31 mag 2006

Il bubbone Telecom Italia


Leggere uno degli ultimi post di Beppe Caravita sul destino di Telecom Italia, finanziario, industriale, tecnologico, dovrebbe essere consigliato - per decreto - a qualunque studente di Ingegneria delle TLC (ma anche ad ogni consumatore italiano). Non sono molto d'accordo su alcuni passaggi storici rievocati con troppo "radicalismo" di maniera (la prima privatizzazione, ad esempio, non mi sembra frutto di un complotto del diavolo; come l'attuale scandalo dei dossier sulle intercettazioni non mi pare un coperchio "mancato", piuttosto un fallo a gamba tesa di qualche altra forza oscura del nostro tormentato bel paese..), ma il punto cruciale è ben centrato: ....sempre quello della Neutralità della Rete.
I rischi di declino industriale delle Telecomunicazioni italiane si fanno più minacciosi che mai. O si innesta decisamente la marcia della liberalizzazione o si cederà al ricatto della più grande impresa italiana del settore che, tra un pò (vedrete!) strepiterà per fortissimi esuberi occupazionali. Se non vogliamo precipitare nel baratro (Fiat, Parmalat, Autostrade, ecc.) serve una cura Marchionne anche a Telecom Italia ed una politica industriale di sistema che aggiusti il motore dello sviluppo nazionale in corsa!, anche per creare nuova occupazione nella ICT italiana.
Basta con le rendite monopoliste! Facciamo come l' India, che investe davvero nell'ICT, e ne usciremo anche noi.

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30 mag 2006

Il mare e la "politica": un momento personale



Il mare, anche se non so mai farne a meno, è un amico spesso infido. Mai prenderlo con sufficienza, bisogna sempre temerlo...Ciò non toglie che mi piace anche quando è minaccioso.In questi giorni penso che lo stesso sentimento dovrei viverlo nei confronti della "politica". Che per me è passione civile che trasforma "lo stato di cose esistente", nonostante tutte le prove contrarie della vita pubblica reale. Non riesco, tuttavia, a farne a meno, sperando che ritorni uno spirito diverso in tutti coloro che "se ne occupano" professionalmente,... ovvero con insopportabile cinismo egoistico.

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26 mag 2006

Se il papà del WWW è preoccupato...figuriamoci noi!


Tim Berners-Lee, colui che ha inventato il WEB, ed oggi è a capo del W3C non ci sta alla pressante richiesta delle telcom mondiali, americane in testa, di rimettere in discussione la NEUTRALITA' DELLA RETE.L'idea che "loro" hanno è sempre più chiara (del resto anche in Italia):c'è una Rete a pagamento ad alta velocità su cui girano contenuti o servizi esclusivi per gli abbonati, e poi c'è una Internet a più bassa velocità dalla quale non si dovrebbe più accedere ai pacchetti "nobili" dell'altra...
Per dirla con Tim Berners Lee
i grandi interessi dietro il concetto di Internet a due velocità vogliono far pagare i pacchetti a seconda di quello che trasportano, legando la fornitura e la fruizione di certi materiali a tariffazioni e modalità di accesso diverse.

"Internet è sempre più il medium dominante, che lega l'uno all'altro. Come mezzo neutrale di comunicazione è essenziale per la nostra società. È la base di una economia di mercato equa e competitiva. È la base della Democrazia, in cui una comunità deve poter fare le proprie scelte. È la base della Scienza, con cui l'umanità può determinare ciò che è vero.
Proteggiamo la neutralità della rete".

Anche in Italia è ora di allertarci un pò di più. Finora, a mio avviso, siamo ancora pochini ad avvertire il problema....ma le pubblicità televisive di ALICE TV e di FASTWEB continuano a scavare nell'immaginario collettivo. Non diamo per scontato che tutti gli altri Internet Provider (l'AIIP) ce la facciano, con la nostra Antitrust, a limitare i danni! Colleghiamoci alla battaglia ormai mondiale per la salvaguardia della neutralità della Rete e chiediamo a Paolo Gentiloni di battere SUBITO un colpo!

