27 ago 2006

Di bolina, risalendo con calma

Non so ancora se settembre porterà finalmente vento fresco. Intendo sempre il vento per andare a "riveder le stelle". Ci sono diverse questioni sul tappeto, o meglio sotto il tappeto, dato che qualcuno, al solito, si illude che ad agosto ci sia il tempo per maturare le decisioni necessarie....che, complice il caldo, si rinviano tutte a settembre.
I segnali buoni ci sono tutti. Il Programma dell'Unione - che Prodi conferma nella sua intervista web su Repubblica di oggi - dice cose precise su TLC e media, Ricerca e Innovazione. Si sa che bisogna cambiar passo, subito!Gran parte delle Regioni del Sud, dall'incontro di luglio con Bassolino, sanno che non ci sono più scuse. Sono necessarie misure concrete e visibili. Mi accontenterei di andar di bolina, faticosamente, ma per raggiungere le mete fissate. Tutti spergiurano sulla centralità dell'innovazione, e di quella digitale in particolare! La mia impressione è che occorra MOLTO CORAGGIO, lo stesso usato sulla scena internazionale. Per quel che vedo c'è da correre, almeno in Puglia, per evitare di perdere fondi strutturali non ancora impegnati, e proprio sui fronti più critici e "prioritari" della spinta alla modernizzazione della Pubblica Amministrazione locale, per i distretti - tecnologici o "industriali" che siano - , per la riforma delle agenzie regionali in essi implicati, per ri-cominciare a formare, INSIEME con i diversi e plurali aggregati esistenti (di Comuni e sistemi locali), ciò che l'Europa chiama gli ECO-SISTEMI DIGITALI. Ma questa è un'altra storia.....
Alla fine decidere, e con i tempi giusti, paga. Ritardare le decisioni equivale a perdere la gara stessa. Il tempo, in politica, nel mercato e nella società, non è una variabile indipendente.

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25 ago 2006

Fine dell'unilateralismo americano?

Non c'è dubbio: il risultato che Massimo D'Alema e l'Italia portano a casa con le decisioni di oggi a Bruxelles sulla forza UNIFIL europea in Libano è di natura EPOCALE. Non so se sia la FINE DELL'UNILATERALISMO dei neocon americani, travolti dall'Iraq e dalla crisi politico-militare in Israele, ma certo è che inizia una fase nuova anche per la Palestina. Come spesso è avvenuto nella storia del Libano e del Medioriente, negli ultimi 50 anni, quel che avviene in Galilea e dintorni finisce per cambiare la questione palestinese. HAMAS non è più sola al governo dello Stato che non c'è, l'Europa finalmente si bagna i piedi nel Mediterraneo, la signora Rice pensa a come uscire a testa alta da una dottrina politica di pura follia, e Olmert e i suoi elogiano Roma e Prodi. Ottima è la situazione sotto il cielo.

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I grandi vecchi e le vestali "dure e pure" dell'economia

La polemica agostana tra TPS e Giavazzi non smette di divertire. C'è dell'altro, sotto sotto...Se un grande guru come Scalfari oggi scrive:
I tecnici sono preziosi. Stimolanti. Hanno pieno diritto di parola. Vanno ascoltati. Ma quasi mai seguiti. Ci sono tuttavia tecnici che, messi alla prova, imparano anche le leggi della politica senza dimenticare quelle dell'economia. A me pare che Padoa-Schioppa sia tra questi. Non fosse per quella bizzarra comunicazione inviata per conoscenza a dritta e a manca. Quella no, mai più. E gli basti le gran tirate d'orecchio avute da quanti non avevano voglia di entrare nel merito.

Beh, la cosa che mi preoccupa è quel "quasi mai seguiti", ci mancava proprio Scalfari a rinforzare questa prassi italica già molto diffusa. Purtroppo le leggi della politica sono figlie della qualità della politica che viviamo. Ma il grande vecchio (che fortemente rispetto) non sa, molto neglio di tanti, che la cattiva politica scaccia quella buona? Sulla politica economica di un Governo c'è già molta trasparenza, per fortuna. Le critiche costruttive delle vestali saranno sempre sentite, alla fine! Ma quanto è più opaca la legge partitocratica ( anche dell'Unione) in periferia e quanto male queste "leggi" bronzee fanno ai Comuni, alle Province e alle Regioni. Se cominciamo a dire che la "politica" deve metter la sordina ai ragionamenti critici, non andremo da nessuna parte.

