, di questa prima parte di giugno) in materia di nomine, sottosegretariati a spiovere, "spacchettamenti" di deleghe ministeriali ancora un po' confuse.
Guardo, apparentemente distratto a queste "stranezze" della politica, incomprensibili per i più, perchè so che alla fine per giudicare chi governa bisognerà guardare ai fatti e ai comportamenti più rilevanti.
A mio personale giudizio, se si esclude la coraggiosa uscita di Fabio Mussi sulla ripresa della ricerca sulle staminali, di fatti veri ce ne sono stati ben pochi.
Diamo tempo!
Ho fiducia nel sornione sorriso di Bersani, intravisto ieri sera a Ballarò, di tanto in tanto , durante Brasile-Croazia, quando dice " ...vedrete...vedrete...".
Ci vuole una scossa "alla Mussi" anche nelle Attività Produttive o no?
Sapevamo che era dura, basta quindi a piangerci addosso: adesso pedaliamo sulla necessaria contemporaneità logica di rigore e sviluppo.
Per di più se la delega del Mezzogiorno passa a Bersani IN TEMPI RAPIDI, credo di poter stare tranquillo: basterebbe ridurre gli sprechi fatti dal precedente governo per una seria politica dell'innovazione, con risorse adeguate.
Ha ragione, infatti, Walter Tocci: se al mitico IIT di Genova (Istituto Italiano di Tecnologia, morattiana invenzione di "pregio") si è destinata una cifra spropositata sulla robotica "umanoide", allora le risorse vere riusciremo a trovarle, sia per la Ricerca che per l'Industria, basterà cancellare un po' di clientelismo inutile...e lo dico da ex ricercatore nella Robotica!
Il rigore fa bene allo sviluppo, altro che le polemichette su qualche auto blu in più (di cui francamente dovrebbero saper fare a meno anche i "nostri").

Sono temi complessi, ovviamente, quelli delle priorità tecnologiche e industriali necessarie a questo Paese e al Sud. E tanto più quelli sulle forme di un cambiamento radicale delle politiche di innovazione al Sud.
ANCHE QUI LA SCOSSA POTREBBERO AIUTARLE A DARLA LE NOSTRE REGIONI DI CENTRO SINISTRA ....e non ci siamo affatto!
E' un parere non solo mio, ma di decine di colleghi imprenditori, manager e ricercatori (pubblici) che masticano amaro, parlano poco, pazientano ancor di più, ma sono pronti a scattare come un sol uomo se solo qualcuno dei vecchi partiti (?) dell'Unione ci desse una platea organizzativa, uno spazio LIBERO da vecchie pastoie, per la costituzione decentrata e "dal basso" del nuovo PARTITO DEMOCRATICO.
Perchè non provare, allora, a costruire un'Area Tematica di impegno su queste cose complesse: l'innovazione, le tecnologie, le forme organizzative necessarie per sostenerle, molto meno assistenzialistiche e corporative di quelle correnti (tutte cose sulle quali potremmo almeno essere in 50 "volontari" - solo a Bari- in soccorso delle amministrazioni e delle nostre comunità)?

Attenzione, la cosiddetta società civile è pienamente intrisa di corporativismi ed egoismi scatenati. Nessuna nuova associazione autoreferenziale. No, penso proprio al Partito Democratico, all'Unione. Così fin dall'inizio si sa da che parte si sta, quali sono i limiti e i vincoli, ci si rimette - perfino turandosi il naso - a qualche ragionevole decisione prudente dei gruppi dirigenti del (nuovo Partito)....ma che almeno si discuta,anzichè far pettegolezzi su cosa vuole quello o quell'altro, sulle dispute in materia di "nomine" o di "posti". Se i partiti coincidono con gli Assessori, e questi non si confrontano con nessuno, i partiti diventano stanze segrete, vuote di persone in carne e ossa, sedi di pensieri spesso aridi e di petulanti richieste, insomma il contrario di ciò che abbiamo sentito dire del partito democratico da formare, sia in campagna elettorale, sia soltanto qualche giorno fa (D'Alema a Bari, e non diceva certo tanto per dire...).
Ma se dobbiamo apprendere dai giornali quali sono gli indirizzi del nostro governo regionale o nazionale, senza che ci sia la benchè minima discussione, le stanze se le tengano ben chiuse:tanto ci rimarranno poco tempo!
A livello locale si discute ancor meno: ogni giorno è uno stillicidio di voci e "rumors" su chi va di qua o di là, su nomine e incarichi, ma quasi mai si capisce davvero "la linea" del nostro futuro Partito, nè mai si parla di programmi e contenuti.
Alora succede che noi aspiranti "revenants" della Politica con la P grande continuiamo a parlarne negli aeroporti, ai margini di convegni e tavole rotonde già pre-confezionate (finchè abbiamo il tempo e la voglia di andarci...) e al bar, in incontri casuali tra Bari e Roma, sospesi appunto nell'etere o nell'abitudine tutta meridionale della chiacchiera da caffè.
Cari compagni e amici, dobbiamo autoconvocarci.... Partiamo dalla Puglia, che ne ha bisogno davvero. Se aspettiamo che i dirigenti politici lo facciano, il P.D. sarà un miraggio o al più una clearing house di interessi personali. Messaggio in bottiglia a chi lo vuol intendere nel mare dei blog!