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25 mag 2006

Adesione pugliese al Progetto DOMINO per un modello di "Decoder Universale"



I 14 Comuni del PIT 2 ed il Politecnico di Bari saranno tra gli sperimentatori di un nuovo "prodotto" italiano per il cosiddetto TRIPLE PLAY (la possibilità di una fruizione simultanea in larga banda di video, voce e Internet), cui lavora il progetto DOMINO (Digital Opensystem mediacenter for Innovative Network Operators) recentemente presentato al CNIPA sul recente bando per " i servizi innovativi di e-government sulla piattaforma digitale terrestre".
Si tratta di un SET TOP BOX aperto, interattivo, multistandard, che non solo riceverà il digitale terrestre ma sarà un vero e proprio "media center" abilitato alla IP-TV, allo streaming e alla videocomunicazione (sia su reti fisse che wireless). Particolarmente importante sarà la gestione delle mediateche locali e, soprattutto, quella del canale di ritorno wi-fi per l'utente finale.
E' un progetto che, ingegnerizzato, deve portare ad un prodotto industriale che costi meno di 500 euro: la chiave dell'idea progettuale e del suo desiderato basso costo è nell' approccio rigorosamente Open Source dell'iniziativa, che tende a migliorare e a risolvere le problematiche del cosiddetto "stack MHP" (Multimedia Home Platform, cioè il software della supposta interattività della TV digitale terrestre).
E' un progetto delle Regioni Piemonte, Sardegna, Toscana, delle Università di Firenze e Siena, del CSR4,del CSP e del CSI Piemonte, oltre che della ELSAG.
Non si parte certo da zero, ma dalla piattaforma MAD (Multimedia Access Device)già messa a punto dal laboratorio Elsag (80 persone dedicate) e dalle forti competenze del DTT LAB degli amici del CSP di Torino! L'obiettivo è ambizioso e finalmente rivolto all'integrazione di un sistema digitale completo, evolutivo, aperto (negli standard), che in pratica produce il "decoder" del futuro. La scelta pugliese di sperimentare DOMINO è chiara: le reti di Larga Banda, fisse o senza fili, che stiamo mettendo in opera devono avere terminali intelligenti, multimediali, poco costosi e che facciano un po' di tutto (in RETE)....DOMINO non sarà il PC a meno di 100 dollari di Negroponte, ma senz'altro sarà una rilevante scommessa tecnologica tutta italiana, oltre gli infausti esordi degli incentivi dell'ex ministro Gasparri.

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24 mag 2006

Confusione "digitale"


I commentatori anonimi sono pregati di astenersi dagli insulti gratuiti, se mai di motivarli ( e allora saranno pubblicati, ovviamente anche come anonimi!). Tutti quelli che non sono d'accordo con me sono benvenuti, nell'ambito classico della buona educazione e della netiquette. Per fortuna c'è una maggioranza di opinioni concordi su molti temi, con arricchimenti di analisi che invito tutti a pubblicare...I blog, forse, vanno presi più sul serio, da me per primo, ovviamente, dato che gli dedico sfoghi impulsivi di scrittura!
Non dovevo toccare, forse, il tema elettrico della sorte delle società ICT Regionali....Non è un problema che pongo (solo) io - sia ben chiaro! - ma un bel po' di forze politiche e sociali in Italia, mica a Bari o a Valenzano (!), ma appunto in Lazio, Piemonte, Lombardia, ecc.. Il fatto è che si pensa, appunto, alle ALTRE aziende regionali di ICT "pubblica": Tecnopolis è invece un'altra "cosa" (non è più Parco Scientifico, non è come CSI Piemonte, non è Ricerca a Contratto, non è Formazione, non è.....ecc. ecc., ma, invece, è un po' di tutte queste cose in sedicesimo, molte buone e perfino migliorabili!). E' una vita che si cerca di definire Tecnopolis, volete che non lo sappia? Al suo rilancio sono davvero interessato, per ovvie ragioni affettive, intellettuali, culturali, MA NON POLITICHE!Ma perchè me ne occupi professionalmente dovrei davvero indossare il casco blu dell'ONU su chiamata del Consiglio di Sicurezza...tranquilli cari ex colleghi, non succederà! e poi ho tante altre cose da fare, su cui magari sarebbe più serio discutere, progettare, ideare...Magari vi torna anche utile!

