31 dic 2006

L'anno che verrà.

Caro blog, sei nato a fine aprile 2006 tra uno scoppio e l'altro sul lungomare Sud di Bari. Sei nato, quindi, all'insegna di una distruzione creativa. Non solo di Punta Perotti, ma di tanti altri ecomostri che accompagnavano il tuo autore ancora nel 2005. Eco-mostri tecnologici, sentimentali, politici...Bene! Il 2006 è stato un anno di posa di grandi e solide palafitte; finisce, ma molte opere ben disegnate sono ancora invisibili: vedranno la luce soltanto all'inizio del nuovo anno. Auguri, quindi, caro blog: toccherà (forse) anche a te commentarle! Anche le manutenzioni personali (di tipo sanitario) sono state rapide ed efficaci, nel 2006: qualche tagliando ci vuole ogni tanto! Tutto questo mi permette di vedere l'orizzonte con grande chiarezza, come in una tersa giornata di inverno a mare. E mi sono tolto perfino il maledetto vizio del fumo...Ciò che di nuovo mi verrà dal 2007 sarà molto probabilmente di sapore più Orientale e Mediterraneo; finalmente si comincia a fare sul serio con tanti amici del Sud e dell'Est, dopo tanto lavoro di semina! Senza dimenticare che le radici dell'innovazione, che di certo è un gioco creativo e non soltanto arido business, sono davvero nelle carte del Kublai Kan e di Marco Polo (magari con l'aggiornamento meridiano che ne potrebbe fare il mio amico Franco Cassano).
Grazie allora ai tantissimi amici che mi sono stati vicini come sempre, e sul fronte delle nuove sfide: grazie soprattutto ai miei nuovi compagni d'avventura, con tantissimi auguri per uno splendido 2007 a Michele, Alberto, Carlo, Mario, Gino, Eleni, Claudio, Francesca, Guido, Anastasia, .....

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27 dic 2006

Un comunicato ...misterioso!


Allora ci siamo? Il Ministero delle Comunicazioni annuncia un accordo con la Difesa sul wimax!E' un regalo, o meglio, l'annuncio di un regalo...? E che regalo sarà se costerà poi molto? E poi perchè tante ambiguità sull'avvio e sulla "triplicazione progressiva delle licenze..." in cinque anni ?
Io proprio non capisco questo regalo di fine d'anno. Gentiloni voleva soltanto rassicurarci? Boh!? Resto all'antica: nessuna nuova, buona nuova...
Non sarebbe stato meglio, fatto il catasto delle frequenze a gennaio, stabilire i costi e i ritorni MINIMI attesi dallo Stato (per conoscere la base d'asta) e dichiarare quantità e distribuzione delle licenze regionali wimax?
Non ditemi che non mi accontento mai...Lo studio delle altre esperienze wimax in Europa mi genera qualche legittimo sospetto. Se avessimo 40-50 licenze per 20 regioni, su importi bassi come quelli in Germania, avremmo una spesa per ogni singola concessione wimax intorno a 1 Milione di Euro (al netto di qualunque altra spesa di investimento). Su questa cifra ci metterei una firma, al di sopra si soffrirà! A parte il fatto che operatori TLC fissi e mobili dovranno decidere che fare...Forse l'annuncio di oggi serve un po' di più a loro che ai new entrants (a pensar male si sa, ci si azzecca....)

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26 dic 2006

Risposta alla fiaba di Natale di CST...

Sarà che Babbo Natale mi ha regalato l'edizione Rizzoli del Codex Seraphinianus, sarà che siamo sempre un po' piu' buoni in fine d'anno, ma allo scorato e amletico CST, che ha scritto una sintomatica fiaba di Natale su un imperatore che NON RIUSCIVA A VEDERE I PORTALI DELL'INNOVAZIONE, o si circondava di troppi artigiani impostori...dedico quest'altra "fiaba" di Calvino dalle Città Invisibili:

L'atlante del Gran Kan contiene anche le carte delle terre promesse visitate nel pensiero ma non ancora scoperte e fondate: la Nuova Atlantide, Utopia, la Città del Sole, Oceana, Tamoé, Armonia, Icaria.
Chiese a Marco Kublai: - Tu che esplori intorno e vedi i segni, saprai dirmi verso quale di questi futuri ci spingono i venti propizi.