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24 ago 2006

Il Sud e il VII Programma Quadro di Ricerca

Per fortuna c'è CORDIS sul web. Una volta c'erano i RELAY CENTER e si parlava tanto di UFFICI EUROPA in quasi tutti i Comuni del Sud. Cosa è rimasto in piedi? Poco o nulla, la routine stanca...si sa! Peccato! perche' il 2007 parte anche il nuovo Programma Quadro di Ricerca, che riserva un bel po' di risorse all'innovazione. Basterebbe saperne di più e per tempo, e prepararsi.Soprattutto qui da noi, dove serve ingegnarsi a farla davvero una buona volta questa Ricerca (quella delle poche imprese che la possono fare, ovviamente!), anzichè simularla nei parchi scientifici di un tempo che fu o vaticinarla nei centri di competenza che dovrebbero sorgere, e che farebbero bene a dimostrare, già ai propri primi vagiti, di riuscire a fare consorzi europei vincenti piuttosto che spartirsi sussidi nazional-regionali (negli anni della mia giovinezza funzionava così, occorreva cercare un confronto competitivo con gli altri paesi, altrimenti ti dicevano - e a ragione - che pescavi sempre nel torbido assistenzialismo al Sud...come terroni bisognava combattere due volte più forte degli amici "lumbard").
Si sa già che il 7 marzo a Bruxelles la road-map si concluderà con il battesimo del programma, e poi via con i bandi. In autunno ci sarà la seconda lettura del Parlamento Europeo. Non è affatto un processo banale! Ad esempio riporto di seguito un emendamento significativo, riportando in grassetto le modifiche introdotte in prima lettura dal parlamento UE:


Emendamento 195
Allegato I, capitolo I "Cooperazione", Tema 7 "Trasporti (ivi compresa
l'aeronautica)", Sottotitolo "Attività", punto 2, trattino 2

– Incentivare il trasferimento modale e
decongestionare gli assi di trasporto:
sviluppare in Europa reti, infrastrutture
e sistemi di trasporto innovativi,
intermodali e interoperativi, a livello
regionale e nazionale;
internalizzazione dei costi; scambi di
informazione tra veicoli/navi e
infrastrutture di trasporto;
ottimizzazione delle capacità delle
infrastrutture.
– Incentivare il trasferimento modale e
decongestionare gli assi di trasporto:
sviluppare in Europa reti, infrastrutture
e sistemi di trasporto e di logistica
innovativi, intermodali e interoperativi,
a livello regionale e nazionale
nonché
metodi che, a livello operativo,
unitamente a strategie finalizzate al
collegamento delle zone urbane e
rurali agli assi e alle reti prioritarie
di trasporto, consentano di sfruttare
tali sistemi in modo più efficiente ;
internalizzazione dei costi; scambi di
informazione tra veicoli/navi e
infrastrutture di trasporto; sviluppo di
infrastrutture off-shore ;
ottimizzazione delle capacità delle
infrastrutture, incluse iniziative
concernenti l'interoperabilità e
l'ottimizzazione operativa delle reti
di trasporto locali, regionali,
nazionali ed europee; ulteriore
sperimentazione e sviluppo del
sistema europeo di segnalamento
ferroviario .


E' solo un esempio, nell'emendamento successivo si parla anche delle celle ad idrogeno per il trasporto! A dimostrazione che la democrazia in questi casi serve!!!
Se non ci fosse la ricerca in logistica e la programmazione dell'idrogeno come nuovo carburante continueremmo nei trasporti a fare le solite cose infrastrutturali e industriali senza neanche chiederci quale sia il futuro....