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Si vota anche a Milano, capitale della Fibra Spenta


Da blogger del Sud, ossessionato dalla Larga Banda che qualcuno IN TUTTA ITALIA si ostina a non "dare al popolo", non posso non segnalarvi questo post di Beppe Caravita a pochi giorni dal voto per il nuovo Sindaco di Milano.
Lì ci sono 4000 km di fibra ottica di Metroweb, società interamente posseduta e controllata dall'AEM (l'azienda di elettricità, e non solo, del Comune), rigorosamente spenta ...e di cui non si fa nulla,... ma proprio nulla. Una cosa davvero borbonica, quasi da Sud! Non costerebbe davvero nulla wi-fizzare ogni isolato milanese, meglio che a San Francisco (dove Google lo fa a spese sue)o in qualunque altra metropoli mondiale/europea. Ma forse alla fine, non sapendo decidersi, il Comune venderà Metroweb....Sono d'accordo con Beppe Caravita: gratis mai, ma un po' di fantasia politica (con soluzioni a basso costo) dovrebbe proprio riuscire a misurarsi con questo problema di "ricchezza" esagerata (di infrastrutture "spente") e rilanciare il ruolo innovativo di Milano. Se alla fine Telecom se le prende lei le fibre di Metroweb siamo punto e a capo!

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23 mag 2006

La Puglia farà squadra con il Montenegro indipendente?

Fanno festa un po' tutti a BAR...La Serbia, per fortuna - apprendo adesso da Repubblica - ha riconosciuto l'esito del referendum. Il Montenegro oggi ha ancora più bisogno della Puglia. Già ci lavoriamo insieme per una innovativa rete portuale transadriatica (nell'INTERREG Adriatico per esempio), ma è appena un inizio...In realtà noi pugliesi abbiamo un chiaro interesse: che l'Unione tra Serbia e Montenegro, appena dissolta costituzionalmente dal voto di domenica, si rafforzi sul piano della cooperazione economica e dell'integrazione transdriatica ed europea.
Serbi e montenegrini si dividono per mille ragioni secolari, ma spero che vogliano avere pari dignità nel quadro di una modernizzazione del Sud Est dell'Europa, che alla fine premierà anche il nostro Mezzogiorno.
Le cose, infatti, non sono mai così semplici, soprattutto nei Balcani; perfino tanta gioia può generare sospetti in chi "perde" lo sbocco al mare! Basta dare uno sguardo all'Osservatorio sui Balcani per comprendere quanto lavoro di nuova concertazione serva ancor di più adesso.
Noi pugliesi siamo chiamati geopoliticamente a rafforzare l'Unione "federale" dei due nuovi Stati. Basti pensare a quanto diventi perfino più strategica, oggi, la direttrice BAR - BELGRADO (ferrovia, strada, pipelines, reti, interporti, ecc., sulla direttrice Mosca Belgrado Bar), sulla quale l'Italia, finora, ha collaborato e investito molto meno della "piccola" Grecia.
Eppure per la Puglia questo "corridoio transadriatico" è perfino più rilevante, nel breve termine, del Corridoio VIII che va da Bari al Mar Nero. La Provincia di Bari lo sa bene e il suo Presidente, Vincenzo Divella, non a caso è il rappresentante della Camera di commercio italo-serba. Il Montenegro con il Porto di Bar è una cerniera essenziale e non un filtro della mobilità a più ampio raggio tra il Mediterraneo e la Russia.
L'innovazione digitale che ci azzecca? Beh, c'entra tanto, tanto di più di quanto non si creda. Infatti solo un governo informatico e telematico del traffico multimodale delle merci tra i nostri Porti e la tratta BEL-BAR può consentire di conoscere, gestire, controllare e programmare in modo intelligente lo sviluppo di un piano infrastrutturale complesso.