Marco Polo: - Per questi porti non saprei tracciare la rotta sulla carta nè fissare la data dell'approdo. Alle volte mi basta
uno scorcio che s'apre nel bel mezzo d'un paesaggio incongruo, una affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s'incontrano nel viavai, per pensare che partendo da lì metterò assieme pezzo a pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, d'istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie. Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla. FORSE MENTRE NOI PARLIAMO STA AFFIORANDO SPARSA ENTRO I CONFINI DEL TUO IMPERO; PUOI RINTRACCIARLA,MA A QUESTO MODO CHE T'HO DETTO.

Per tutti coloro che non desistono......

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24 dic 2006

Auguri come acqua pura e fresca

Foto di EVIL TWIN.




Grazie a tutti. Ricambio con la speranza
che la vostra vita sgorghi sempre piena e fresca!

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23 dic 2006

La vera speranza del 2007

Il nuovo contratto di servizio RAI, nell'interpretazione di Stefano Quintarelli, rappresenterebbe il più forte ed implicito passo in avanti in Italia in direzione della Neutralità della Rete e della libera circolazione dei contenuti digitali. Il contratto infatti impegna la RAI a

rendere disponibili sul portale RAI.IT tutti i contenuti radiotelevisivi prodotti dalla RAI a tutti gli utenti che si collegano ad Internet dal territorio nazionale, avendo cura di rendere disponibili i contenuti trasmessi dalla televisione e dalla radio non appena termina la trasmissione di tali contenuti;

Ci ho molto pensato e non vedo l'ora di mettere alla prova queste nuove regole non appena siano disponibili nel mio territorio sistemi di Larga Banda wireless, con media server efficienti.

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Ruini, che vergogna!

In morte di PierGiorgio Welby un'istituzione secolare come la Chiesa, e sotto Natale, fa il suo più grande autogol dai tempi di Pio XII. Il Vicario di Roma nega le esequie religiose ad un militante radicale "suicida", infierendo una volta di piu' sulla sua strenua legittima battaglia per l'eutanasia. Non ne avrei parlato su questo blog, ma ancora una volta lo faccio perchè l'intera blogosfera italiana, cattolica e no, ha dovuto fare il tam tam sulla notizia: c'è sciopero di ben 4 giorni della stampa.....A me, laico e ateo, sembra davvero disumano quanto il Pastore Tedesco sta producendo nel mondo cattolico; spero soltanto che ciò non inneschi una battaglia radicale di toni specularmente esagerati. Non se ne sente proprio il bisogno.

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21 dic 2006

Il wimax sotto la Tour Eiffel: una lezione per le Regioni italiane

C'è un po' di sorpresa tra i 4 gatti degli addetti ai lavori WIRELESS sul basso costo delle licenze wimax assegnate in Germania (56 Meuro per 28 regioni) rispetto a quelle già quasi operative in Francia (dove a luglio 2006 le 26 regioni amministrative sono state teoricamente coperte con una spesa di ben 125 Meuro per la distribuzione delle identiche licenze, ma con sole due licenze per regione). A ben guardare le regole delle due diverse aste, non mi sembra, invece, che ci siano sostanziali disparità (fatto qualche calcolo grossolano su superfici e abitanti...). Purtroppo il confronto non è facile, anche perchè i due regolatori nazionali sono molto diversi tra loro per cultura storica delle TLC.
Cio' che davvero VALE LA PENA NOTARE IN VISTA DELLE GARE IN ITALIA E' CHE 6 AMMINISTRAZIONI REGIONALI FRANCESI (alcune: tra le quali la Bretagna e la Corsica; come dire un Piemonte e una Calabria in Italia!)hanno potuto partecipare direttamente all'asta wimax e VINCERLA! In Germania manco a parlarne...Mi riprometto di informarvi prossimamente sul ragionamento giuridico (legittimo quindi in UE!) che ha seguito l'ARCEP (la loro AGCOM) in merito all'ammissione delle Regioni all'asta wimax. Se la Puglia volesse trarre benefici anche economici da una politica corretta in questo campo, se ne puo' già parlare con i licenziatari della Bretagna, una regione che conosco molto bene e che ha straordinarie similarità con la Puglia . Nel frattempo VOGLIO PORTARE ALLA VOSTRA ATTENZIONE CHE ALCUNI MIEI AMICI PARIGINI MI RACCONTANO GRANDI COSE DELL'OFFERTA SDH (società che opera in Ile de France, la ghiotta Capitale!) sia in termini di velocità ("simmetrica" perfino!) che di QoS. SDH è una joint venture tra SFR e Neuf Telecom, due aziende che non hanno avuto paura di proporre Wimax in un'area densa e cablata come poche al mondo....L'offerta commerciale è al palo, non se conoscono i dettagli, ma siate certi che le mie antenne wi-fi vi racconteranno cose autentiche e verificate al momento opportuno.