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23 ago 2006

Come impazzire per email - Il caso Giavazzi versus Padoa Schioppa

I toni sono incandescenti, la bega è imbarazzante. Oggi sarebbe scoppiata la "guerra tra gli economisti" secondo tutti i giornali italiani.Stamattina leggendo Giavazzi sul Corriere mi sono reso conto, però, che il complesso da primadonna non risparmia davvero nessuno. A voler dare sempre l'ultima stoccata anche Giavazzi finisce per far male davvero, e si mette inutilmente dalla parte del torto. La storia della polemica è qui. Non sono per nulla d'accordo con Zambardino che in Scene Digitali sembra commentare favorevolmente l'asimmetria del mezzo scelto dal Ministro, quasi un coup de theatre. Ma come? Anzichè rispondere al pubblico, ai lettori del Corriere, magari per fare a pezzi Giavazzi, lui sceglie di fare una mail a 82 colleghi (economisti) importanti? Poi succede (sul Foglio di Ferrara) che la cosa passi dalla mail alla carta stampata e diventi tempesta mediatica....Certo, cosa si aspettava il Ministro? di farla franca con questi attacchi riservati agli addetti ai lavori? Che risponda allora nel merito e VERSO TUTTI, altrimenti penso che la mail sia stata solo rancorosa e "cattiva". Anche in questo caso, caro Zambardino, il contenuto prevale (The content is king!).
Se qualcuno come Giavazzi fa critiche e pone fretta all'azione di governo in economia (che infatti tarda a manifestarsi) merita seri fatti in risposta e non "piccature" accademiche. Allora Bersani cosa avrebbe dovuto fare sul fronte dei tassisti, farmacisti, avvocati, ecc. sommergerli di spam "antipatico"???

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17 ago 2006

Il wireless per difendere la Neutralità della Rete


Mi fa molto piacere leggere due opinioni rilevanti di Beppe Caravita e di Stefano Quintarelli su come, anche negli USA, si pensa di poter arginare l'oligopolio delle infrastrutture di Comunicazione con una risposta "politica" prevalentemente centrata sull'accesso wi-fi di nuova generazione. Le reti wi-fi civiche da Philadelphia a San Francisco saranno in grado, tuttavia, di competere con la Larga Banda in fibra? La questione è maledettamente tecnica, ma non mancano le soluzioni. Il routing IP-TV non è detto che sia appannaggio esclusivo dei Big Player, credo che CISCO e gli altri non abbiano remore per rilasciare un'offerta sempre più efficiente e "popolare",... ma se il mercato tira!
In Italia, dove siamo messi anche peggio quanto a monopoli/oligopoli, ci manca certamente una Google che sponsorizzi un simile fenomeno di BroadBand Wireless, ma - fatto distintivo nostro - siamo un paese geneticamente muncipalista. Credo che i nostri cento campanili possano fare la differenza: si tratta soltanto di fissare le regole per evitare una confusione da Radio Libere degli anni '80..
L'accesso è importante, ma la competizione resta, chiaramente, sui servizi e sui contenuti. Anzi, la parola d'ordine "Società dell'Informazione" non vuol dire altro che questo. Dare la stura ad un mercato di produzione di contenuti su un piano nettamente federalista/regionalista. L'aggregazione verrà naturalmente, con il tempo e con le syndication delle "nuove stazioni emittenti".
E' quello che ci proponiamo di fare qui in Puglia, a partire da una rete "provinciale" BroadBand Wireless che per adesso cerca di risolvere il "non piccolo" problema dell'assenza di una Google nostrana.
Con la speranza (soltanto mia...per adesso) che la Infratel del Mezzogiorno sia ricollocata al più presto in questa direzione, per evitare che i cospicui finanziamenti pubblici per la Larga Banda finiscano per depositare altra fibra spenta, a fianco di quella "privata" e inutilizzata (che poi c'era già!bastava chiedere, almeno in Puglia).
Insomma: sono convinto che tutti i DSR delle Regioni Meridionali siano, come ho detto nel post precedente, un'ottima occasione per farsi sentire, una volta tanto A LIVELLO NAZIONALE. Diciamolo a Prodi, Gentiloni, Lanzillotta, Nicolais: la Larga Banda e i suoi Contenuti Digitali sono, a partire dal Sud, un'ottima occasione per disegnare la futura Agenzia delle Reti (e dei Servizi).