C'è un progetto (ormai in cantiere) del Porto di Bari che mira concretamente a dogane elettroniche veloci e precise, alla gestione "locale" dell'intermodalità strada-mare e ferro mare, di qui e di là del mare: se si vuole son piccole cose, ma sono proprio le rotelle che muovono ingranaggi ben più complessi. Da questo punto di vista in Montenegro già ci siamo e dobbiamo fare ancora molto di più!

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20 mag 2006

La concorrenza in Informatica...questa sconosciuta!


Mi considero ancora un "socio fondatore" del primo Parco Tecnologico italiano, pur essendone fuori ormai dal '95- per libera scelta! Nonostante tutto, ci sono ancora affezionato, tra nostalgie da "alpini" per il tempo glorioso che fu e l'indignazione per la sua attuale deriva inquietante verso il modello "tutto pubblico" dell'Agenzia Regionale. Se oggi ne parlo, dopo esserne stato volutamente alla larga per tanto tempo - anche per non fare polemiche con tanti amici attaccati come l'edera alla "stabilità" del proprio "posto di lavoro" -, è perchè mi forza non poco l'attualità politica. I miei (finora) 80 lettori sanno di cosa parlo: della straordinaria opportunità congiunturale, politica e temporale, di RIDISEGNARE il sistema dell'innovazione regionale in Puglia.
Qualcosa di cui la Giunta Vendola deve accorgersi al più presto, senza indulgere a ulteriori attendismi che manchino la svolta programmatica necessaria per una Puglia Migliore: migliore anche nelle "agenzie regionali", dalla neonata ARTI (e purtroppo neo-orfana... del Ministro Nicolais ) alla vecchia Finpuglia, dai futuri distretti tecnologici ai fantasmi, appunto, dei Parchi Scientifici che furono....(basti pensare anche a Brindisi, oltre che a Valenzano).
Tecnopolis è tutt'altra "cosa", oggi, dalla teoria, e soprattutto dalla pratica, di un Laboratorio di Conoscenza Applicata e da una virtuosa fucina di trasferimento di Tecnologie, Saperi ed anche di Know-how organizzativo al territorio: ormai è mille miglia lontana da quella fabbrica di innovazione competitiva che i padri fondatori avevano creato e sviluppato dai primi anni '70 (invidiati da troppi soloni in tutta Italia) fino ai '90 (quando chi scrive, con i suoi colleghi, si confrontava con il mondo dei parchi scientifici in USA e Giappone....).
Se mi decido a scriverne oggi è perchè al recente Forum P.A. ho finalmente capito come viene vista DA TUTTI in Italia l'Agenzia Regionale TECNOPOLIS CSATA (ma con scarsissime informazioni vere,... neanche trasmesse dalla Puglia). Basta leggersi il rapporto di Ricerca di FORUM PA e Netics sul BenchMarking delle Società ICT Regionali.Tecnopolis dunque come CSI Piemonte, Datasiel,Laziomatica, Lombardia Informatica, l'ex CRUED umbro e il CRS4 sardo?
I questionari e le statistiche offerte dalla ricerca presentata a Forum PA non contengono dati e valori riferiti a Tecnopolis, che evidentemente ha avuto qualche legittimo imbarazzo a fornirli, forse per non aprire un confronto improprio con vere e proprie holding pubbliche regionali che fanno da più tempo sia il mestiere delle stazioni appaltanti delle proprie Regioni che quello della gestione e dell'esecuzione diretta di affidamenti "in house" (senza gara, per intenderci...).