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Un nuovo Comitato sotto l'albero; speriamo sia la LARGA BANDA giusta!

Se capisco bene il comunicato interministeriale sul nuovo comitato per la Larga Banda, non c'è altra decisione che fare il Comitato....Per adesso!

Lavori in corso DA PER TUTTO..Bene, sarà un intenso 2007, da Fase II.

Alla Paola Manacorda, ex commissario AGCOM - che assolverà un ruolo tecnico di coordinamento - auguro buon lavoro; ai ministri Lanzillotta e Nicolais un sommesso, quasi sospirato suggerimento: l'importante è chiudere (presto e con successo) i Comitati, non istituirli! Tutta la Larga Banda (a partire dal wimax, ma non solo) ha bisogno soltanto di mercato - entro regole chiare - ma men che meno di altre sovrastrutture (ne abbiamo già viste tante, finora!).

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18 dic 2006

Auguri interattivi a Voi Tutti!


Il mio biglietto di auguri per il Natale 2006 è qui (scusate l'inglese!)

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Le Comunità On Line sono "personaggi" TIME dell'anno

Chip and Salsa di Carlini commenta ragionevolmente il fatto. Mi sembra sempre un po' esagerato, ma si può accettare: le forme della comunicazione sociale (nel bene e nel male) cambiano di più attraverso il WEB 2.0 che non attraverso gli OLD MEDIA. Che poi TIME decida così per via dell'acquisto di You Tube da parte di Google (quasi una ripetizione della BOLLA...) è un'ipotesi, purtroppo non lontana dal vero!

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16 dic 2006

Monologhi e speranze digitali

Scopro con colpevole ritardo su CST un amletico e divertente monologo sull'e-government italiano. Tanto più utile per me in questa fase, in cui mi appresto ad aggiungere al mio Mediterraneo Multimodale un bel po' di Larga Banda sul PIT 2 Nord Barese ed una serie cospicua di nuovi imaginifici sforzi di tanta buona ICT italiana su progetti assai FUMOSI, da Bari Città Metropolitana alle Comunità Montane Calabresi (dove appunto spero che finalmente i CST mettano le ALI....in Calabria succede di tutto, come ben si vede...).
Nonostante il disincanto, dobbiamo provare a fare più onestamente, noi consulenti e imprese di ICT, la FASE 2. A me sembra, al di là di ragionevoli sberleffi, che ci si possa provare con SEMPLIFICAZIONE 2.0. ARDUO COMPITO - E' VERO - SOPRATTUTTO QUANDO LE AMMINISTRAZIONI APPALTANTI HANNO ABBORRACCIATO QUALUNQUE SCEMENZA SOTTO L'ALBERO DI NATALE, PUR DI DIMOSTRARE ALLE GENEROSE REGIONI MERIDIONALI CHE I FONDI "STRUTTURALI" SAREBBERO STATI IMPEGNATI ...COMUNQUE!!!!.
La qualità della spesa può significativamente ridurre il nostro debito...c'è chi crede che la cattiva spesa valga tutto il deficit italiano standard (quasi 2,5 punti di PIL). Spero di no, e che comunque ogni euro inutile in ICT lasci comunque qualche seme per i posteri! (Della serie, meglio spendere che restituire i fondi ad altre regioni sfigate dell'Unione; ma fino a quando???)

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15 dic 2006

Meno entropia è più informazione

16 DIC: Avevo scritto solo ieri dei miei dubbi...IERI SERA FANTA-D'ALEMA A BARI ME LI HA TOLTI, PROPRIO MENTRE LA FIN2007 PASSAVA AL SENATO.

Ha detto che il Partito Democratico è così importante che bisogna farlo davvero bene....MI BASTA questo: così ci sarà piu' tempo per investigare sui valori etici comuni, senza guerre di religioni e provenienze.
ME NE DISPIACCIO PER PRIMO, ma Peppino ha ragione: senza i socialisti italiani rischiamo di fare una farsa di compromesso storico (per citare il Karl Marx del 18 Brumaio...)