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12 ago 2006

"Pizzicata" al DSR pugliese in materia di Comunicazione Digitale

Agosto 2006, piuttosto pazzo dal punto di vista meteo. Ricomincia la taranta (da cui traggo la foto): spero che il suo morso agiti un po' di più anche la politica assopita dell'intera regione; ci vuole davvero più movimento per fare una Puglia Migliore. Ho approfittato di qualche temporale estivo per leggere la bozza del DSR (Documento Strategico Regionale) sulla programmazione prossima ventura.
Il DSR è un documento di strategia e di uso esplicito degli ultimi _ spero io!_ Fondi Strutturali europei (2007-2013), approvato dalla Giunta (e pubblicato dal 9 agosto in formato "fotografico"- ma perchè? - sul sito della Regione. Una pregevole bozza che meriterebbe mille osservazioni, su tanti fronti.
(S)pizzicando qua e là sulle cose che più mi attizzano, direi da tanto tempo, scopro che si prevedono:


interventi di infrastrutturazione della Comunicazione Digitale (anche per quanto concerne l'evoluzione dei servizi di comunicazione digitale verso standard avanzati in termini di qualità del servizio, quali Full IP e Digital Video Broadcast -DVB )

Mi chiedo se tale lodevole intento possa essere facilmente compreso dalle masse popolari e chi mai abbia materialmente redatto questo passaggio "tecnologico" del testo, senza qualche forse utile spiegazione in più.
Passi pure per Full IP, dato che ormai tutti dovrebbero sapere che IP sta per Internet Protocol, e cioè che le reti di trasmissione della voce e dei dati usano le stesse identiche modalità di Internet (anche se questo non è vero per niente nel caso di molte reti telefoniche cellulari). Non si tratta di volere o non volere: l'IP c'è e basta, mica una Regione può auspicarne la diffusione di più e meglio di qualunque operatore del mercato.

Ma come la mettiamo con il DVB? E quindi con il video? Il DVB è uno standard industriale (mondiale) in continua evoluzione, dai tempi della vecchia televisione analogica alla nascente TV su IP (appunto!). Riguarda chi fa l'elettronica degli apparati e il broadcasting, ovvero chi fa TV. Se la Regione ne parla, vorrà dire che pensa di fare o far fare TV - credo - in un modo pertinente ad un'Amministrazione Pubblica...Ma la parola broadcasting è un reperto terminologico e concettuale del passato. Il DVB ha tantissimi suffissi/aggettivi che possono voler dire ricezione del video da satellite, fibra/cavo, etere, ecc..Se la Regione intende il DVB-T e quindi il Digitale Terrestre mi piacerebbe saperne di più. Anche alla luce del programmato (e, per fortuna, ritardato) passaggio all'esclusiva trasmissione del segnale TV-etere in digitale, e soprattutto dello spaventoso ritardo nazionale (e regionale) nei possibili servizi di interattività con i cittadini. Si tratta di riparare al flop del Digitale Terrestre come l'abbiamo finora conosciuto con Gasparri/Berlusconi.Ci lavora da giugno il nuovo ministero Prodi.. Non è poco, ma non è certo gran cosa...Ma se per caso la sigla DVB sta modernamente per DVB-IP o IP-TV allora la Regione forse ci sta azzeccando davvero! Si tratta appunto di instradare i contenuti digitali sulle reti pubbliche IP, di fare la televisione a domanda su rete Internet. La cosa non è affatto così semplice: il giro dei pacchetti IP sulla rete non può più essere lasciato al caso! I pacchetti video, uno dopo l'altro, devono velocemente infilarsi al posto giusto nel computer o nel TV di casa/scuola/ufficio.
Sembra una cosa da niente, troppo gergale, troppo astrusa...ma è in realtà una vera rivoluzione "trasversale" che interessa quasi tutto il DSR. Consentire un rapido sviluppo della TV su Internet a larga banda prepara, per davvero, uno scenario di comunità industriali, territoriali, civiche, ecc. che riescono a diventare produttori (pubblici e privati, o misti, non importa!) di contenuti e servizi di interesse "civico", industriale e culturaleglocale.
Altro che arrabbattarsi su decine di portali web per il turismo e i beni culturali o su format TV "tradizionali" arrangiati all'ultimo minuto, altro che internazionalizzazione come "turismo politico" o formazione dequalificata per mestieri già morti!
Sono tra coloro che credono che la Multimedialità su IP sia una svolta epocale dentro la storia infinita di Internet. Bisogna saperla vedere per tempo e sfruttarla a dovere per consentirci un bel salto in lungo. Sfruttare davvero l'IP e il DVB DA PER TUTTO significa cambiare il modo di lavorare, apprendere, divertirsi, ecc. ecc..
Se questo è l'accenno al DVB, allora una POLITICA di innovazione mirata in questa direzione ha davvero molto senso! Forse è il bollente spirito giusto. Nel senso che queste tecnologie lasciate in mano agli operatori dominanti (vedasi il mio post precedente su Telecom Italia!) producono soltanto una devastante imposizione di paradigmi culturali di terzi (Murdoch e SKY per es.) o una dilagante offerta "pay" di calcio, veline e soap opere prodotte sotto altri cieli e orizzonti....ma facilmente imposti a tutti i consumatori come la "moderna TV a domanda".
No, per favore! Ci vuole una NETTA SEPARAZIONE TRA RETI E CONTENUTI DIGITALI e una nuova capacita' federalista, regionalista, euromediterranea per evitare che la IP TV di domani sia un cimitero di valori culturali che saprà sfoggiare, tuttavia, una brillante potenza nel dirigere "quei" pacchetti video a decoder sempre più chiusi di "nuovi abbonati", ma sempre più passivi, e "felici" di vedere sempre le stesse cose del vecchio antico schermo/focolare .
Lo Stato e le Regioni non hanno soltanto il dovere di creare l'Agenzia delle Reti indipendente, ma anche quella di assecondare la strategia di Lisbona della Unione Europea: favorendo e intervenendo direttamente, se del caso e sia pure temporaneamente, nei circuiti della produzione dei contenuti digitali endogeni e del nuovo webcasting (che dovrà essere aperto, open source, disponibile a "tutti"). Per fare la IP-TV aperta servono infrastrutture pubbliche di Larga Banda ABILITANTI, che costano tanto e che nessun operatore locale potrebbe mai permettersi. Forse su questi obiettivi si può tentare di rimettere con i piedi per terra la creazione di reti pubbliche della Infratel nel Mezzogiorno d'Italia!Guai a non farlo nel momento in cui la NEUTRALITA' DELLA RETE è così pesantemente sotto attacco.
Se la Regione Puglia vorrà questo "DVB" tutto il DSR potrà trovare una più chiara chiave di lettura della parola d'ordine, non più retorica, dell'innovazione al posto di comando.