Recentemente sia Assinform che tanti riformisti amanti della vera "libertà di mercato" hanno giustamente criticato il fatto che CSI Piemonte come anche Lombardia Informatica, Insiel ed altri, abbiano volentieri invaso il campo altrui (in altre Regioni) spesso in alleanza con propri Fornitori/Partner. Di Laziomatica si son viste le recenti scandalose gesta, per non parlare della situazione calabrese... Sembra proprio che questo modello, variamente articolato in ciascuna singola situazione storica regionale, generi soltanto dei "mostri" in nome dell' Interesse Pubblico, ma con comprovata scarsa attenzione al rispetto delle minime regole della concorrenza europea. Della qual cosa si dolgono più o meno ipocritamente le grandi aziende dell'ICT, ma soprattutto le PMI informatiche, costrette a fare catene ignobili di subappalto per le prime (spesso illegali perfino!)a favore di grandi commesse (in cui più o meno sono coinvolte le stesse agenzie regionali di ICT): infatti, in un "mercato" di tale fatta anche le aziende di eccellenza finiscono per ingessarsi nella caccia a grandi finanziamenti che partoriscono topolini...ovvero scarsi, invisibili e inefficaci servizi online per i cittadini. Lo scenario che il rapporto ICS di ForumPA ci descrive non farà che peggiorare questo stato di cose: leggete le ultime due pagine!Per capirci: va benissimo affidare, anche qui in Puglia, a Tecnopolis, il ruolo della stazione appaltante per l'Informatica Pubblica - purchè sia garantita per davvero la trasparenza delle procedure valutative -, ma sembra davvero importante che cessino immediatamente tutti gli altri veri e propri affidamenti "in house" da parte degli Enti ( e alla fine ce ne sono tanti! ), su altre materie dell'intervento pubblico, magari travestiti da studi e ricerche pre-competitive che finiscono per "seminare" a priori indirizzi davvero pre-definiti, altro che pre-competitivi...e peraltro mai discussi, neanche in sede politica.
Ma poi, quanta gente, quanti esperti, servono a fare la "sola" Stazione Appaltante? Quanto personale dovrebbe, invece, assolvere a compiti di sviluppo software e di R&S, per non essere da meno di CSI o di Datasiel, se quello è davvero il modello "pubblico" di riferimento anche per Tecnopolis? E sempre ammesso che le due cose possano stare insieme...
Non sarebbe meglio fare finalmente chiarezza, scorporando anche societariamente le diverse funzioni della holding Tecnopolis? Come già si potrebbe fare, forse, per il Centro Tecnico RUPAR (interno a Tecnopolis), che ancor meglio dovrebbe essere dedicato a reti telematiche pubbliche ancora tutte da organizzare e sviluppare nella nostra Regione. E non sarebbe il caso di ricreare un'armatura di servizi di Trasferimento Tecnologico industriali, certo con nuova linfa umana, a favore dei distretti che verranno (o meglio dovranno venire!)? Perchè navighiamo ancora nelle nebbie, quando si è alzato finalmente il sol dell'avvenire, da Roma a Bari, almeno sul piano delle prospettive politico-strategiche?
Mi sembra che la polemica nazionale che ho citato prima e gli scenari che tale studio traccia per i prossimi 5 anni di ICT Pubblica configurino un vero disastro "funzionale" per Tecnopolis, e per il mercato ICT regionale se non si riesce in fretta a cambiare. Definire missioni chiare e distinte per funzioni pubbliche diverse, piani industriali credibili relativi a Ricerca/Formazione/Servizi da Agenzia, conseguente organizzazione societaria (sempre pubblica, se si vuole, ma tuttavia senza sgambetti al mercato )
Ovviamente chi scrive non è vicino alle segrete cose dei poteri regionali in tale campo (e, ben inteso, non ha alcuna voglia di partecipare a inciuci di vario tipo, se mai reclama una discussione pubblica e trasparente!), ma ha sicuramente una chiara percezione dei problemi che sentono le maggiori forze di mercato nell'Informatica e nelle Telecomunicazioni, che, quando guardano alla Puglia e all'implementazione delle politiche di innovazione regionale, mi chiedono sconsolati un segno del cambiamento dei tempi. Ed io sempre pronto a rassicurarli: pazienza, tra un po' si cambia davvero....