Venerdi 15 dicembre, prima di andare al Kursaal (arriva il Ministro degli Esteri, direttamente da Bruxelles)Lo dico della politica. Qualche mia antica certezza sulla nascita del Partito Democratico si è infranta con la maggiore attenzione che finalmente ho portato alle posizioni emerse nel dibattito di questa settimana al Consiglio Nazionale dei DS. Il pensiero preoccupato sull' APPRODO verso cui andiamo (un po' alla cieca...), espresso da Peppino Caldarola , ha fatto breccia nelle mie convinzioni tecnocratiche e linearmente riformiste-liberali-di- sinistra. Dice Peppino Caldarola che bisogna stare attenti alla cultura cattolica neo-integralista di questo Papato che riesce (anche nella Margherita) a mettere trappole decisive sulla COMUNE futura concezione del mondo....Ma questo è un mio modo di vedere "antico": nella blogosfera cresce l'insofferenza GIUSTIFICATA ai gruppi dirigenti dell'Unione...

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9 dic 2006

Il sonno della ragione genera CARTE ideologiche

Con stile castrista (che non è proprio il massimo della democrazia...) i compagni di CARTA fanno gli spiritosi con le liberalizzazioni di Mastro Linda, proprio nel giorno in cui il prof. Petrella si dimette dalla sua poetica e fallimentare Presidenza dell'Acquedotto Pugliese e Nichi Vendola ritrova ragionevolezza e realismo; il Governatore polemizza, infatti, con la continua "lirica" proclamazione che l'acqua debba restare un bene pubblico essenziale, come se ciò bastasse a portarla dagli invasi ai rubinetti... Meglio tardi che mai! Le dimissioni dell'indispettito Petrella (che io conosco dai tempi del fantasioso ma assai vano Gruppo di Lisbona, di cui pochi ricordano le generose e inutili profezie degli anni 80, quando era alla DG XII di Bruxelles) sono proprio pubblicate su CARTA mensile di dicembre (dove in copertina campeggia il no alle liberalizzazioni contro il ministro Lanzillotta)! Allora, come per Vendola (e senza necessariamente che Lui o Petrella o Carta rinuncino all'idea della pubblicizzazione di ALCUNI Servizi Pubblici Locali come quello Idrico) spero che anche CARTA prima o poi si ravveda.
Non credo che compagni onesti come quelli di Carta non sappiano capire, alla fine, quanto il furore liberista ( quello delle privatizzazioni neo-imperialiste dei Colossi dei Servizi Idrici in giro per il mondo) sia molto simile al loro speculare vaneggiamento dogmatico contro ogni ragionevole gestione industriale di risorse scarse e beni preziosi (che non si possono certo sprecare per mero odio settario del mercato.....in attesa che lo Stato, qualunque forma di Stato, ci pensi..)
Il mercato a volte non c'entra davvero nulla (NON COINCIDE PER FORZA!) con il profitto capitalistico come misura del rendimento: è soltanto uno dei criteri storici disponibili. A volte il mercato, ancor prima di commettere i suoi crimini in nome della forma di merce, deve far piuttosto riferimento al valore d'uso ( e non a quello del mero scambio)per tutti i servizi oggetto di una trasformazione manifatturiera o di un processo gestionale per qualsiasi SPL (ma questa è una storia complicata...che ha molto a che vedere con la termodinamica delle macchine piuttosto che con il marxismo). Insomma il valore d'uso deve esistere, anche per l'acqua (pur considerandola il bene pubblico per eccellenza) prima ancora che il capitalismo o chiunque altro (una cosca di generali o il socialismo reale!) ci possa montar su un meccanismo speculativo. Valore d'uso è allora catturare, distribuire, depurare l'acqua, eccetera, eccetera : ovvero produrre e distribuire decentemente qualsiasi altro bene pubblico (gas, trasporto locale, rifiuti, illuminazione,..); anche i più puri soviet della tradizione comunista (ricordarsi di Lenin: soviet + elettrificazione!) dovrebbero fare i conti con l'ingegneria.Ogni gestione industriale va misurata comunque, come ogni modesto ingegnere sa bene, e la proprietà dei SPL in questo caso non c'entra proprio nulla con la forma di merce che l'acqua assume in alcuni casi di RAPINA...!). Se si ragionasse con calma e senza pregiudizi, questa verità elementare verrebbe fuori, sia contro il sovraprofitto delle varie Generales des Eaux nel Terzo Mondo, sia contro lo spreco intollerabile operato dal conservatorismo statalista (assistenzialista-burocratico) in Occidente e altrove. Anche in Europa, dove, come ai tempi di Di Vittorio (cari compagni dalla memoria corta...), è stato forse più importante dare da MANGIARE CHE DA BERE!