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Dibattito di Ferragosto sul futuro delle Reti

L'opinione di Luca De Biase (blogger)




Da fine luglio si è intensificato il tormentone sui colloqui tra Murdoch e Tronchetti Provera. E' in gioco l'assetto azionario di Telecom Italia? E' una "semplice" e naturale alleanza sui contenuti digitali? Difficile dar conto delle svariate posizioni in merito. Scelgo questo intervento di Luca De Biase per "rendicontare" lo stato dell'arte. La questione interseca, e di molto, la prospettiva della neutralità della Rete: materia molto spinosa e delicata.
Prendo atto, senza alcuna sorpresa, delle posizioni del Ministro Paolo Gentiloni dopo i comunicati stampa di Telecom ; cosa volete che dica, oggi? Soltanto che lui segue da vicino quanto due imprese private stanno cercando di fare nel campo della convergenza ICT.....
Ancora una volta mi ritrovo con le tesi del prof Giavazzi : che le imprese possano fare tutto ciò che vogliano, MA IN UN QUADRO DI REGOLE PUBBLICHE MOLTO CHIARE.
Se l'Agenzia delle Reti finalmente si farà, non mi importa di un accordo Sky Telecom (che forse romperebbe il famoso duopolio Rai-Mediaset), ma che l'accesso alle reti di Larga Banda e quindi alla TV su Internet non sia precluso alle comunità regionali, ai distretti e agli Enti Locali, a tutti i nuovi e più fantasiosi operatori della Convergenza Digitale (che sono le famose PMI sempre al palo....).
Segnalo a tutti di aver scoperto un buon "ritorno", sempre su queste delicate questioni: il nuovo blog dell'amico Stefano Quinatarelli (il primo della mia blogline), con il quale ho condiviso l'età pionieristica dell'Internet commerciale e qualche giro a Bruxelles ai tempi dell'e-commerce del G7 di quegli anni....

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