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18 mag 2006

Firenze Wireless: un esempio importante



Nel corso delle manifestazioni del Genio Fiorentino 2006 ci sarà un convegno sulla CITTA' WIRELESS che permetterà di fare il punto, anche a livello internazionale, sulla crescita esponenziale delle reti metropolitane wi-fizzate. Con il Politecnico di Bari seguiremo con attenzione l'esperienza complessiva (tecnologica, organizzativa, sociale) del progetto (in corso) della Provincia di FI, presieduta, non a caso, dal giovane 31enne Matteo Renzi.Il progetto di Sistema Digitale nel Nord Barese (guidato dal PIT 2) guarda con attenzione ai modelli e ai fatti che si producono in terra toscana. Ci saranno anche Cisco, il MIT, Selex/Finmeccanica e Infracom e il CNIPA a dire la loro....E dato che il Multimedia su IP è il vero futuro, basta andare su Florence TV

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14 mag 2006

Una buona notizia da Infratel e Aiip


Che la forza sia con noi...prima o poi! Nel Nord Barese i 14 Comuni del PIT 2 della Puglia, data la notizia che riporto di seguito, potranno forse contare un po' di più su di un mercato pluralistico di servizi di TLC - sia su fibra che wireless - per arricchire le infrastrutture in via di realizzazione......
Infratel Italia, la società di Sviluppo Italia incaricata di realizzare infrastrutture a banda larga per tutte le aree sottoutilizzate del Paese, e AIIP – Associazione Italiana Internet Providers – hanno sottoscritto un memorandum d’intesa per una più ottimale definizione e pianificazione dei Progetti Tecnici Territoriali per le Regioni del Mezzogiorno, nelle quali identificare possibili esigenze infrastrutturali di provider aderenti all’AIIP.
L’obiettivo comune è quello di dare un impulso positivo allo sviluppo delle infrastrutture di collegamento e diffondere la cultura informatica e l'accesso ad Internet veloce, con evidente vantaggio per la Pubblica Amministrazione , per i cittadini e per le imprese per le quali l'accesso 'always on' alla rete costituisce un fattore importante di competitività.

"Il memorandum d'intesa tra AIIP ed Infratel rappresenta un ulteriore passo avanti per il processo di modernizzazione del Paese" - ha dichiarato Stefano Quintarelli - presidente dell'Associazione Italiana Internet Providers. "Con questo accordo abbiamo gettato le fondamenta di un ponte con il settore pubblico per incentivare la diffusione delle moderne tecnologie in banda larga su tutto il territorio nazionale. Soprattutto, sarà un obiettivo comune e strategico quello di superare il divario digitale che ancora oggi coinvolge numerose aree del nostro Paese, in particolare quelle disagiate e non economicamente attrattive degli investimenti dell'incumbent”.

“Grazie a questo accordo con AIIP - ha dichiarato Luciano Frascà, Direttore Generale di Infratel Italia – continueremo nella realizzazione di infrastrutture a banda larga, mettendo a sistema le risorse e le esigenze comuni; il primo passo è l’avvio di un gruppo di lavoro congiunto che svolga un’analisi strategica e definisca i requisiti e le prescrizioni tecnico-economiche necessari per il soddisfacimento delle esigenze di business di Infratel e dei soci aderenti all’AIIP”
.

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Contro il declino, oltre i luoghi comuni di Forum PA

Un mare in catena....Il Forum 2006 ha dato un'immagine plastica del declino di questo Paese, anche e soprattutto nell'area supercritica del cambiamento della sua P.A.,da cui dipende non poco la nostra speranza di ripresa generale.
Per carità: solita folla di funzionari pubblici, di commerciali informatici e perdigiorno di varia specie, che almeno si incontrano per ascoltare e "rilanciare" reiterate promesse "convegnistiche".Una caterva di progetti annunciati, di racconti autoreferenziali di tanti amministratori di buona volontà - ma con scarsi quattrini -, di premi lautamente distribuiti a vere e proprie "macchine di carta".Cose nuove davvero pochine, risultati "di sistema" davvero imbarazzanti! Un arcipelago di progettini, a volte anche carini, che vengono dal basso (per fortuna!), ma in assenza di una politica industriale che li riunifichi con regole certe a favore del progresso comune e di una vera dimensione pubblica "di concertazione" interamministrativa.