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RE-GOVERNMENT

Per segnalarvi che l'ultimo post di Paolino Madotto mi ha convinto. Non più e-gov ma re-engineering del government, quindi RE_GOVERNMENT. Lo si dice da tanto, ma lasciatelo dire pure ad un incallito tecnologo...Di tecnologie ne abbiamo a iosa (mal governate!), di governi locali da vitaminizzare, con basse dosi e graduali di ICT, ce ne sono tanti e OVUNQUE. OK quindi, purchè non si dimentichi che le tecnologie aiutano davvero a RI-GOVERNARE, non vorrei che l'abuso fatto dalle aziende IT italiane in questi ultimi anni di sprechi folli generi rigetti eccessivi (via l'acqua sporca e i bambinelli insieme...).

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8 dic 2006

nano-diffusione tecnologica

Solita premessa, sarò di nuovo molto antipatico, ma questa volta un po' più cifrato. Ai lettori pugliesi sarà semplice decodificare fatti ed eventi, ma non voglio ammorbare i miei "visitatori" ricorrenti da "fuori" regione. Dispiace dirlo: una volta per promuovere visione e obiettivi del Programma Quadro di Ricerca bastava un gruppo di persone, un Relay Center (si chiamava così una volta...), magari articolato su più Regioni italiane. Perfino io ho fatto o organizzato questo mestiere, in passato.... Adesso per far questo sembra che ci voglia un'intera Agenzia Regionale! Che sembra fortemente animata da questa lodevole funzione, tutta presa dalla caccia a una qualsiasi immagine di utilità....mentre tanti ricercatori ancora se ne chiedono le ragioni costitutive (dall'idea originaria del centro-destra alla tanto attesa e fuggevole presidenza Nicolais). Nessun problema: comunque vada, la propaganda (dell'innovazione) fa sempre bene! L'ARTI è sicura, così, di non sbagliare!
Ma se, invece, a qualcuno in Puglia (giovane ricercatore pubblico precario, o presunto ricercatore industriale, per non parlare degli imprenditori con voglia di innovare), venisse voglia - chessò - di far domande serie sull'European Institute of Technology, sul rapporto tra il VII Programma UE di Ricerca e l'iniziativa INDUSTRIA 2015 in Regione, sul funzionamento delle reti multiregionali dei centri di competenza appena promossi (caoticamente!) dal Ministero, o tanto più sulle misteriose visioni e mission del governo regionale (pare che il nostro Governatore si sia innamorato di questa parola...), a chi pensate che debba rivolgersi? ALL'ARTI Pugliese?, alle sbiadite spoglie del Parco Tecnologico, ridotto ormai a una carrozzella clientelare (dire carozzone, per fortuna, è troppo)? A oscuri vati e consiglieri suggeriti dai Partiti (oni e ini) della vasta coalizione? Nel diluvio attuale di comitati e agenzie per l'innovazione e di gruppi di "scienziati" dediti a strategie metropolitane e internazionalizzanti, sono sicuro che troveremmo soltanto scarsi meriti e inadeguati titoli professionali anche solo per cominciare a parlarne: ergo, i costi della politica dell'innovazione AUMENTANO! Quasi come i costi di recenti gare d'appalto aggiudicate in extremis a ditte già notoriamente decotte o addirittura di gare d'appalto di tanti Enti Pugliesi che non sanno neanche cosa volgliono effettivamente appaltare...ma che hanno comunque - con l'acqua alla gola - fatto la corsa a non perdere i fondi europei per la Società della Conoscenza.
Amara considerazione: la Puglia migliore che ci si attendeva almeno dal Capodanno scorso arranca pesantemente sulle questioni dell'acqua e della sanità, si fa bacchettare sulle miserie clientelari organizzate nelle proprie macchine amministrative (nel mentre si predica giustizia e serietà): insomma, si è già subito impigrita nel quieto tran tran della gestione senza slanci e senza idee....Ed è meglio stendere un velo pietoso sull'ICT e la Società della Conoscenza.