Post Scriptum.Son passati 13 giorni dall'ultimo mio post. Nel frattempo ho deciso di pubblicare su questo nuovo sito/dominio; è l'unico aggiornamento che ho potuto fare, travolto da una massa di impegni di lavoro tutti concorrenti tra loro, e come al solito prevedibili e previsti.
Non è un fatto (solo) personale: succede spesso in Italia, alla faccia del project management o della più semplice disciplina dell' "organizzazione", che ci si riduce sempre "italicamente" all'ultimo momento. Per una gara, per una scadenza irrevocabile di un atto di indirizzo pubblico, per la presentazione di un'idea progettuale per il futuro. Nonostante l'agenda degli impegni fosse pronta da mesi....CI SARA' UAN RAGIONE PER CUI SIAMO SEMPRE COSTRETTI A LAVORARE IN EMERGENZA?

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1 giu 2006

Fine di Sviluppo Italia ..? Luci ed ombre per il Sud, una proposta.

Sviluppo Italia è l'agenzia dello Stato (100% del Tesoro), inventata per far bene al Sud dal primo centrosinistra, ma che proprio il Prodi II dovrà quanto meno snellire molto, se non abolire del tutto.
. Già odo grida strazianti che si levano dal Sud per questa ben probabile dipartita, e tanti orfani delle varie provvidenze, assistenze e consulenze che l'Agenzia Pubblica per antonomasia ha dispensato a Imprese ed Enti.
Non sono un esperto di queste cose, ma immagino che non sia affatto semplice disboscare il groviglio delle partecipazioni azionarie assunte, la mole degli investimenti in corso e l'enorme numero di vari interventi pluriennali (deliberati dal CIPE) già in attuazione,.. più spesso nel male che nel bene, ma comunque connessi a fondi impegnati, in gran parte al Sud. Non vorrei che la nuova cura fosse ancora peggio di quanto il "liberista" Tremonti ha prodotto in questi anni: ciò che è poi la giustissima causa di quanto Romano Prodi ha detto in campagna elettorale..
Stato non proprietario vuol dire anche chiudere una serie di enti e società pubbliche nate con l’obiettivo di promuovere investimenti nel Paese, per trasformarsi successivamente in anacronistiche holding di partecipazioni, come Sviluppo Italia.

L'obiettivo, neanche troppo nascosto di Colbert-Tremonti, era quello di farne una nuova IRI, e certo non solo per il Sud, anzi per ...quasi tutto: turismo, nautica, aree di crisi, piccola e microimpresa, TLC e Autostrade del mare...!
Infatti INFRATEL SpA o la RETE AUTOSTRADE MEDITERRANEE (RAM SpA), tanto per parlare di cose/agenzie/strutture di cui spesso mi occupo, sono state create come sub-agenzie della grande Holding: destinate a svogere ruoli di regia pubblica centrale su versanti strategici dello sviluppo.
La mia modesta proposta è che, al di là delle qualità tecniche e manageriali che vi si sono applicate con alterne fortune (...e parlo di strutture neo-nate di Sviluppo Italia!), si possa salvare quella necessaria logica di concertazione programmatica di livello nazionale, attribuita ( finora solo in parte) a queste due Società di regia "nazionale", per chiarirne meglio missioni e programmi, connettendole senza inutili burocrazie alle Regioni (altrimenti la Conferenza Stato-Regioni a che servirebbe?) e alle autonomie locali coinvolte. Bisogna infatti affrontare, oggi, con rinnovato vigore i due obiettivi RILEVANTI che esse sottendevano: diffondere l'innovazione digitale su Larga Banda e creare le reti logistiche multimodali (con priorità al Sud). Sono due finalità importanti per recuperare competitività e internazionalizzare il Paese; le Regioni, i Comuni e gli altri Enti hanno però bisogno di staff centrali di buona competenza e di maggiore coordinamento su queste materie.
Quel poco che si è fatto (al di là, ripeto, delle persone che vi si sono impegnate) non va disperso. Ciò riguarda il software, il modello di funzionamento, ma non certo il patrimonio o il capitale investito. La questione delle partecipazioni pubbliche, per es. della Infratel, è infatti tutt'altra materia: un nodo difficile da sciogliere, perchè si tratta della proprietà di infrastrutture che hon hanno ancora visto la luce! Difficile cambiarne la proprietà con i lavori in corso. Si tagli, allora, il nodo gordiano in modo semplice, trasferendo il capitale (investito e ancora da investire) - in reti di TLC a Larga Banda - alle Regioni e ai Comuni coinvolti.
Per quanto riguarda la RAM non c'è altro che l'aspirazione a modelli software e qualche studio di pianificazione, quindi molto poco oltre le lodevoli ambizioni di avvio. Tenendo conto che in questo campo sono prevalenti le competenze dei singoli Porti o Nodi Logistici e i concreti interessi delle comunità imprenditoriali del settore, nessun dirigismo vecchio (o nuovo) può minacciare la determinazione delle strategie di sviluppo delle Autostrade del Mare; per fortuna non ci sono patrimoni autonomi di Sviluppo Italia da trasferire, quindi tutto sarà molto più semplice.
Diciamo la verità: il progetto non è mai partito. Ciononostante una regia attiva di quanto di buono (e di ottimo, a volte), sia pure a spizzichi e bocconi, sta avvenendo nei porti mediterranei, serve sempre, se non altro per evitare inutili ridondanze, interferenze funzionali, sprechi di risorse....

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