Tutti fanno di tutto, appassionatamente, e se lo comunicano di tanto in tanto con qualche slide colorata a Forum PA.

Mi dispiace per il buon Mochi Sismondi, infaticabile organizzatore del Forum: c'è proprio bisogno di aria nuova e di un nuovo governo della digitalizzazione del paese, altrimenti i buoni propositi di tante amministrazioni esiteranno in passi da formiche laboriose, mentre si dovrebbero fare salti da canguri...
L'unico cambiamento sicuro è la nuova sede della prossima edizione, che almeno mi risparmierà il problema del parcheggio sulla Cristoforo Colombo. Grazie Veltroni!

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7 mag 2006

L'e-government che verrà


Il rito del Forum annuale della Pubblica Amministrazione, questa settimana (8-12 maggio) a Roma, con le solite chiacchiere sulle magnifiche sorti e progressive dell'innovazione "digitale" (?), sarebbe particolarmente divertente, se non gli rubasse spazio e attenzione l'elezione del Presidente della Repubblica. Presi in mezzo tra il governo dell'"innovazione tradita" e quello nuovo, mezzo misterioso, che verrà, gli organizzatori hanno costruito un simpatico programma di "larghe intese" fin dalla composizione del Convegno inaugurale, che ad esempio schiera insieme, a discutere di P.A. e digitalizzazione, Lucio Stanca e Linda Lanzillotta, e alla fine, venerdì (spero con D'Alema già al Colle) Amato ed Alemanno. Cito alla lettera:


Alla politica spettano i compiti di regia, di indirizzo, di qualificazione di una domanda pubblica di qualità in grado di supportare il necessario cambiamento; alle imprese l'offerta di beni e servizi avanzati in un mercato concorrenziale, basato su regole certe. La discussione vuol porre all'attenzione della nuova legislatura e del nuovo Governo la necessità di imprimere un profondo cambiamento su questo tema, con una politica di respiro strategico capace di trasformare la domanda pubblica in uno degli strumenti più importanti d'innovazione e sviluppo per il Paese, lasciando alla libera concorrenza il ruolo vitale, che l'Europa le riconosce di rispondere in modo efficace a richieste di servizio sempre più esigenti.

Come non essere d'accordo?
Il fatto è che (al di là degli opuscoli celebrativi distribuiti alle famiglie italiane, con la modica spesa di quasi 8 Milioni di euro ed esilarante lettera elettorale di Berlusconi) il fallimento dell'egovernment del Ministro Stanca è sotto gli occhi di tutti. Mi dispiace per Stanca, da cui perfino io mi attendevo un altro piglio, ma i fatti (i risultati) sono evidenti:
  • a) le infrastrutture abilitanti sono ferme al palo di partenza, con un divario ancora maggiore in termini di Internet per tutti,cui si è preferita la favola del Digitale Terrestre e dell'improbabile "governo elettronico" via TV;
  • b) i promessi servizi on line non si vedono, se non nelle solite Amministrazioni Locali già pronte,.. basterebbe fare un giro sui web dei Comuni e delle Province del Sud ( e ahimè della Puglia in particolare);
  • c) l'impronta tecnocratica e spartitoria del Primo Piano Nazionale per l'egovernment ha partorito topolini imbarazzanti ma ottimi rendiconti amministrativi in sede CNIPA; il coinvolgimento delle persone nelle organizzazioni pubbliche è stato sistematicamente espropriato a favore di pochi fornitori di "sistema", ma i risultati sono davvero episodici: dalle inesistenti Carte dei Servizi alle Borse Lavoro regionali/nazionali, dagli Sportelli Unici alla Posta Elettronica Certificata, non faremmo che contare "disastri", particolarmente al Sud che pure ci ha aggiunto un sacco di soldi "europei";
  • d) i vari cantieri dell'innovazione sono sempre stati aperti in ritardo, con tempi simili a quelli della SA-RC, forse perchè davvero si è ritenuto che la spesa (peraltro scarsa) in questa direzione fosse un lusso da limare: basti guardare al portale Italia.it e alle manfrine in corso sui Contenuti Digitali del Bel Paese o alla Borsa Continua Nazionale del Lavoro, dove tutti (Stato, Regioni e Comuni) "fanno" di tutto e quindi alla fine bloccano qualunque concreto avvio di qualsiasi straccio di servizio di "sistema", alla faccia della "governance"
.
Una risposta a tale livello di confusione per fortuna c'è già : il MasterPlan dei primi 100 giorni del nuovo Governo, in gran parte raccolto dal Programma dell'Unione. A Forum PA io vorrei già sentirne parlare concretamente!
Se effettivamente, nel Governo Prodi, ci sarà un Mr. o una Mrs. LISBONA in grado di coordinare, anche con le Regioni ovviamente, il rilancio della competitività italiana attraverso una visione unitaria e integrata dell'Innovazione Digitale, ci sarà un primo vero passo in avanti. Serve riaggreggare le competenze sparse tra i ministeri della Comunicazioni e della Ricerca e portare l'egovernment dentro la Funzione Pubblica: allora davvero potrà nascere il proposto Consiglio Nazionale dell'Innovazione, cui spero segua immediatamente un'analoga iniziativa regionale in Puglia. Da qui potremo ripartire, fuori dal marasma attuale.