Meno male che alcune brave funzionarie della UE (queste almeno made in Bari) ci racconteranno martedi 12 dicembre le promesse nanotecnologiche ...forse così ci salveremo dal declino.....Auguri!

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Retoriche dell'Innovazione

Lunedi prossimo si discute L'INNOVAZIONE NECESSARIA a Roma presso la Fondazione Basso. Il Secolo della Rete mi ha consentito di vederne già da tempo molti articoli e contenuti. La lettura del contributo di Giulio De Petra mi ha riconciliato con uno dei principali responsabili (ma sarà stato poi così rilevante il "suo" ruolo?) delle STANCHE politiche dell'egovernment nazionale, targato centrodestra. Osservo che il suo odierno ragionamento, tutto interno ad un quadro di necessaria evoluzione della politica dell'Unione e del centrosinistra, pone domande e questioni giuste. In particolare Giulio si chiede come l'anima riformista "moderata" e/o quella cosiddetta "radicale" nel nuovo governo sapranno davvero guardare al cambio di paradigma socio-culturale che la Rete porta con sè, ben al di là delle componenti tecnologiche-industriali (tlc, IT, ecc.) che spesso vengono scambiate da chi governa per la sostanza del mondo della Rete.
Giulio dice a proposito delle tecnologie della Rete, ed io conconcordo totalmente,
che chi ne parla molto non sa usarle, chi potrebbe usarle politicamente non ne parla abbastanza.

Forse è questo il problema che impedisce di andare nella direzione auspicata da Giulio:
Retoriche inefficaci di modernità e diffidenze pregiudiziali andrebbero
rovesciate nel riconoscimento di una doppia, reciproca opportunità:
non vi è innovazione efficace abilitata dalle tecnologie di rete
se non nel contesto di un radicale cambio di paradigma nell’organizzazione
produttiva e sociale; non vi è possibilità di un cambiamento radicale dell’organizzazione economica e sociale senza un uso pervasivo e politicamente consapevole delle tecnologie di rete.


Ne consegue un suggerimento molto (forse troppo) coraggioso: considerare la conoscenza come un bene comune, sottratto alle regole del mercato (dalla politica!), sulla scorta degli esempi tipici della produzione e distribuzione in rete della conoscenza: qualcosa che effettivamente il popolo della rete quotidianamente opera....Qui non si capisce se Giulio abbia in mente anche la distribuzione "libera" di contenuti digitali o solo di servizi e di software Open pronti al "riuso".
La utopica e bellissima frase di Giulio che apprezzo tanto (MA CHE VORREI DISCUTERE A FONDO) viene qui:
La pretesa di utilizzare le leggi del mercato per produrre e distribuire
conoscenza mediante le tecnologie di rete è irrealistica e determina quella che siamo abituati a chiamare la “scarsità artificiale” che impoverisce e deforma la sua “ricchezza naturale
”.

Sono convinto che questo sia il nodo dell'innovazione in Rete nei prossimi anni, ma ho qualche dubbio che si possa sfidare il mercato (e anche la povera politica che lo stesso De Petra denuncia) con tanto facile entusiasmo. In fondo proprio sulla coniugazione equa tra mercato e "commons" si gioca la battaglia sui Contenuti Digitali e sull'Accesso Neutro e Libero dei cittadini alla rete (basti vedere, ad esempio, la battaglia per l'iDRM di DMIn.it e/o la diffusione del wimax contro le RETI chiuse dell'IPTV).
Non c'è dubbio che ci sia ancora tanto da lavorare (e da riflettere sul mercato all'epoca della Rete), ma non me la sentirei così facilmente di immaginare che la "ricchezza naturale" sia una moneta di tanto facile circolazione (come difendiamo, altrimenti, il reddito e la creatività di autori, artisti, progettisti, scrittori, ecc.?). Meditiamoci su...QUESTA POLITICA NON POSSIAMO CHE FARLA NOI E NON I POLITICI DI PROFESSIONE, CHE A STENTO CAPISCONO I MERCATI DELLE TLC E DELLE RADIO-TV!

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5 dic 2006

Quando i saggi del digitale sono sfiduciati in partenza....


Da ieri circola la notizia che un Gruppo di Super Saggi (tra i quali alcuni rispettabilissimi amici da decine d'anni) hanno messo a punto per Key4Biz un dossier di proposte per l' “Italia Digitale 2010: Per il rilancio della competitività e della crescita del Sistema Paese”. Non mi riesce di trovare una sola linea-guida o proposta che non abbia ascoltato negli ultimi 10 anni! Nè su come uscire dal nanismo dell'ICT italiana, nè sui modelli virtuosi dei Progetti Paese per la P.A. italiana (peraltro proclamati già da mesi dai neo Ministri competenti). Questo vuol dire che le ricette condivise ormai ci sono e che tocca soltanto al Governo agire? Cos'è che non va, o rischia di non andare, di fronte all'universale e quasi banale consenso sull'agenda 2010?

Le vie dell'inferno sono lastricate sempre da buone intenzioni e, in questo caso, da significative ipocrisie. Porrò tre questioni semplici semplici (famo a capisse...):
a) il modello della Grande Azienda ICT appartiene a un'epoca tecnologica tramontata da almeno 5-6 anni. Una gran parte delle cause sta proprio nella tecnologia della DISTRIBUZIONE, del WEB 2.0, della CONVERGENZA. Se è vero, come è vero, che le prime aziende private di ICT italiane sono in vendita (allo straniero?), non sarà il caso di privilegiare un modello ecologico/federativo di crescita di PMI specializzate? Chi è pronto a giurare, non in Italia, ma perfino in USA, che il modello competitivo sia centrato sulla DITTA MONOLITICA? Guardate, cari saggi, che il problema di ogni grande azienda ICT, OGGI, (come dovreste ben sapere) è come dimagrire e trasformarsi un un ecosistema di business units artigianali. ALTRO E' IL BRANDING INTERNAZIONALE, da far valere sui mercati esteri (e qui per ragioni di riservatezza non dico verso quali mercati si può fare di piu'...).
b) E' in atto la più gigantesca implosione dei modelli di business tradizionali delle Telecomunicazioni (non devo certo ricordarlo io a Decina o a Capitani): la maturità di mercato e la calante redditività delle telefonie fisse e mobili DEL MONDO intero richiedono un salto coraggioso nel nuovo mondo del TUTTO IP, della GENERAZIONE autonoma dei contenuti multimedia da parte degli utenti, quindi un modello di business davvero USER-CENTRIC (altro che bugie monopolistiche, protezioni e privilegi cui siamo stufi da anni, ma che subiamo chissà perchè in gran silenzio). SUBITO IL WIMAX (e senza bardature strane), cari amici, è una parola d'ordine rivoluzionaria: vediamo chi ci sta davvero!
c) THE CONTENT IS THE KING ? Ce lo siamo dimenticati? La transizione al nuovo digitale significa, perciò: AGGREGAZIONE, SYNDICATION, (i)-DRM, ecc. ecc. Altro che front office e back office della P.A....Per carità siamo davvero a zero in questa Italietta poco digitale, che ha solo scherzato con il front-office e l'egovernment in questi anni di sballo sull'orlo del baratro. Ma vogliamo forse spendere i pochi denari pubblici disponibili come negli ultimi 5 anni? a rifare le ruote già storte delle macchine burocratiche con mille programmi tutti diversi l'uno dall'altro? I servizi della P.A. a cittadini e imprese sono CONTENUTI, non LICENZE d'USO. E se no il RIUSO, così difficile (guarda caso!) da far partire a che serve? Basta qualche saggia indicazione (ahimè) dirigistica e le cose andranno subito meglio, con buona pace degli amici commerciali dell'ICT nostrana che passano la vita a far rapine sempre più magre di Enti Locali (sperabilmente sempre meno sprovveduti) con ignobili arlecchinate di programmi vecchissimi (e all'epoca del WEB 2.0)!

Insomma: sappiamo bene dove sono gli ostacoli, le muraglie cinesi e le ipocrisie fondamentali...NON CHIEDIAMO AL GOVERNO DI ESSERE PIU' CORAGGIOSO DELLA MEDIA DEL SETTORE ICT, MA DIAMOGLI UNA MANO DAVVERO, COMINCIANDO A CAMBIARE I COMPORTAMENTI MEDI DEL "NOSTRO" SISTEMA IMPRENDITORIALE.
Ad un giro di boa così difficile può cadere lo spinnaker in acqua se non stiamo tutti ACCORTI!