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3 mag 2006

6 Maggio a Roma. Generazione U


Sono oltre i 50, anche se non me li sento affatto. Sarà che "ho fatto il '68" e che vengo da una scuola di vita che si chiamava P.C.I., una cosa difficile da spiegare ai 30/40enni "impegnati" nella cattivissima politica di oggi. Ma, insomma, proprio per un movimentista come me, divenuto lentamente riformista dopo l'89, uno che non gli puoi toccare D'Alema che sennò si incazza (forse più sentimentalmente che politicamente, a maggior ragione oggi che il mio "vecchio" segretario regionale si candida al Colle più alto!), questa faccenda della Generazione U risulta davvero molto intrigante....Non avendo alcuna simpatia per le piccole nomenclature rimaste nei partitini dell'Unione, questa fresca e benedetta voglia di spingere per il Partito Democratico mi piace molto. Anche perchè viene da gente (finalmente) giovane che apprezzo e stimo sul piano professionale e che lavora per l'innovazione, toccando spesso le mie stesse corde "critiche".
Confesso di aver sospettato "troppa Margherita" nell'iniziativa (ma onestamente sull'innovazione tecnologica i DS balbettano in modo imbarazzante....), ma poi leggendo e rileggendo i post di Adinolfi, e messa da parte la spinta troppo "giovanilistica" di alcuni toni, mi sono convinto!

Insomma questo Partito Democratico s'ha da fare. Generazione U può esserne un bel lievito fresco. Se non altro i temi (condivisi) che mi stanno a cuore potranno essere nell'agenda di una forza politica realmente innovatrice (il Partito che verrà...). Certo riunirsi a Roma non risolve i problemi immensi che i partitini periferici dell'Unione opporranno alla formazione e allo svecchiamento della politica. Ma questa è un'altra croce!

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1 mag 2006

...Santa Gabanelli



Sono davvero preoccupato per la Milena Gabanelli. Anche questa volta REPORT ha centrato con ottimo tempismo le burle della TRE. L'unica risposta agghiacciante alle contestazioni di donna Milena è che si tratta di un sacco di soldi: vietato diffidare della TV sul telefonino. Purtroppo non si tratta solo dei Cinesi di Hong Kong e di Novari, c'è un sacco di consulenti pronti a scommettere sul ritorno di redditività degli investimenti..forse perchè sono a libro paga di Whampoa. Peccato per loro che l'ascesa in Borsa della TRE sia un sogno già liquidato da tempo. Anche la Gabanelli, con le sue ottime ragioni, darà una buona mano al terzo o quarto flop consecutivo della più bizzarra e costosa intrapresa italiana/cinese nel rutilante magico mondo delle TLC!Ma LA BOLLA NON ERA GIA' SCOPPIATA?

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