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3 dic 2006

Fastidi e slealtà

Foto di S.Pocock, il cielo sopra Parigi

Sono ormai quasi immune da inutili arrabbiature per le commedie "umane" di cui sono spettatore disincantato nella "politica", nel lavoro, e nella società liquida di questo nuovo millennio. Ho sempre, per fortuna, la capacità di indignarmi; ma salvaguardo le mie coronarie. Figurarsi se posso far caso anche al teatrino squinternato di alcuni "consulenti" della mia città (o meglio di gentucola che si auto-definisce in tal modo), tra i quali si distinguono alcuni calunniatori abituali che allestiscono ultimamente miserabili e fantasiose messe in scena contro tutte le mie presunte nefandezze (che saranno pure tantissime e misteriose, ma non possono essere contemporaneamente il bianco e il nero, il chiaro e l'oscuro, il tutto e il nulla....). Credo di capire che di volta in volta mi si rimproveri di consigliare gli Enti, le Grandi Aziende e a volte le piccole. Costoro vorrebbero vedermi più fermo per infilzarmi meglio...Ma io sono seguace del "movimiento" dell'Herrera della Juve di tanti anni fa....Preferisco, in genere, distrarmi dai pettegolezzi, dalle insinuazioni, dalle millanterie e dagli insulti anonimi. Mi colpisce, però, la fantasia malata delle storie che vengono inventate su chi scrive...in genere si tratta di signore (sic!) un po' andate e di presunti "manager" trombati che arzigogolano speranze proprie (o macumbe addirittura!) alle quali finiscono per credere davvero (a furia di menarsela....) Ecco allora che di volta in volta sono il diavolo cattivo o il povero diavolo, l'ispiratore occulto dei grandi predatori o il cane da guardia degli interessi deboli...Peccato che queste manovrine parolaie non facciano mai molta strada:questa gente non impara mai, spreca il suo tempo a diffamare e a mendicare un po' di attenzione, sparandole sempre più grosse,... fino a quando non avranno sprecato tutte le cartucce e tutte le raccomandazioni bi-partisan di cui ancora dispongono (ancora per un po'....)

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2 dic 2006

Piazza pazza

Ho troppe volte sfilato a San Giovanni per non sapere che Berlusconi, oggi, ha vinto anche questa battaglia, sebbene sia un semplice colpo di coda di un'epoca politica ormai tramontata (complice anche il Casini che liquida contemporaneamente a Palermo la Casa delle Libertà). Aveva già recuperato 5-6 punti alle elezioni, oggi (con l'aiuto dei suoi "malori" a 70 anni) marca un altro punto...Ma è come a tennis: siamo noi a sbagliare! L'immagine della Finanziaria è quella che ha dato purtroppo proprio l'Unione: una quantità controversa di provvedimenti e di improvvisazioni in una perenne discordia programmatica, nella quale prevale solo "il politicamente più forte"...che spesso è il minoritarismo della sinistra tradizionale e non il riformismo di un Partito Democratico che ancora non vede la luce. Siamo ostaggi di alcuni bonzi imbalsamati e di cattivi e meschini interessi di qualche bottega politica opportunista.

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1 dic 2006

Istanbul, un romanzo, un crocevia

Qui si vede l'ingresso di TOPKAPI, il palazzo degli harem dai cui tetti si vede bene il Corno d'Oro. Che coincidenze, a volte... Stavo proprio leggendo Istanbul del Nobel turco Orhan Pamuk, riscoprendo il mio grande affetto per questa città e, quasi di sorpresa, i media mi raccontano della visita del papa al Gran Muftì.Sembra che Benedetto XVI a Istanbul abbia espiato i discorsi anti-islamici fatti in Germania. Instanbul gli ha detto bene, come al solito! Il Papa ha recuperato qualche gaffe di troppo e combatte con noi tutti contro lo scontro tra le civilità. Meno male. Istanbul porta sempre bene, è una città magica ed è quasi un'altra Napoli per me....Mi porta fortuna, soprattutto in campo EURO-MEDITERRANEO. Peccato che sia sempre più difficile tornarci in modo disinvolto, spero che Istanbul presto si riaffacci in Europa...

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